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Dinamo Sassari, Diop: “A Napoli sarà una finale. Bucchi? Sarò sempre legato a lui”

Ousmane Diop durante Dinamo Sassari-Brescia | Foto Claudio Atzori
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Lunga intervista sui canali di Dazn per Ousmane Diop, centro della Dinamo Sassari. Il lungo dei biancoblù è intervenuto durante la trasmissione Dazn Got Game condotta da Pierluigi Pardo e Matteo Gandini per parlare della stagione in corso, sia a livello personale che di squadra. Di seguito un estratto.

Sul momento e sulla gara con Pesaro

“Personalmente sto bene. Sto cercando di andare avanti, peccato per la sconfitta di domenica contro Pesaro. Loro sono stati molto bravi perché vincere a Sassari, ancor di più nelle condizioni in cui erano, è molto complicato. Noi prima della pausa non facevamo un bel basket, ma dopo abbiamo vinto con le prime tre e abbiamo dimostrato che in questo campionato tutti possono vincere con tutti. Sono state vittorie importanti per la salvezza, mentre questo passo falso con Pesaro ci fa capire che non dobbiamo pensare al mero risultato ma solo a vincere le prossime quattro partite per avere la possibilità di andare ai playoff. Altrimenti sarà difficile”.

Sul premio come miglior sesto uomo del mese di marzo

“Mi ha fatto tanto piacere ricevere il premio. Cosa vuol dire essere sesto uomo? Vuol dire che tu che entri dalla panchina cerchi sempre di aiutare la squadra. Da fuori vedi come va la partita e cerchi di mettere quello che è mancato fino ad allora. Io sto giocando in Serie A da quattro anni, un po’ di esperienza la ho, dalla panchina si vede la partita come sta andando e quando entri sai già cosa devi fare”.

Sulla stagione della Dinamo

“Vista com’è andata all’inizio, dati i tanti infortuni, secondo me, sinceramente, abbiamo fatto bene perché non era facile soprattutto dopo la pausa trovare le vittorie importanti che abbiamo conquistato. Non era scontato. Non voglio esagerare, ma ci do un sette. Champions League? Potevamo fare qualcosa di più. Con Cholet avevamo vinto di 20 punti da loro gara 1, da parte nostra è stata un fallimento. Come roster mi permetto di dire che eravamo più forti di loro. Aver perso due partite di fila, soprattutto gara 2 in casa è stata colpa nostra. Non dico che l’abbiamo buttata via, ma si poteva fare molto meglio”.

Sul rapporto con coach Bucchi

“Con Bucchi ho un rapporto bellissimo, mi ha fatto capire come si gioca a questi livelli. Siamo legati da più di due anni di lavoro e ho un rapporto con lui che manterrò sempre. Se pesa di più talento o lavoro? Io sono sempre stato uno che lavora tanto, anche d’estate. La cosa in cui sono cambiato tanto è l’aspetto mentale. Ti puoi allenare tanto, ma se non sei pronto mentalmente di fronte all’errore hai dei limiti. Ho lavorato tanto soprattutto con Bucchi su questo aspetto. Lui mi permetteva di entrare e sbagliare, con un allenatore che mi permetteva questo sono potuto crescere”.

Sull’addio di Gentile

“Sappiamo tutti che giocatore. Lui per noi era molto importante a livello personale e come giocatore. Perdere un giocatore di questo tipo sicuramente ti toglie qualcosa. Io personalmente mi trovavo benissimo con lui. Credo che negli ultimi due anni l’80% dei canestri che ho fatto sono arrivati grazie ai suoi assist. A livello personale qualcosa in campo mi mancherà (ride ndr). Stefano ci manca tanto ma non dobbiamo pensarci. Dobbiamo continuare ad aiutarci a vicenda, a giocare e a portare a casa delle vittorie”.

Sul rapporto con Sassari

“Mi ricordo che quando mi hanno parlato di Sassari nel 2018 non ne sapevo neanche l’esistenza, era una cosa proprio nuova (ride, ndr). Oggi è totalmente diverso. Ogni tanto parlo con qualche amico e mi dice che ho preso l’accento. Qui la passione che ti trasmette il pubblico ti porta a fare qualcosa in più che magari pensavi di non poter fare. Loro mettono il cuore dagli spalti e questo aiuta in campo, anche quando le cose non vanno bene”.

Sul lavoro estivo

“Gli allenamenti con Alibegovic? Ho giocato con Mirza, il figlio, che mi ha messo in contatto con il padre. Lui è molto bravo. Poi mi stavo preparando per andare in Senegal con la nazionale, quindi era un’opportunità molto grande. Mi sono allenato anche con Lorenzo Bettarini, il mio allenatore delle giovanili, con cui ho tenuto sempre il rapporto”.

Sul riabbracciare la famiglia e sul rapporto con il Senegal

“All’inizio quando parti non ci pensi tanto alla distanza, è dura ma non pensi che possa passare così tanto tempo prima di vedere di nuovo i tuoi genitori. Io mi sento senegalese, ringrazio tanto l’Italia per le tante opportunità che mi ha dato, ma io mi sento senegalese al 100%, è stata una scelta di cuore e di appartenenza. Quando sono arrivato qua, ho visto come andava e allora ho promesso che prima di ritornare in Senegal avrei aiutato a costruire la casa dei miei genitori. Il livello del basket nel mio paese? Dopo nove anni sono tornato in Senegal e sono rimasto a bocca aperta. Quando sono andato via erano in pochi a giocare a pallacanestro, ora vedi tanta gente brava e fisicamente superiore. Deve essere anche il governo senegalese a fare quello che fa per il calcio anche per il basket, perché c’è il potenziale per diventare tra le nazionali più forti”.

Su come curare la mancanza di lunghi in Italia

“La prima cosa è dare l’opportunità. In A2 ci sono tanti lunghi italiani, se non si dà l’opportunità di misurarsi con il livello più alto, quindi in Serie A, è normale che non ci siano lunghi. Io ho giocato in A2 per quattro anni e ho trovato lunghi molto forti, ma se non dai una chance non c’è miglioramento. Bisogna fare un lavoro nelle giovanili, ma se vai a cercare i lunghi e concedi le giuste opportunità in un paio di anni ci saranno risultati”.

Sull’assenza di Bendzius e del suo peso

“Quando un giocatore così importante si infortuna è normale che cambino le cose. Bendzius è un giocatore che apriva il campo per tutti, con lui sul parquet le difese dovevano fare delle scelte. L’anno scorso trovavo tanto spazio in area perché chi marcava lui non aiutava sui roll miei o degli altri lunghi. La sua assenza ci ha penalizzati e ha cambiato la squadra”.

Sulla gara con Napoli

“Sarà una bella battaglia. All’andata abbiamo perso la prima partita con loro in casa, abbiamo una motivazione in più per andare lì e giocare la nostra pallacanestro cosa che invece non abbiamo fatto domenica. Sarà una gara tosta conoscendo il roster e il loro allenatore. Noi andremo lì con la consapevolezza di dover giocare una finale”.

La Redazione

 

 

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