Lunga intervista su Dazn per Stefano Gentile. Il capitano della Dinamo Sassari ĆØ stato ospite della trasmissione Dazn Got Game a cura di Matteo Gandini e Pierluigi Pardo. Toccati diversi punti durante la chiacchierata che ha visto diversi passaggi sulla stagione dei sassaresi. Di seguito un estratto.
Sul momento
“Speravo di essere chiamato dopo Milano però mi avete chiamato dopo Brescia (ride, ndr). Quella di domenica ĆØ stata una sconfitta pesantissima, abbiamo fatto fatica da subito ma credo sia stato un insieme di cose. Giocando la coppa abbiamo viaggiato subito verso Atene e giĆ quella partita ĆØ stata tosta, in più siamo senza due giocatori da un po’ di tempo e il dispendio energetico ĆØ importante. Brescia poi ĆØ una squadra oggettivamente molto in forma, ci ha messo in difficoltĆ , ci conoscono bene e li abbiamo aiutati, non si può dire il contrario”.
Sulle vittorie finora ottenute in campionato
“Credo che tutte le nostre vittorie siano stati grandi vittorie, ma siano state gare in cui a livello fisico, mentale ed emotivo siamo dovuti andare oltre il nostro 100%. PerchĆ© le difficoltĆ , gli infortuni, il cercare di mettere a regime giocatori che non hanno mai fatto questo campionato e il livello richiesto, fa sƬ che chi sa a quello a cui va incontro deve fare qualcosa in più per sopperire al processo di crescita. Questo dipende anche un po’ dall’avversario, che se ti consente di esprimerti fino alla fine al meglio te la giochi, se invece trovi un avversario solido e duro, e magari aggiungi un attimo di titubanza, sei morto”.
Sul valore della cultura cestistica a Sassari
“Parlavo con il presidente Sardara e gli dicevo noi siamo un po’ i corsari della Serie A. Ć un po’ questa l’aria che si respira, vogliamo competere con chi ha più possibilitĆ di noi a viso aperto, in maniera sfrontata, con la voglia di dimostrare che ĆØ un po’ anche la caratteristica dell’Isola. L’insieme di tutte queste cose fa sƬ che si crei una cultura cestistica che ci porta a poter competere contro realtĆ storiche come Milano, Bologna, Venezia, negli ultimi anni ĆØ stato sempre cosƬ. Ć stato bellissimo negli anni passati, ad esempio quando abbiamo vinto la Europe Cup, la prima competizione europea vinta da una squadra sarda, ĆØ stato fenomenale, con la gente che era davvero contenta. Si respira questa voglia e quando giochi con questa spinta in più vedi le sfide con grande determinazione”.
Sulle somiglianze tra Caserta e Sassari
“Rivedo un po’ la storia di Caserta nella storia della Dinamo. Ć sempre un po’ stato il concetto di Davide contro Golia, una societĆ che ĆØ partita dal basso, che ha puntato sulla costruzione di un sistema, sulla formazione di un gruppo che potesse lottare con le squadre più ricche e storiche. Quello che ĆØ successo alla Dinamo ĆØ per certi versi quello che si ĆØ vissuto a Caserta e quando torno in cittĆ lo sento ancora”.
Sul rapporto con Pozzecco
“Pozzecco mi ĆØ rimasto nel cuore come persona, con lui abbiamo fatto cose straordinarie, venti vittorie di fila, abbiamo vinto due coppe. Ć uno che mi ha fatto risentire giovane. Lui ĆØ ancora un giocatore in un certo senso, vive per le emozioni date dalla pallacanestro. Lavora perchĆ© si emoziona ed ĆØ per questo che i giocatori poi danno tutto per lui. Un aneddoto? Quanti ne volete. Mi ricordo dopo gara 1 dei playoff contro Milano, eravamo in albergo, il giorno dopo giocavamo gara 2, sento delle urla: c’era Poz che giocava alla playstation con Spissu e si sentivano insulti di tutti i tipi perchĆ© lui non riusciva a vincere una partita.
Sul ruolo di capitano
“Ci sono responsabilitĆ in più dal punto di vista del rapporto con i tifosi, del rapporto con la societĆ e del far capire ai nuovi giocatori cosa significhi giocare per Sassari. Era una cosa che faceva Jack Devecchi prima di me, ho avuto la fortuna di essere in stanza insieme a lui e di poter apprendere i trucchi del mestiere. Penso ci sia da parte della societĆ la volontĆ di creare una classe di giocatori che abbiano senso di appartenenza e riescano a spiegarlo a chi arriva”.
Sul futuro della stagione
“La nostra stagione può svoltare se saremo un po’ più continui, ma essere in forma e tutti sani ci darebbe una bella mano. Brindisi? SarĆ dura, ma ormai non c’ĆØ più sfida semplice. Il livello si ĆØ alzato, ci sono più di 8/10 squadre che sono superiori ad altri anni e altre, meno blasonate, che sono comunque competitive”.
La Redazione














