Una mano d’aiuto che nel cammino verso i playoff potrebbe essere fondamentale, perché è nel lavoro durante la settimana che si costruiscono le vittorie. Maurizio Tassone, guardia classe 1990, è arrivato in maglia Dinamo Sassari per dare più profondità alle rotazioni durante gli allenamenti, un lavoro lavoro oscuro quanto fondamentale. Il giocatore, che ha vestito la maglia di Cantù tra il 2017 e il 2019, ha rilasciato un’intervista all’Ufficio Comunicazione della Dinamo Sassari, queste le sue parole:
“Sono arrivato a Sassari con grande entusiasmo. È stata una reciproca necessità, da quella che era un’idea è diventata in tempi brevi una soluzione. Il primo impatto è stato ottimo, per organizzazione e professionalità. Dal primo allenamento ho potuto ammirare la dedizione da parte dello staff e dei compagni. Questa è la cosa che più mi ha colpito”.
Su coach Bucchi
“Il coach è una garanzia sotto ogni aspetto, da quello umano a quello tecnico. Tanti miei colleghi hanno espresso parole di elogio nei suoi confronti. Penso di poter migliorare e imparare molto sotto la sua guida”.
L’esperienza a Cantù
“Di Cantù ho un ricordo unico. Sono rimasto tutt’ora legato a molte persone. Sarò sempre riconoscente all’ambiente per avermi dato una grande possibilità e avermi supportato incondizionatamente. Per quanto riguarda l’immediato seguito a quelle due stagioni ci sono state tante variabili legate a cose poco dipendenti dalla mia volontà”.
Oltre il basket
“Penso sia fondamentale costruirsi un percorso parallelo alla propria carriera sportiva. Lo penso ancor di più dopo aver portato a termine questi cinque anni universitari. Vivo la pallacanestro al 110%, è sempre stata la mia passione e come tale l’ho sempre rispettata. Per quanto riguarda la Dinamo la vivo come un’opportunità di miglioramento sotto tanti aspetti e sono onorato di essere qui oggi”.
Sullo spazio per gli italiani
“Penso che la meritocrazia sia alla base di qualsiasi cosa, in qualunque percorso intrapreso, sportivo o lavorativo che sia. Per beneficiarne bisogna tirarsi su le maniche così come allo stesso tempo la meritocrazia va difesa, da tutti”.
La Redazione














