In occasione del prossimo impegno di campionato in casa di Faenza e dopo il successo in EuroCup nel playoff d’andata contro Namur Capitale (qui la cronaca), in programma domenica 17 dicembre alle ore 18.00, l’allenatore della Dinamo Women Antonello Restivo è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match che affronteranno le sassaresi. Di seguito le dichiarazioni del tecnico delle biancoblù.
Sul momento
“Siamo molto contenti della gara di ieri, anche perché i playoff in Europa non sono mai facili. E Namur è 35 anni che sta in Europa ed è una squadra di grande tradizione e infatti fino all’ultimo sono state brave a restare in partita. Si è vista la loro costanza e la loro esperienza, noi abbiamo fatto una buona partita pur se con qualche alto e basso dovuto dal rendimento delle singole. Ma sei vittorie su sette partite sono un traguardo importante e in Belgio andremo a vincere. Ora però pensiamo a domenica e al campionato, è importante non fermarci ora. Queste ragazze ogni settimana alzano l’asticella e quindi ogni domenica per noi deve essere come una finale. E dare continuità mentale con questo tipo di pressioni non è facile, quindi noi siamo qui per supportare le ragazze, senza fare processi stupidi che non esistono”.
Leggerezza
“Come abbassare le pressioni? Dando di volta in volta nuove sicurezze alle ragazze. Bisogna essere realisti ma non possiamo permetterci di fare la guerra mentale ad altre squadre, non siamo strutturati per fare in un mese 7 partite eppure lo abbiamo fatto e abbiamo fatto grandi risultati. Pur senza fare quasi degli allenamenti. Dobbiamo andare oltre la stanchezza, i cali di condizione e psicologici che sono naturali. Ma fin qui siamo state molto brave ad andare al di là di ogni difficoltà. E lo stiamo facendo con la nostra pallacanestro. Noi ci affidiamo molto al tiro da 3 punti e se non entra chiaramente vivi dei momenti di up e di down. Questo è nelle nostre caratteristiche e dobbiamo esaltarci, perché se vai in fiducia entrano più bombe da tre e fai la differenza. Noi siamo questa squadra qua e abbiamo la consapevolezza che non siamo una corazzata ma possiamo andare avanti con le nostre caratteristiche. Stiamo mancando un po’ a livello difensivo ma è normale quando sei stanco dopo aver giocato tanto in un mese”.
Successi
“La vittoria aiuta a vincere, ma a volte la vittoria ti imborghesisce un po’. A volte vinci contro Bologna e pensi di essere invincibile, ma io voglio vedere grinta non supponenza. Questo le ragazze lo devono imparare per gestire tutto, anche le situazioni arbitrali. Io ho fatto un percorso Zen e ora sono amico con gli arbitri (scherza, ndr)”.
Rotazioni
“Quest’anno abbiamo fatto uno step e possiamo ruotare in 8 durante le gare. Ora abbiamo tre gare ravvicinate e che dobbiamo preparare mentalmente e nei vari trasferimenti perché di allenamenti ne avremo pochi. Andiamo a Faenza che è un campo difficile, hanno dei lunghi forti e butteranno tanti palloni dentro, inoltre hanno ottimi schemi difensivi. Mi aspetto una gara dura. Poi torneremo in Coppa in Belgio e vogliamo sorprendere il mondo e poi avremo in casa in campionato una squadra fisica come San Martino. Ma pensiamo uno step alla volta, recuperiamo bene le energie e pensiamo sempre a giocarcela con il nostro basket. Quando siamo stanche dobbiamo trovare nuove energie, così crescono le squadre”.
Difesa
“Non è facile marcare giocatrici molto fisiche, specie farlo con continuità. La cosa importante per noi in queste situazioni dove paghiamo fisicamente è mettere maggiore pressione sulla palla per anticipare le giocate avversarie. La pressione ci deve sempre essere, non dobbiamo concedere passaggi facili. Questo vale sempre però. In questa pallacanestro è difficile marcare a mille ogni volta e stare davanti sempre”.
Su Joens
“Di lei mi ha colpito che la prima volta che le ho chiesto della città mi ha detto che le sembrava New York. Perché lei arriva da una parte degli Stati Uniti che è in piena campagna. Questo, al di là, delle battute fa capire quanto sia particolare l’ambientamento per questa ragazza qui in Sardegna”.
Roberto Pinna














