Corsi e ricorsi storici: anche nell’ultimo precedente tra azzurri ed elvetici in campo c’era un calciatore nato a Cagliari, anche se oggi il destino azzurro sembra arridere al centrocampista dell’Inter più di quanto abbia fatto all’attuale dirigente rossoblù
L’ultimo precedente tra Italia e Svizzera risale al 5 giugno 2010 e anche allora, in campo, c’era un cagliaritano. Di nascita, ovviamente: Nicolò Barella oggi, Andrea Cossu allora. Ma il trequartista cresciuto nella Johannes non era l’unico rossoblù nell’undici iniziale, dato che tra il posto tra i pali venne occupato da Federico Marchetti, che qualche giorno dopo si trovò catapultato nel ruolo di estremo difensore titolare dell’Italia Mondiale in seguito ai problemi fisici patiti da Gigi Buffon. Il match si giocò a Ginevra in preparazione della rassegna iridata che di lì a poco avrebbe preso il via in Sudafrica. In panchina Marcello Lippi, in campo un’Italia sperimentale schierata con il 4-3-3 con Quagliarella e Cossu a sostegno del centravanti Pazzini.
Solo 45 minuti per il cagliaritano, schierato in un ruolo propriamente non suo e sostituito all’intervallo dall’ex rossoblù Pepe. Quella partita finì 1-1 e sancì, di fatto, la fine del sogno mondiale per il numero 7 del Cagliari, che in quell’occasione vestì la maglia azzurra con il 26 sulla schiena. Numero insolito, così come la condizione di Cossu premiato dalle convocazioni per la grande annata vissuta in rossoblù, ma lasciato a casa proprio sul più bello dal ct campione del mondo in carica, che alla sua verve e imprevedibilità preferì la riconoscenza verso Pirlo e Camoranesi, pilastri dell’Italia 2006 ma piuttosto fuori forma quattro anni dopo. Di tutt’altro avviso l’esperienza vissuta da Marchetti, che subentrò a Buffon nella gara iniziale pareggiata contro il Paraguay (1-1), vestendo la maglia di titolare nelle due seguenti partite contro Nuova Zelanda e Slovacchia, decisiva quest’ultima per la clamorosa eliminazione al primo turno degli azzurri.
Francesco Aresu