Una partita non come le altre per David Logan quella tra Dinamo Sassari e Treviso. Perché entrambe le squadre hanno rappresentato una fetta importante della carriera del nativo di Chicago, protagonista del Triplete in maglia sassarese ma anche della risalita in Serie A1 dei trevigiani poco più meno di tre anni fa. Il Professore ha rilasciato un’intervista a Cesare Milanti per il sito ufficiale della LBA. Qui alcuni passaggi sulla Sassari di oggi e di ieri, sugli anni in Veneto e sulla sfida di mercoledì 13 aprile al suo recente passato.
Il Triplete
“È stato un anno pazzesco. Avevamo in squadra un sacco di persone competitive e fisiche, quindi spesso abbiamo avuto tensioni con gli avversari nelle partite. La cosa più importante che ricordo di quel gruppo, però, è che quando arrivava il momento di giocare una partita importante, ogni volta che avevamo bisogno di una vittoria, eravamo sempre lì l’uno per l’altro: tutti si compattavano per raggiungere il risultato. Non conoscevo nessuno dei ragazzi prima dell’inizio della stagione, ma ora siamo tutti in contatto: io e Jeff Brooks viviamo a un’ora e mezza di distanza l’uno dall’altro negli Stati Uniti così ogni estate ci vediamo con le nostre famiglie. Ho visto molto Edgar Sosa, a Orlando. Parlo ancora con Shane Lawal e Jerome Dyson“.
Il ritorno in Sardegna
“Ho vinto molto a Sassari e non ho avuto problemi quando ho lasciato la Dinamo nel 2016. Quando mi hanno contattato perché volevano che tornassi, per me non è stato un problema, anzi: si è trattato di una scelta facile. Ho giocato in Italia per sei o sette anni, mi piace dimostrare il mio valore in questo campionato e vivere in Sardegna è magnifico“.
Campionato equilibrato
“In questo momento la classifica è cortissima: vinci due partite e sei in un’ottima posizione, ma se ne perdi due sei fuori dai playoff. È la parte più importante della stagione, quindi dobbiamo arrivare con lo stato di forma migliore possibile. Penso che abbiamo avuto un inizio di stagione difficile e adesso ci stiamo riprendendo: ora siamo forti mentalmente“.
Gli anni a Treviso
“La promozione dalla A2 è stato uno dei momenti migliori: aiutare Treviso a raggiungere la serie A era il mio obiettivo fin dall’inizio, volevo mettermi alla prova con questa sfida. Dal mio arrivo, siamo stati in grado di avere una buona parte della stagione e alla fine vincere il campionato a Capo D’Orlando. Sono stati tre anni molto felici. Non conoscevo Max Menetti prima di firmare lì, avevo sentito buone cose sul suo conto ma non lo conoscevo personalmente. Abbiamo avuto un buon rapporto e la società mi ha sempre trattato perfettamente, quindi non posso lamentarmi affatto. Affrontare il passato? È sempre stimolante perché vincere contro una tua ex squadra è soddisfacente: quella tripla dell’andata la ricorderò a lungo, così come quella di tabellone contro Reggio Emilia nella finale Scudetto“.
Il futuro
“Non so cosa farò dopo quest’anno, se continuerò a giocare o no. Penso che molto dipenderà da come si sente il mio corpo a fine stagione, oltre alle offerte che arriveranno dalle squadre interessate. Aspetterò e vedrò in estate, non voglio prendere una decisione affrettata ora. Ne parlerò con la mia famiglia, vediamo come va. Penso che ad ogni modo, finita la mia carriera da giocatore, rimarrò nel mondo del basket: mio figlio sta giocando ora, quindi vuole che alleni la squadra“.
La Redazione














