Lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport da Daniele Conti, ex capitano del Cagliari: vi riportiamo alcune sue dichiarazioni.
Scelte
“Mi sento romano e sardo allo stesso tempo. A Roma sarò sempre legato, ma Cagliari è casa mia. Questa terra mi ha adottato. Avere un papà così è stato scomodo. Devi andare al doppio degli altri per toglierti l’etichetta del raccomandato e del “figlio di”. A Roma poi, ancora peggio. Io in giallorosso ho esordito in Serie A, ma poi sono stato contento di andare via. Avevo bisogno di fare il mio percorso. Ai giallorossi ho segnato spesso, ma non l’ho mai fatto per spirito di rivalsa o altro. Negli anni ne ho sentite e subite di tutti i colori”.
Legami
“Mi chiamò un dirigente per tornare alla Roma. In panchina c’era Spalletti e so che mi avrebbe voluto. Ma l’idea di lasciare la Sardegna mi faceva stare male. Le offerte che arrivavano non riuscivo nemmeno ad ascoltarle. II Cagliari è sempre stato la mia Nazionale. Potevo andare a Napoli, a Firenze, in Germania. Di possibilità ne ho avute veramente tante. Un anno mi chiamò Ranieri che voleva portarmi al Monaco. “Ma come faccio a lasciare questa gente”, gli dissi. Sapevo che lui poteva capirmi. Ritiro? Mi sarebbe piaciuto chiudere in maniera diversa, sono stato male per Cagliari e per i nostri tifosi. Non ho festeggiato perché on c’era niente da festeggiare. Era un giorno triste per la Sardegna, mica per me che smettevo. Sarei potuto andare a giocare negli Stati Uniti, l’idea mi piaceva, ma sono contento di aver legato la mia carriera a un’unica maglia. Cagliari è casa mia e lo sarà per sempre”.














