A meno di 24 ore dalla sua nomina a capo allenatore della Dinamo Sassari, Gianmarco Pozzecco si è presentato alla stampa nella conferenza della Club House biancoblù.
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“Non c’è stata una trattativa sinceramente: alla domanda di Sardara “Dove sei?” ho risposto che ero già pronto per salire sull’aereo per Alghero. Sono estremamente contento di entrare a fare parte di questa famiglia, non è una cosa che nasce ieri, ma è un’idea che è stata covata da tempo. Quando facevo il commentatore organizzavamo di proposito le trasferte in Sardegna perché qui c’è un’atmosfera unica. Nella mia testa c’è sempre stato il desiderio di venire qui: spesso la mia emotività mi porta a esagerare, ma è la stessa emotività che mi ha spinto a venire qui in un posto magico. In questo periodo la pallacanestro italiana sta soffrendo, Sassari è una mosca bianca perché è una società totalmente sana e questo è un valore aggiunto per un allenatore”.
“Quotidianamente la pallacanestro fa parte sempre della mia vita: i luoghi comuni vogliono che io faccia sempre serata a Formentera, ma ho una certa età e ormai sono un pantofolaio. Quindi a casa non posso che guardare basket e parlare con amici che sono ancora nell’ambiente, quindi conosco tutti i giocatori di questa squadra. Normale che il contatto umano rimanga fondamentale ed è per questo che oggi ho iniziato a parlare con i ragazzi sin da subito. Non ho fatto altro che instaurare un rapporto umano che è alla base di ogni successo sportivo”.
“Parlare di quanto successo prima del mio arrivo mi mette in difficoltà. Colgo l’occasione di salutare e ringraziare Enzo per quanto ha fatto e capisco la sua decisione: è una mossa da uomo vero, non vedo altri che possano prendere una decisione simile. A me interessa guardare quello che è successo prima solo per migliorare e non ho tempo e l’interesse per commentare il passato. La squadra è forte, che può dire la sua: cercherò di fare capire a tutti che nello sport di oggi non è facile vincere sempre e come diceva uno dei miei maestri Charlie Recalcati ” Bisogna saper perdere”, ma questo non vuol dire accettare la sconfitta”.
“Ho un grande difetto: impazzisco e ho reazioni scomposte: la domenica in panchina mi sento in gabbia- conclude-. Stefano (Sardara ndr) che è una persona estremamente intelligente mi ha chiesto di darmi una calmata: mi vedrete più calmo però sempre vigoroso e competitivo. Le squadre devono vivere in un contesto entusiastico, devono godere nel giocare a pallacanestro: diventa tutto più semplice così, devi vivere le cose con serenità. La programmazione quando entri in corsa è relativa, abbiamo subito una partita da dentro e fuori: in questi primi giorni andrà in campo più la squadra di Vincenzo Esposito che quella di Pozzecco. La squadra è cambiata senza Bamforth, era un punto di riferimento: dobbiamo trovare la giusta amalgama nei prossimi giorni, ma venerdì proveremo comunque a vincere. Ho fiducia nel mio staff, Boccolini il mio preparatore atletico di fiducia mi ha assicurato che la squadra sta bene. Ho una ferma convinzione sulla costruzione di una squadra, ma non mi spaventa allenare una squadra che non ho costruito io. Non sono preoccupato, poi la Dinamo ha un roster di livello. La sfida non mi spaventa, sarà per il mio trascorso cestistico che mi vedeva sempre “piccolino” tra i giganti: ho avuto sempre un ruolo da “underdog” e anche alla prima partita sulla panchina di Varese affrontai subito una gara importante come il derby con Cantù”.