Dario Del Fabro, attuale difensore del Giugliano con un passato tra giovanili e prima squadra del Cagliari, ha parlato ai nostri microfoni dopo quest’avvio di stagione che vede i campani impegnati nel girone C di Serie C. Di seguito le sue dichiarazioni.
Le condizioni a Giugliano
“Qua a Giugliano si sta molto bene, è una società piccola ma che ha espresso un buon calcio, fatto divertire i tifosi e raggiunto per due volte i playoff. È stato un anno di cambiamenti, con un nuovo mister e direttore sportivo, ma la società ha preso giocatori importanti. Speriamo di far contenti i tifosi”.
Differenze tra girone B e C
“L’anno scorso è stato il mio primo in Serie C tra Arezzo e Catania. Il girone B forse è più aperto e spettacolare, le squadre si sfidano a tutto campo. Il girone C è più duro e combattuto, con campi difficili. C’è molta fame, intensità e cattiveria: è un campionato tosto”.
Sul Giugliano
“Ci sono stati tanti cambiamenti. La società è reduce da due playoff, poi c’è stato il cambio di allenatore e direttore sportivo. Hanno voluto fare le cose in maniera mirata, sono stati fatti grandi investimenti e credo che possiamo fare un buon campionato. Abbiamo giocatori interessanti, come Borrello e De Rosa, Zammarini che è arrivato dalla Spal. È una bella squadra, in attacco abbiamo anche Nepi che ha fatto sei gol in sette partite. Siamo pronti per un campionato importante”.
L’inizio di campionato
“Abbiamo incontrato squadre forti e organizzate, Salernitana e Cosenza sono reduci dal campionato di Serie B. Quest’anno il girone C è molto difficile perché ci sono corazzate che tentano il salto di categoria. È difficile trovare una squadra che possa ammazzare il campionato, ne vedremo delle belle fino all’ultima giornata”.
La scelta di tornare in Italia
“Scelsi di tornare in Italia e sposare il progetto dell’Arezzo che però non andò bene, però decisi di tornare soprattutto per avvicinarmi a casa e mettere su famiglia, oltre che cercare un percorso post-carriera”.
Sul Cagliari
“Il Cagliari sta investendo tanto, ha bei progetti: crescerà anno dopo anno. Pisacane è un ottimo allenatore ha fatto benissimo nel settore giovanile, ha ottenuto risultati importanti in Primavera. Io lo conosco come giocatore, e penso che da allenatore, oltre alle qualità umane, abbia anche una preparazione tattica da allenatore importante. Ha avuto tanti allenatori importanti che lo hanno indirizzato e stimolato”.
Sulla difesa rossoblù
“Il reparto difensivo è ben amalgamato. Con le conferme di Mina e Luperto si è voluta tenere l’ossatura importante della scorsa stagione. Hanno acquistato giocatori di prospettiva e c’è il giusto mix tra esperti e profili in rampa di lancio. La difesa è sempre un reparto molto importante che in Serie A è importante, il Cagliari può far affidamento su giocatori importanti. Mina ha leadership e carisma, esperienza internazionale che si fa sentire”.
Uomini chiave della stagione del Cagliari
“In questa stagione avrei puntato molto su Belotti, che negli ultimi anni non ha avuto la fortuna che meritava. Purtroppo però si è fatto male. Spero molto in Gaetano, un giocatore talentuoso che deve trovare il giusto equilibrio per consacrarsi nel Cagliari e nel calcio italiano”.
Sulla Torres
“È normale che ci voglia un periodo di consolidamento, dopo stagioni importanti e tanti cambiamenti. Pazienza è un allenatore molto preparato che ha allenato piazze importanti. Sa cosa si aspetta Sassari, ha avuto un percorso da giocatore importante. La squadra c’è, l’ossatura dell’anno scorso è rimasta, è un momento che passerà e la Torres dimostrerà il suo valore”.
Momento più difficile della gestione Abinsula?
“No, non credo sia il momento più difficile. Mi fa sorridere quando si parla di momenti difficili nel calcio, perché basta un pizzico di fortuna e fiducia poiché le cose cambino in meglio. Il calcio va talmente veloce che da una domenica all’altra si passa dalla crisi a una condizione ritrovata”.
Uomo chiave in casa Torres
“In Serie C e Serie B fa differenza il gruppo. Non c’è un giocatore che cambia le sorti della stagione, ma è la squadra a fare la differenza. In passato chi ha vinto il campionato non è stata la squadra che aveva grandi nomi, ma quella che aveva un gruppo affiatato con le idee giuste. La Torres può contare su un gruppo consolidato, giocatori che sono leader e importanti per la città. Ci sono anche giocatori di caratura superiore, come Zaccagno, che al rientro dall’infortunio darà il suo contributo. Mastinu è un giocatore di categoria superiore, anche Musso sarà un punto di riferimento. Si toglieranno grandi soddisfazioni”.
Su Dametto e Florenzi
“Dametto e Florenzi sono forti, preparati. Dametto lo conosco da anni, dal settore giovanile del Cagliari, ci siamo ritrovati da avversari anche l’anno scorso. Se messo nelle giuste condizioni può esprimere al meglio il suo livello. Sono contento sia andato in una piazza come Cosenza che si aspetterà tanto dai suoi giocatori. Florenzi è un giocatore che fa la differenza, ha le caratteristiche del giocatore moderno. Può far vedere che non ha niente a che fare con questa categoria, sono sicuro che per lui sarà un anno importante”.
Il ritorno a Catania
“Sarà bello riabbracciare qualche vecchio compagno e amico. Ma appena l’arbitro fischia non si guarda in faccia nessuno: abbiamo bisogno di fare risultati, abbiamo incontrato squadre forti, dobbiamo tornare nella carreggiata giusta perché abbiamo le qualità per fare bene. Il Catania sicuramente punterà a vincere il campionato e non sarà facile, ma sarà una sfida affascinante ed emozionante”.
Obiettivi personali
“A livello personale non mi aspetto nulla. I miei obiettivi sono quelli della società. Ho accettato la proposta del Giugliano perché ho grande passione per questo sport e per mettere la mia esperienza al servizio dei compagni. Non mi pongo limiti. Sarà un campionato di transizione per via dei cambiamenti fatti, dobbiamo cercare di costruire qualcosa di importante anche in ottica futura. Dovremo tenere i piedi per terra, avere grande umiltà: con le qualità che abbiamo e la società solida alle spalle sono certo che ci toglieremo grandi soddisfazioni”
Francesco Aresu














