Al termine di una stagione che ha visto la Dinamo Sassari non partecipare ai playoff Scudetto, i biancoblù si ritrovano praticamente già al completo in vista della nuova annata, con un solo slot non ufficializzato che dovrebbe essere occupato dall’ex Peristeri Renfro: tanti i cambi nel roster (10/12), con i soli Cappelletti e Bendzius sul parquet e soprattutto il confermato coach Markovic da cui ripartire. Allenatore bosniaco che ha messo lo zampino anche nelle scelte di costruzione dei dodici a disposizione, insieme al lavoro del General Manager biancoblù Federico Pasquini, con il quale abbiamo fatto un mini bilancio di queste prime, ma intense settimane di mercato in casa Dinamo.
Direttore Pasquini, la stagione inizierà prima del previsto con i Qualifying Round di BCL in programma i primi di settembre. Una notizia importante che permette alla Dinamo di disputare la competizione Europea anche quest’anno. Considerando questo, come verrà strutturata la stagione?
“Sicuramente ci fa piacere perché la dimensione europea è molto importante. Poi è chiaro che ci rendiamo conto che la situazione dei Qualifying Round può essere abbastanza condizionante perché chiaramente devi iniziare il pre-campionato molto presto. È una situazione che non ci è mai capitata e quindi siamo in una condizione in cui dobbiamo iniziare molto presto: dobbiamo fare in modo di sfruttare quel tempo lì per poter essere pronti per i Qualifying Round per giocarli al meglio. Sapendo poi che è un torneo che ti può dare un risultato positivo e ti può far guadagnare energie che ti accompagnano verso il campionato, oppure può essere anche una cosa dove non superi il turno e hai bisogno di nuove motivazioni per poter andare avanti e ripartire subito. Dico questo perché l’anno scorso è capitato con Brindisi, che ha perso la finale dei Qualifying Round e l’inizio del campionato fu balbettante. Quindi bisogna essere contentissimi di far parte dell’Europa, sapendo che i Qualifying Round sono una cosa molto seria che va vissuta in una maniera molto quadrata e che ci cambierà il programma: dovremo essere bravi sia che sia un finale positivo, come auspichiamo, o che sia negativo e a non farci condizionare per l’inizio del campionato. Come verrà strutturata la nostra stagione? Alla fine dei conti vorremo arrivare alla data del 16 settembre avendo nel motore almeno 5 settimane di lavoro e arrivando al Qualifying Round avendo giocato almeno 3-4 amichevoli per poter essere più avanti possibile. La differenza grossa è che alla fine si tratta di 10 giorni che ti servono per poter essere pronto. Il lavoro che era preventivato per il 29 di settembre per l’inizio del campionato lo devi avere per il 16 di settembre per i Qualifying Round”.
Tanto lavoro per rinfoltire il parco italiani, in questo senso qual è stata l’idea alla base e su cosa si è voluto puntare? Per Tambone e Udom un contratto pluriennale, si è scelto di puntare su di loro anche per dare slancio in ottica futura?
“Abbiamo voluto puntare su dei giocatori che fossero affamati e che vedessero in Sassari una grande opportunità, che fossero dei giocatori più pronti e altri che fossero all’inizio di un percorso che può dare futuribilità a loro e consistenza al nostro progetto. Da lì si è partiti ragionando poi su quelle che sono poi anche le caratteristiche e le qualità di ragazzi come Vincini, Veronesi e Trucchetti che comunque sono ancora giovani, creando quindi uno zoccolo duro di giocatori come Udom, Cappelletti e Tambone. Speriamo che questo sia il mix che ci possa dare una mano non solo il prossimo anno ma anche negli anni successivi. È per questo che abbiamo voluto fare dei contratti pluriennali con la maggior parte di questi giocatori”.
L’ultimo acquisto in ordine temporale è stato Fobbs. Cosa può dare alla Dinamo e come si completa con Bibbins?
“Di base volevamo un giocatore che fosse un po’ di rottura, che avesse una grande forza fisica e avesse la capacità di poter uscire un po’ fuori dagli schemi con la palla, con la forza fisica, con l’energia e questo è un po’ quello che ci ha fatto vedere Fobbs negli ultimi due anni tra il Belgio e la Germania. È un giocatore che, secondo me, ha ancora tanti margini di miglioramento. Si tratta di un ragazzo di 196 cm con chili, con questa struttura fisica molto importante e molto imponente. L’abbiamo visto come un qualcosa di importante che potesse aiutare anche Bibbins che non ha queste qualità, a parte fare bene il suo lavoro e a dare consistenza a un reparto pur partendo da play piccolo”.
Sempre rimanendo in tema di sinergie. Come si possono sposare assieme Sokolowski e Bendzius?
“È molto importante anche il ruolo di Halilovic, nel senso che alla fine la qualità di Sokolowski è universale però, se andiamo ad analizzare, è un giocatore che a livello di post basso e a livello di qualità di passaggio può andare a inserirsi e a integrarsi al meglio con uno come Bendzius che gioca quasi sempre fronte a canestro ed è molto bravo a sfruttare gli spazi che la difesa lascia nel momento in cui si va a lottare, che è un po’ il lavoro che fa anche Halilovic. Halilovic ha post basso e capacità sul short roll di andare a servire al meglio i tiratori sul perimetro per cui penso che questa combination 3-4-5 sia tutta da incastrare. Unito a questo, c’è il fatto che siano europei e quindi con una conoscenza del gioco importante. Tutti e tre hanno esperienza, tutti e tre conoscono la pallacanestro europea e tutti e tre credo che possano trovare in Sassari un qualcosa di veramente importante per quella che può essere una tappa significativa della loro carriera perché, oggi come oggi, i giocatori, quando sono intorno ai 30 anni, sono nel pieno, quindi nessuno di questi è nella fase discendente. E poi Bendzius dei tre è quello che ha più anni perché ne ha 34, Halilovic invece ne ha 33 e Sokolowski 32. Sono dei giocatori che comunque sia sono al loro apice e che comunque possono sfruttare quest’occasione per andare a consolidare carriere di livello”.
Per il secondo lungo che tipo di profilo state cercando? Renfro è il nome giusto per quello slot?
“Vado di pari passo con il discorso fatto per Fobbs. Dobbiamo andare non a cercare il giocatore ma le caratteristiche del giocatore. Come in Fobbs cercavamo un giocatore che sapesse tagliare, passare e dare energia per poter creare anche uscendo diciamo dal sistema, così dovremo fare con il cambio del cinque. Cerchiamo un giocatore che abbia energia, verticalità, capacità di cambiare sul pick and roll, capacità di essere un giocatore che dia una profondità diversa all’attacco nel momento in cui c’è bisogno di fare qualcosa di diverso e quindi vediamo. Alla fine profili di giocatori atletici che sanno fare quelle cose lì non sono tantissimi. Per cui bisogna scegliere bene, perché penso che alla fine quello sia un ruolo che negli ultimi anni, se andiamo a vedere – e parliamo chiaramente di livello altissimo – l’impatto di Cobbins a Brescia, o Hines a Milano e Dunston a Bologna – è determinante. Renfro profilo che rientra in queste caratteristiche? Assolutamente sì, certo”.
Guardando invece alla prossima stagione cosa vuole vedere dalla squadra e quali sono ambizioni?
“La stessa cosa che ho detto il secondo giorno dopo la fine del campionato, quando mi faceva piacere chiarire davanti a tutti le cose che ci erano piaciute e le cose che invece non ci erano piaciute. La cosa che ritengo fondamentale è quella di essere consistenti. Per essere consistenti bisogna essere sicuramente una buona squadra, ma bisogna essere in primis una squadra. Io penso che questi devono essere i due grandi obiettivi che abbiamo ed è una cosa che ho avuto nella testa quest’estate. Volevo assolutamente delle persone che avessero un livello motivazionale molto importante, che sapessero che Sassari fosse per loro una grande occasione e mi fa molto piacere il fatto di aver potuto aggredire subito il mercato dall’inizio perché ci ha permesso di andare su dei giocatori che non hanno voluto aspettare. Avrebbero potuto aspettare 2-3 mesi e hanno invece voluto firmare subito per Sassari tra maggio e giugno e questo, secondo me, è un dato molto importante. Quindi la consistenza prima di tutto, la presenza, l’energia, la volontà di essere all’interno di un sistema importante, che è quello che ci è mancato quest’anno. Questi alti e bassi che abbiamo avuto fondamentalmente nascevano da un’inconsistenza di base che non mi è piaciuta e poi chi non è consistente come squadra molto spesso si trova nella condizione di non capire dove si trova. Quando una squadra, a distanza di poco tempo, fa la prestazione che abbiamo fatto contro Brescia e poi passa a quella contro Pesaro è una cosa che non puoi accettare. Devi fare un qualche cosa che vada a cambiare un po’ questo trend e su questo ho voluto lavorare”.
Passando al basket femminile, con le mancate iscrizioni di squadre importanti come Ragusa e soprattutto Virtus Bologna, quali sono le ambizioni di quest’ anno anche senza queste due squadre da playoff?
“Quello che vorremo tutti è quello di poter fare un campionato dove ci si possa assestare a un livello buono. Alla fine, però, il mondo della femminile è un po’ l’esasperazione di quello che trovi nella maschile. Dietro l’assenza di Ragusa e Virtus Bologna, c’è un dato importante da leggere: è un sistema che non crea nessun tipo di ricavi e quindi puoi andare incontro a questi avvenimenti. Se quindi c’è un sistema che non crea ricavi, automaticamente il budget con cui ti trovi a lavorare è un budget che deve tener conto del fatto che non stai sviluppando delle entrate importanti. Succede, quindi, che ti trovi in delle situazioni all’estero con club che hanno un peso economico maggiore rispetto alla nostra. Anche lì dovremo essere bravi ad andare a cercare quelle che sono le giocatrici per Sassari, dovremo essere bravi a trovare un mix tra comunitarie ed extra comunitarie – che poi sono la base in tutte le squadre d’Italia e quindi lo sono anche da noi – che ci possa permettere di essere coperti e di essere tranquilli e di sapere di avere un certo tipo di valore. Però, anche lì, se si va a vedere, il rendimento delle nostre straniere, dal giorno uno ad oggi, è andato a scendere in funzione del valore economico che ci è dato dalle giocatrici. Quello che fino a 2-3 anni fa riuscivi a prendere, adesso fai più fatica a firmarlo per il sistema economico esasperato di cui ho accennato prima. Per cui, tornando a regime, siamo molto contenti di Natali, di Pastrello e della conferma di Toffolo e Carangelo. Credo che questa sia una base molto importante. Onestamente ho solo referenze positive sulla pivot che abbiamo preso da Milano (Dieng n.d.r.) per cui adesso la chiave è quella di andare a mettere dentro le ultime tre straniere, cercando di andare a completare il roster”.
Andrea Olmeo