In una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Gianmarco Pozzecco ha parlato tanto di italiani e della sua permanenza in Sardegna: ecco un breve estratto.
Sul progetto Sassari e i tanti italiani: “Il mio obiettivo è costruire qualcosa in cui non sono indispensabile. La parola d’ordine del nostro progetto è condivisione. Da tre anni, con Stefano Sardara, Federico Pasquini e lo staff ci siamo dati poche e chiare regole e una traccia tecnica precisa. Non ho l’ambizione di comandare quindi voglio giocatori che sentano la responsabilità di quello che stanno facendo. Ci inorgoglisce quanto stiamo facendo: Polonara in Eurolega, Pierre al Fenerbahce, Vitali e Thomas, poi gli altri italiani: la crescita di Stefano Gentile è quella che mi rende più orgoglioso. So cosa vuol dire avere un padre che ha giocato. Il nome pesa: è successo a me, Andrea Meneghin e molti altri. Spissu e Pajola play della nazionale? Siamo in buone mani e vado orgoglioso di aver contribuito. Mettere un italiano in quintetto significa responsabilizzarlo e spronarlo a crescere. È andata così anche con Polonara, Michele Vitali e Stefano Gentile. Djordjevic lo sta facendo con Pajola”.
Infine anche una battuta sulla permanenza alla Dinamo: “Ho detto no a una squadra di Eurolega. Io e la mia compagna ci sentiamo isolani, viviamo in una terra meravigliosa. Sassari a vita, o il più a lungo possibile perché il futuro di un coach è legato a tanti fattori”
La Redazione