Il general manager dei biancoblù è stato intervistato da La Nuova Sardegna in vista del primo turno dei playoff scudetto che, da lunedì 16 maggio, vedranno la Dinamo Sassari impegnata contro la Germani Brescia.
Sulla stagione
“Abbiamo avuto degli alti e bassi che sono normalissimi quando metti insieme dei nuclei nuovi che hanno bisogno di un po’ di tempo, non sai mai cosa viene fuori. Sapevamo che era un’annata particolare in cui andavamo a cambiare l’asse play-pivot al pronti via, in questi casi è un po’ come tirare la monetina. Devo dire che la nostra filosofia societaria, e questo è merito del presidente Sardara, è stata sempre quella di non trattenere nessuno, giocatori o staff, che non volesse restare nel progetto. Così diventi squadra simpatica, orgoglio di una regione. Non abbiamo fermato Spissu che era in condizioni di fare un ulteriore step di carriera”.
Sui tanti cambiamenti a metà stagione
“Siamo molto contenti. Consideriamo che ormai le squadre non fanno mai meno di due cambiamenti, e noi siamo tra quelli che cambiano meno. La squadra è molto cresciuta durante la stagione e questo significa che è stato fatto un buon lavoro. Abbiamo avuto la fortuna di poter prendere gente della qualità di Robinson e Bilan, ma vorrei far notare che se tutto gira bene è anche grazie al fatto che abbiamo voluto dar seguito al progetto Treier-Diop, di cui tutti ora dicono che bravi. Entrambi sono reduci da un intervento, ma abbiamo aspettato perché volevamo essere quelli lì. E magari li vedremo esplodere come Spissu“.
Sui playoff
“Siamo nella perfetta condizione per dire: rispetto di tutti, paura di nessuno. Nei playoff però le gare le decidono i giocatori che hanno la palla più leggera, ora limiamo gli ultimi dettagli e poi ragioniamo su una squadra come Brescia, che per qualità di gioco e continuità di risultati è la sorpresa dell’anno“.
La Redazione














