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Dinamo Sassari, Sartori: “Rivoluzione necessaria ma non voluta, la squadra promette bene”

Mauro Sartori, direttore sportivo della Dinamo Sassari | Foto Luigi Canu
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Il direttore sportivo della Dinamo Sassari, Mauro Sartori, è intervenuto in diretta ai nostri microfoni di Buongiorno 131. Di seguito le sue dichiarazioni.

Sul momento della Dinamo
“Al momento vedo una Dinamo affiatata che vuole trovare la giusta alchimia. È una stagione di rivoluzione, con tanti giocatori che non si conoscono. Promette bene, soprattutto sotto l’aspetto umano perché non è scontato che 10 giocatori nuovi si trovino subito bene. Abbiamo fatto delle scelte che devono essere confermate ogni giorno, appena arriveranno i test importanti vedremo se abbiamo fatto bene o dobbiamo correggere”

Sui nuovi giocatori
“La maggior parte dei ragazzi conoscevano già Sassari, cosa ha fatto nel passato e le aspettative. Hanno sempre dimostrato la volontà di raggiungerci, qualcuno per il campionato e altri perché vedo in Sassari un’occasione di rilancio. Sono state trattative non difficili, i giocatori ci hanno convinti del fatto che stessimo prendendo la direzione giusta”

Sul passaggio da Venezia a Sassari
“Anche per me non è stato difficile. Sassari si vende da sola con la storia, la tradizione. Non ho avuto difficoltà nell’accettare l’offerta, ho giocato tante volte contro da giocatore e da dirigente, conosco la mentalità e gli obiettivi. Cambia l’ambiente, ma dopo anni nella stessa società si ha bisogno di nuove esperienze e stimoli. Credo di aver fatto la scelta giusta”

Sulla scelta di Thomas come capitano
“La scelta di Thomas è stata obbligata ma naturale. Cambiano dieci giocatori su dodici, era sicuramente quello che conosceva meglio la società. Se è tornato c’è un motivo ed questo è il suo legame con il passato. L’ho pregato spesso di trasmettere i valori di Sassari sul palcoscenico nazionale e internazionale e lui mi ha confermato che i ragazzi ogni giorno stanno capendo cosa significa rappresentare la Sardegna. Per quanto gli italiani siano più addentrati, la scelta è stata molto semplice”

Sul nuovo ruolo di Thomas
“Abbiamo un giocatore determinante come Thomas, un 4 dinamico che non usa molto il tiro da fuori, è un giocatore pazzesco e abbiamo cercato di proteggere le sue caratteristiche difensive. Avevamo bisogno di un lungo come McGlynn che non intasasse troppo l’area. Sta dimostrando una grande disponibilità al lavoro di squadra e i compagni apprezzano molto e lui non è in sofferenza sul fatto che non riceva tantissimi palloni. Giocheremo small ball, Thomas è un giocatore che le altre squadre ci invidiano e dobbiamo sfruttare le sue doti”

Livello del campionato
“Il campionato ha alzato l’asticella tecnica e di budget. Stanno arrivando giocatori migliori, mi piace l’arrivo di giocatori dal college o da leghe di medio o basso livello. Sarà un campionato lungo, difficile, non sempre i budget fanno la squadra. Avremo una squadra che giocherà con molta energia e grinta. Speriamo di dare anche un buon livello di pallacanestro”

Sui giovani
“È un punto su cui la società mi ha chiesto di lavorare. Abbiamo iniziato assicurandoci un giocatore di assoluto futuro come Michele Cipriano, e questo è motivo di orgoglio per noi. Cerchiamo di migliorare di anno in anno con il reclutamento sul territorio e migliorando le relazioni con le società, facendo capire che qui possiamo offrire visibilità e livello superiore. Cercheremo di dare spazio a giovani meritevoli. Il costo degli italiani non è mai basso e bisogna pensare al bene del giocatore. Ci sono richieste economiche esorbitanti per giocatori che devono provare tutto e le società per questo restano restie. Abbiamo volontà di integrare giovani meritevoli che vogliono la Serie A. Spero di dare la possibilità di dare spazio a tanti giovani come era stato fatto con me”

Volontà diverse
“La volontà era quella di confermare un nucleo che lo scorso anno aveva fatto bene. Le offerte che abbiamo fatto non sono state ritenute all’altezza da qualcuno, altre aveva esigenze o obiettivi diversi. Il nostro l’abbiamo fatto, la nostra pianificazione era su altri livelli. Il matrimonio però va fatto in due e quando altri vogliono andare in altre direzioni non possiamo farci nulla. Abbiamo dovuto intraprendere altre strade: la nostra scelta era quella di confermare il più possibile un gruppo che aveva portato a risultati discreti. Io vengo da una società che non ha vinto subito, che ha avuto un percorso simile a quello della Dinamo. Siamo rimasti a un certo livello nel ranking italiano, ma bisogna fare le scelte giuste e c’è bisogno anche di tanta fortuna. È necessario mantenere un nucleo che duri nel tempo, quando si cambia ogni anno è un problema. Bisogna creare uno zoccolo duro e iniziare a puntare sui giovani che possano arrivare a un buon livello per la Serie A e formare una squadra che rimanga nel tempo. Così ho fatto a Venezia e mi piacerebbe che accadesse anche a Sassari. I giocatori che volevamo tenere li abbiamo seguiti, ma poi abbiamo dovuto intraprendere altre strade”

Sugli esterni
“La scelta è stata fatta prima su Johnson, un profilo che può esaudire le richieste tecniche di coach Bulleri sul campo. Lui dava certe garanzie. Per il playmaker abbiamo valutato vari profili, ma Buie ci è sembrata una scelta naturale, valutando anche il fatto che avessero già giocato insieme. Non è stata una scelta d’impulso, abbiamo valutato attentamente le caratteristiche tecniche. In Italia se i giocatori non sono perfetti a livello fisico non vengono mandati in campo, cosa che non accade in altri Paesi. Abbiamo ritenuto che fosse doveroso fermare Johnson e aspettato i controlli. Lui durante l’estate si è allenato e non ci ha messo molto a integrarsi. Niente di preoccupante, ma non avevamo dubbi”

Su Polonara e Bulleri
“Polonara? Sentito più volte, riamane aggiornato sulla squadra. È un elemento della squadra e non vediamo l’ora di abbracciarlo nel pieno delle sue forze perché ci darà una grossa spinta. Coach Bulleri lo conosco da tanto tempo, ho giocato contro di lui ed è stato un giocatore di livello assoluto. Ho lavorato con lui a Treviso, abbiamo sempre avuto un buon rapporto e lavorato tutta l’estate sulla squadra. Andare d’accordo però non significa dire sempre sì, dobbiamo portare gli elementi più validi che si sposano con la sua idea di pallacanestro. È stata un’estate tranquilla, ogni tanto c’è qualche nervosismo tra il mercato degli italiani e gli stranieri. Ci sono tante sfaccettature nelle varie trattative, alcune volte fanno ridere ma questo è il mercato e bisogna essere pazienti”

La Redazione

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