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Dinamo Sassari, Sardara: “Faremo le coppe, in atto la nostra rivoluzione silenziosa”

Stefano Sardara in conferenza stampa nella Club House
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Il punto dopo la stagione del presidente della Dinamo Sassari Stefano Sardara tra la programmazione futura, le rinnovate ambizioni e la rivoluzione silenziosa in corso all’interno del club biancoblù. Ma anche sulle paure per i lavori in ritardo al Palaserradimigni.

Il punto
“Sono felice di vedere tanta attenzione, ma voglio solo fare il punto di una stagione travagliata, così come era stata la precedente. Ancora una volta gli infortuni ci hanno falcidiato, ma alla fine abbiamo portato a casa il risultato minimo. Perché minimo è, visto che vogliamo sempre combattere per i playoff con tutte le nostre squadre. Vogliamo ripartire con una stagione entusiasmante come ha detto coach Bulleri, dobbiamo coinvolgere tutto il pubblico. E va detto che quest’anno non ho mai avuto l’impressione che i ragazzi stessero mollando, come successo l’anno scorso. Per noi è un anno un po’ particolare dopo tanti cambiamenti. L’uscita di Pasquini, che ringraziamo, segna anche un passaggio nuovo per tutti noi. Abbiamo trovato con lui successi ed errori, ma è una pedina importante e complicata da rimpiazzare. Pensavamo però entrambi che era arrivato il momento giusto per salutarci”.

Umore personale
“Non sono deluso, l’umore stranamente ultimamente è più alto che mai. Negli ultimi mesi ho messo anche da parte un po’ il mio lavoro personale per dare energie in più alla Dinamo. Perché se non sei sul pezzo qualcosa la paghi. Quest’anno nemmeno per un minuto ho pensato potessimo retrocedere perché vedevo una squadra con carattere a differenza dello scorso anno dove ero molto preoccupato. Purtroppo gli infortuni ci hanno limitato. La stagione in corso è stata una prima ripartenza per me”.

Sui numeri e i lavori al Palazzetto
La Dinamo non ha perso mille tifosi in due anni, prima di fare i conti bisogna guardare bene i numeri. Per le coppe avevamo aumentato la capienza, poi l’ex comandante dei vigili del fuoco a Sassari ha applicato delle norme attuali a un Palazzetto che è stato fatto 40 anni fa. La nostra capienza attuale è di 3.500 posti. Se vedete posti vuoti è perché non possiamo farli entrare per motivi di sicurezza non dettati da noi. Siamo appena 500 posti sopra la soglia minima per giocare in Serie A. Siamo molto preoccupati per i lavori del Palazzetto. Abbiamo partecipato alla presentazione del cantiere, ad oggi scopriamo che ancora mancano delle figure professionali (il direttore dei lavori, ndr) per completare l’opera. Siamo sicuramente in ritardo. Non mi preoccupa il parquet, che ormai va cambiato ma che conserveremo, ma togliere il tetto rischia di essere un problema perché siamo in ritardo ripeto”.

Che Dinamo sarà?
“Quando costruisci una squadra è quella di mantenere un’ossatura altrimenti paghi il dazio della conoscenza tra di loro in spogliatoio. Noi abbiamo alcuni italiani importanti come Vincini e Veronesi per dire. Poi abbiamo confermato un leader come Thomas, che incarna lo spirito Dinamo. Se riusciamo a trattenere anche uno o due giocatori, non credo di più, sarà tanto di guadagnato. Ma questo non conta su come è cambiato il campionato. Tante società appartengono a dei fondi o hanno potenzialità economiche importanti. Stiamo risolvendo i problemi che ci hanno limitato con la Regione negli scorsi anni ma noi non molliamo, anzi abbiamo un budget importante. Non stiamo andando nei playoff perché al netto degli infortuni non abbiamo lavorato bene. Non voglia dare colpe a nessuno, né a Markovic né a Pasquini, ma se non vai ai playoff qualcosa bene non l’hai fatta”.

Rilancio
“Vogliamo giocare in Europa e credo che la giocheremo. La storia di questo club ha i crediti per andare in Europa. A livello di brand e di mercato ci serve, non so quale coppa ma giocarla è un nostro obiettivo. Nonostante Sassari non abbia mai dimostrato grande interesse come pubblico per le coppe, nemmeno in Eurolega. Questo è un fatto. Le coppe comunque le giocheremo. Non stiamo rilanciando, stiamo solo rivoluzionando, da tempo, in modo silenzioso la Dinamo. E dopo tanti anni era giusto così. Abbiamo, per dire, risolto anche alcune assenze nella gestione medica. Rivoluzionare non è mai facile, è un processo. Personalmente però sono molto contento. Ora dobbiamo rilanciare il tema sportivo, non della società. Vogliamo fare meglio dopo un anno sfigato. Da tifoso io alcune scelte fatte negli ultimi anni non le avrei fatte, come la coppia Halilovic-Bibbins”.

Banco di Sardegna
“Il contratto con il main sponsor scadrà ad agosto, è un legame di oltre 35 anni e stiamo parlando, ma non vedo alcun tipo di problematica per un rinnovo. Credo che c’è la volontà da entrambe le parti”.

Tifosi organizzati
“Mi spiace da morire che si siano sciolti, però capisco le loro dinamiche ora che tutti hanno famiglia. Quello è un lavoro e lo so bene. Quello che vorrei fare quest’anno è chiarire a qualcuno che resterà che lo stile deve essere lo stesso, noi non siamo squadra non in linea con certi valori. Non voglio gente “spittorratta” per capirci. Poi vorrei tanti ragazzi al palazzetto, deve esserci un clima da famiglia, che rispecchi le nostre radici”.

Il nuovo general manager Dinamo
“Quando ho preso Pasquini tanti anni fa tutti mi chiedevano perché? E invece è stato un grande successo perché Federico è un grande osservatore anche della città, noi sassaresi non siamo facili e da sardi siamo ancora più complicati. E lui ha fatto un lavoro egregio. Non lo rimpiazzi da oggi a domani, devi riflettere, stiamo sfogliando la rosa e in tanti si sono proposti e questo conferma quanto Sassari attira ancora in Italia. Faremo le nostre valutazioni, le nostre analisi e poi decideremo con lucidità”.

La femminile
“Io ho promesso al presidente Petrucci che ci presenteremo anche l’anno prossimo nonostante le tassazioni e le normative rendano faticoso fare una squadra femminile. Noi ci crediamo e continuiamo a crederci. E anche qui ci piacerebbe vedere più tifosi, abbiamo fatto gare storiche con 300 persone. Va cambiata un po’ la testa in Italia per il basket femminile e anche nel basket in carrozzina. L’allenatore sarà Paolo Citrini, so che è una cazzata ma fatemela fare (scherza, ndr). Paolo ci ha sempre dato una mano e dopo anni nella comunicazione può tornare alla sua passione originaria. Spero che le istituzioni quest’anno aiutino anche la femminile. Deve essere sempre una roba sostenibile, guardate quante squadre sono saltate con la speranza che anche i tifosi si appassionino”.

Roberto Pinna 

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