Il presidente della Dinamo Sassari, Stefano Sardara, parla a tutto campo. In un’intervista rilasciata ai colleghi de La Nuova Sardegna, il numero uno del sodalizio biancoblu ha analizzato l’ultima annata dei sassaresi in LBA ma anche spiegato i motivi delle scelte fatte sul mercato estivo per poi passare a fare un punto della situazione sui lavori al PalaSerradimigni. Di seguito alcuni passaggi delle dichiarazioni dello stesso Sardara.
Sul cambiamento radicale della Dinamo
āEra finito un ciclo fatto di giocatori cresciuti con noi come Diop, Treier, Kruslin. Era finito anche un ciclo tecnico. Certo azzeccare il timing giusto per cambiare tutto ĆØ sempre complicato. E sono rimasto davvero stupito dalla credibilitĆ che il nostro club ha nel mercato del basket: dopo una stagione non proprio esaltante aver visto le nostre prime scelte entusiaste di venire a Sassari, ĆØ un qualcosa che ci inorgoglisceā.
Sulla rivoluzione del gruppo Dinamo
“Potevamo fare dei cambiamenti prima? SƬ, forse con un anno d’anticipo. Ma venivamo da annate dove i risultati davano ragione a quel gruppo, con due semifinali scudetto. E pochi anni prima una finale scudetto, una Supercoppa e una Europe Cup vinte. Ć successo anche ai Bulls, a volte ĆØ difficile preventivare: avrebbe potuto avere successo, cosƬ come sarebbe potuta andare malissimo”.
Sulla nuova Dinamo
āAbbiamo speso un pochino più dello scorso anno, in cui avevamo speso un pochino più del precedente. Il range ĆØ sempre lo stesso, ma abbiamo scelto gente che ha leadership e lavoriamo su due velocitĆ . Anche perchĆ© MarkoviÄ ĆØ uno che opera molto bene con i giovani. Stiamo ritentando quando fatto qualche anno fa con i vari Diop e Treier, riprendiamo a investire su giocatori giovani, in un mercato italiani sempre più stretto. Avremo a che fare con una Lba sempre più competitiva, cui si aggiungono neopromosse con mezzi importanti come Trapani, club con azionariato estero. Ma noi ci vogliamo tagliare sempre il nostro spazioā.
Sui lavori al PalaSerradimigni
āOgni tanto qualcuno mi ferma per chiedermi: ma allora lāanno prossimo dove andiamo? Come facciamo? Voglio dire che il Comune ha dovuto seguire un percorso molto complicato con queste ristrutturazioni nate male, ma ĆØ stato bravissimo a chiarire alle ditte appaltatrici il concetto che dovevano salvaguardare i nostri interessi. Quindi la stagione a Sassari non ĆØ e non sarĆ mai in discussione, a costo di impiegarci sei mesi in più. Purtroppo abbiamo dovuto rinunciare a molti posti, pur risultando sold out, perchĆ© la capienza ĆØ limitataā.
La Redazione














