È un Demis Cavina fortemente insoddisfatto quello che si presenta nel post-partita di Olimpia Milano-Dinamo Sassari, partita persa dai biancoblù per 79-50. Una gara di cui il coach sassarese salva solo la prestazione di Diop e la parte centrale della gara. Queste le sue parole:
“Sono rammaricato per due cose, per l’inizio e per la fine. L’inizio non me lo aspettavo, dopo aver cambiato anche il quintetto siamo partiti con quattro, cinque canestri troppo facili di Milano. E la fine perché penso che non dovessimo concedere questo divario, seppur esistente ed evidente tra noi e loro, ma il divario finale non mi piace. È vero che siamo sempre stati a distanza, è vero anche che abbiamo provato a fare le nostre cose in un momento difficile soprattutto di qualche nostro giocatore. Un segno evidente è la partita di Diop, che è stato il miglior lungo dopo sei mesi che non giocava. Però ripeto, esco con il rammarico per come abbiamo cominciato e per come abbiamo finito”.
Sulla partita e sui singoli
“Tolti i primi cinque minuti, abbiamo giocato una partita precisa e intensa nella parte centrale. Abbiamo iniziato il terzo quarto sbagliando i tiri ma concedendo meno a Milano, tenendo conto di quello che sono le nostre caratteristiche in questo momento e quello che è Milano. Sono molto contento dell’impatto di Diop, un po’ perché l’ho visto crescere negli ultimi due anni a Torino. C’è anche un però: se lui ha fatto questa partita chi è stato portato per fare la differenza deve avere un rendimento diverso. La parte centrale della partita è stata sostanziosa, Milano ha dovuto giocare per scavare il gap. Ma dal punto di vista tecnico e fisico ora contro Milano è una partita proibitiva, basta guardare le percentuali di tiro da due, il fatto di non essere mai entrati veramente in area, nonostante anche qualche buona giocata.
Parzialmente ho risposto su Mekowulu parlando di Diop. Su Clemmons rispondo partendo da Stefano Gentile: lui ha perso qualche palla di troppo, così come Battle ma la loro intensità sulla palla era nettamente diversa. Se non facciamo canestro dobbiamo avere un’intensità diversa, è quella che purtroppo non abbiamo avuto all’inizio e partiva da lui, da Clemmons. Sono leggermente arrabbiato su questa cosa, si può non fare canestro, puoi sbagliare letture o passaggi, ma non puoi prescindere dall’intensità, soprattutto su questo campo. Battle ha un virus che l’ha tenuto a letto in questi due giorni e per questo la sua prestazione non la voglio considerare. I due che ho citato invece mi hanno fatto incazzare, dobbiamo partire da qualcosa di diverso soprattutto se non facciamo canestro”.
Matteo Cardia