Al termine della sfida vinta per 98-86 contro Trieste, il tecnico della Dinamo Sassari Nenad Markovic è intervenuto in sala stampa per commentare la prestazione fornita dai suoi giocatori in occasione del match valevole per il turno numero 9 di LBA. Di seguito le sue parole.
Sulla gara
“Era importantissimo vincere oggi, come abbiamo detto abbiamo lavorato duramente in settimana con pochissimi giocatori, lavorando al completo solamente negli ultimi giorni. Sapevamo che molto probabilmente Soko sarebbe stato fuori, però segnare così tanti punti in una sfida così pesante psicologicamente non era semplice, specie vincere dato che questa gara era un crocevia importante in ottica futura. Psicologicamente se si guarda la partita ci sono stati momenti in cui il pallone era più pesante, avevamo falli da spendere e a volte abbiamo preso tiri pesanti contro. Nel primo tempo non abbiamo difeso bene eravamo lenti e pesanti, abbiamo commesso diversi errori lasciando tiri aperti. Però siamo rimasti in partita, poi abbiamo capito come crearci i presupposti per far male. Questa vittoria fa bene per la mentalità, per la fiducia e per essere consapevoli di ciò che possiamo fare”.
Sull’attacco
“Normalmente vorrei che i ragazzi trovassero fiducia dalla difesa, nel secondo tempo in questo ci siamo riusciti, mentre nel primo abbiamo giocato a corrente alternata. Però quella di stasera è una serata particolare, abbiamo cinque giocatori sopra la doppia cifra. Tutti hanno dato il loro contributo per contribuire alla vittoria finale”
Su Bibbins e Cappelletti
“Entrambi hanno fatto una buona gara, ma come nessuno oggi. Hanno sempre controllato il ritmo della gara, Bibbins ha lottato e combattuto. Siamo stati molto confusi difensivamente nel primo tempo, ma a parte qualche dettaglio abbiamo gestito bene lo stress del dover vincere”.
Su Veronesi
“Veronesi ha mostrato che il basket è semplice, lui per noi è importantissimo. È un ragazzo che ha capito il suo ruolo, quando prendere il tiro e come comportarsi sul parquet. In questi mesi abbiamo stravolto tanto le gerarchie per capire quale fosse la quadra migliore. Ho parlato con lui a un certo punto perché secondo me non aveva capito quale fosse il suo ruolo, da questo momento è cambiato qualcosa nella sua mente. Lui non sente la pressione, fa il suo lavoro e dimostra di avere gli attributi per essere decisivo nel momento giusto della partita”.
Andrea Olmeo