Non solo uno dei giocatori migliori passati per Sassari, ma anche qualcosa di piĂ¹. Travis Diener è tornato in Sardegna dopo diverso tempo in occasione della sfida tutta in casa organizzata dalla Dinamo per l’addio al basket giocato di Giacomo Devecchi. Il playmaker di Fon Du Lac ha parlato dei suoi anni sull’Isola in una intervista ai canali di DinamoTv. Di seguito un estratto.
Sui momenti piĂ¹ belli
“Il momento quando abbiamo battuto Siena per il primo trofeo nella storia della Dinamo in Serie A è stato qualcosa di incredibilmente emozionante. Abbiamo avuto tante buone squadre, quello era stato il primo trofeo ma l’anno prima arrivammo a perdere in Gara 7 con CantĂ¹ in una serie davvero intensa, il tiro di Brian (Sacchetti, ndr) è stato l’episodio sfortunato in sette partite. In quell’anno penso potessimo vincere il campionato, ma nello sport non è mai detto e certe cose vanno così. In mente ci sono i bei momenti e anche quelli brutti, ma alla fine quello che resta impresso sono i miei compagni di squadra, il supporto del pubblico e dell’intera Isola. Sono queste cose che hanno lasciato maggiormente il segno rispetto alle vittorie e alle sconfitte”.
Sulla vita quotidiana a Sassari
“Penso che molto merito lo abbia avuto mia moglie. Io ero un po’ ansioso prima di trasferirmi in un nuovo paese, ma poi quando arrivi qui ed esci di casa, conosci le persone, interagisci con loro le cose cambiano. Penso che questo sia molto importante, molti americani arrivano e stanno qui chiusi nel proprio appartamento, non escono di casa ad esplorare la cittĂ . Mia moglie invece era decisa su questo punto, uscivamo, camminavamo per il centro e parlavamo con le persone. Ed è questo importante, così come circondarsi di brave persone. Io sono stato fortunato, ho avuto dei buoni compagni, giocavo per Meo il cui sistema di gioco era molto divertente da mettere in pratica e stare ho amato stare a Sassari. Ăˆ stato difficile lasciare la cittĂ , ma tornando qua ho ricordato ogni bel momento e finalmente rivisto tante belle persone”.
Su Devecchi
“Ricordo Jack dal primo allenamento, stavamo facendo un esercizio di uno contro uno e lui difendeva su di me. Notai subito la sua intensitĂ , poi piano piano ho imparato a conoscerlo per la brava persona che è. Mi è sempre piaciuto giocare con lui perchĂ© sapevo che in campo avrebbe sempre dato il 100%, fuori dal campo ci divertivamo. Per un americano è fondamentale quando arriva qui avere un buon rapporto con gli italiani e Devecchi, Sacchetti, capitan Vanuzzo, tutti gli italiani mi hanno sempre trattato bene. Diciassette anni nella stessa squadra parlano per Jack e per la sua carriera che è stata di alto livello, sono contento di essere tornato per supportarlo”.
Sulla prima partita con Sassari
“Avevo tanta adrenalina in corpo, avevo dovuto saltare la prima gara con Montegranaro, quindi giocai qui per la prima volta davanti ai tifosi. Quando ripercorri la tua carriera non ricordi le partite in sĂ© ma questi momenti e non potrĂ² mai scordare l’energia nel Palazzetto, è lì che sono entrato in connessione con la cittĂ , con la squadra, con l’Isola. Ăˆ qualcosa che non dimenticherĂ² mai”.
La Redazione














