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Cottu: “Amo fare la navigatrice, bello vedere sempre più donne nel nostro sport”

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Veronica Cottu dal lontano 2016 calca il palco rallystico nelle vesti di copilota. Oggi 31 ottobre, la navigatrice sarda si è concessa ai nostri microfoni per parlare della sua esperienza, ma anche degli ultimi impegni che l’hanno vista protagonista: dalla partecipazione al mondiale Rally d’Italia Sardegna al Rally del Vermentino 2024 svolto il 25-26 ottobre.

Veronica Cottu, di solito quando si parla di rally il focus è sul pilota, stavolta cambiamo e passiamo dalla parte del co-pilota. Puoi raccontare, per chi non lo sa, che tipo di responsabilità porta come ruolo e quanto è importante avere intesa con chi guida?
“Il ruolo del navigatore è importantissimo, molti pensano che faccia tutto il pilota, ma come dico sempre è 50% a testa. Se un pilota sbaglia, anche il copilota ha le sue colpe. Le pressioni nel nostro ruolo sono diverse, si ha paura di arrivare tardi con le note, rischiando di uscire fuori strada oppure sbagliare un controllo orari nel mentre che si fa una bella gara ed essere penalizzati, ritrovandosi a fondo classifica. Tutto questo per me è uno stimolo perché hai tante responsabilità, sottolineo che fare il navigatore per me non è un ripiego, ma è quello che ho sempre voluto fare. Più in avanti magari penserò a fare una gara da pilota ma per ora navigare è quello che amo di più in assoluto”. 

14° posto finale nel Rally del Vermentino 2024 a supporto di Maurizio Pusceddu, che esperienza è stata?
“Una bellissima esperienza, 14° assoluti e davanti avevamo dei campioni del campionato italiano, quindi una soddisfazione ancora più grande. Siamo arrivati secondi tra i sardi e con Maurizio abbiamo fatto tante gare, compresa la tappa mondiale. Ci troviamo benissimo, c’è tanto feeling tra di noi, siamo soddisfatti di questa gara, questo è il secondo Vermentino che abbiamo fatto insieme e ogni anno stiamo migliorando sempre di più”. 

Rimanendo in tema Rally del Vermentino, che sensazione ti ha lasciato la Skoda Fabia Rally 2?“Sono delle sensazioni che a parole non riesco a descrivere. Quest’anno abbiamo usato la Skoda Fabia evo Rally 2, mentre sia a Tandalò, che nel Vermentino di due anni fa avevamo la Skoda Fabia R5. La differenza tra le due è abissale, me ne sono resa conto sia dalla partenza in accelerazione, sia alla frenata. La macchina ce l’ha portata Riccardo Lopes (Lbs) e posso dire che sono stati al top per quanto riguarda l’assistenza, siamo rimasti contentissimi”.

Veronica Cottu qua in coppia con Giacomo Melis al Rally Terra Sarda | Foto Luca Piga

Sempre con Pusceddu hai partecipato alla tappa mondiale del WRC in Sardegna a bordo di una Peugeot 208 Rally 4. Cosa si prova a partecipare a una tappa mondiale?
“È il terzo anno che faccio la tappa mondiale in Sardegna, ma come ogni anno non mi sembra vero e mi emoziono perché è strano stare in mezzo a tutti quei campioni, anche se con una macchina più piccola. Però fare le stesse prove che fanno loro è qualcosa di indescrivibile”. 

Nel Rally d’Italia Sardegna, quali sono le tappe che ti hanno messo più in difficoltà?
“Quest’anno con Maurizio siamo stati un po’ sfortunati sia nella prima, che nella seconda giornata, perché non siamo riusciti a fare tutte le prove. L’unica giornata nella quale siamo riusciti a farle tutte è stata la domenica, con l’Argentiera che è stata bella tosta soprattutto nel secondo passaggio perché partendo dopo i primi, si trovavano dei solchi grandissimi, In quel caso il nostro motto è di portare fuori la macchina. L’ultima prova di una gara è sempre quella che ci mette più in difficoltà, ma del resto ci divertiamo tantissimo e cerchiamo di portare a termine la corsa”.

Come vedi il movimento femminile all’interno del motorsport?
“Fortunatamente negli ultimi anni le donne nel nostro ambito sono sempre di più e sono molto contenta di questo, soprattutto perché questo era visto come uno sport principalmente maschile. Invece ora ci stiamo mettendo tutte in gioco e dimostriamo che siamo allo stesso livello degli altri”.

Veronica Cottu in compagnia del padre Paolo, anche lui navigatore | Foto Luca Piga

Che consiglio daresti per avvicinare una ragazza al mondo dei motori?
“Parto nel dire che ci vuole tantissima passione e perseveranza. A casa mia si è cresciuti con l’amore del motorsport, io ho iniziato a 19 anni grazie a mio padre e con lui ho fatto la mia primissima gara, perché voleva vedere se mi piacesse davvero o se si trattasse di una moda passeggera. Invece si è reso conto che avevo voglia di continuare e di crescere, da lì abbiamo iniziato a correre con piloti diversi e dopo quasi 10 anni sono ancora qua”.

Flavio Masala

TAG:  Motori
 
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