Si avvicina l’inizio dell’ultima tappa della carriera sul parquet per Gigi Datome. L’ala olbiese farà parte del gruppo di Pozzecco che parteciperà al raduno di Folgaria (qui la news) e sta trascorrendo gli ultimi giorni di riposo proprio nel nord dell’Isola. Il capitano degli Azzurri ha parlato tra le pagine de La Nuova del momento finale della sua carriera e non solo. Di seguito un estratto.
Sul ritiro
“È stata una scelta che stavo maturando pian piano. Su certe decisioni così importanti non bisogna lasciarsi trascinare dalle emozioni. Mi ero riproposto di decidere a fine stagione, ma in cuor mio sapevo che era giusto fermarmi adesso o tra poco. Di certo volevo farlo da giocatore di alto livello, non come uno che lo era stato. E siccome è finita benissimo non avrei potuto scegliere un finale migliore”.
Futuro
“Sono contento mi sia stata offerta questa opportunità importantissima, che mi consente di stare dietro alla squadra. Il ruolo è diverso, ma sono anche spinto dalla grande curiosità per imparare. Da giocatore non voglio dire che non avessi più nulla da imparare, ma ne avevo viste tante. Ora si parte da zero, il ruolo sarà più sul versante dirigenziale che tecnico. Io numero uno della Fip? È una cosa che va avanti da anni. La vita può cambiare in fretta, ma per ora il mio obiettivo è fare bene con la Nazionale e poi capire come aiutare l’Olimpia a vincere”.
Sui fischi ricevuti a Sassari
“A spiegare non devo essere io. Ho sempre avuto rispetto reciproco con la Dinamo, anche nelle dichiarazioni pubbliche. Qualcuno mi ha detto che il motivo sarebbe la mia esultanza. Ma dopo una stagione difficile, dopo tanto dolore e tanta frustrazione, riesco a essere decisivo: mi permettete di essere felice? Poi, meglio essere fischiato che essere tra quelli che fischiano. Anche perché quei fischi non hanno intaccato niente della mia vita: il giorno dopo sono andato a mangiarmi le cozze a casa mia”
Su un mancato passaggio a Sassari
“Negli ultimi otto anni, senza considerare quelli precedenti in Nba, ho sempre giocato per fare l’Eurolega ad alto livello. Credo che il mio status di giocatore sia quello e sono contento che lo sia stato sino alla fine. Mi fa piacere questo desiderio perché significa stima, ma credo che sia stato meglio anche per Sassari non aver visto l’ultimissima parte della carriera di Gigi. Forse non sarebbe stato piacevole né per lui né per i sassaresi”.
La Redazione