Entrate, uscite, accordi e separazioni. Nell’ultimo decennio il Cagliari ha cambiato più volte pelle nei nomi oltre che nel modo di stare in campo. Passando attraverso periodi non semplici a livello sportivo, con due retrocessioni seguite tuttavia da due ritorni immediati in massima serie, ma anche a livello economico. Con l’impatto della pandemia da Covid-19 che ha bussato prepotentemente alla porta di tutti i club, compreso quello isolano. Fatti e congiunture che non hanno però bloccato le operazioni di acquisto o cessione della societĆ rossoblù.
Analisi
Secondo quanto raccolto dall’Osservatorio sul calcio del Cies, il Cagliari ĆØ infatti tra i 100 club più attivi dal 2014 sul fronte del mercato. Nell’analisi rientrano operazioni sia in entrata che in uscita, compresi prestiti onerosi, prestiti con obbligo di riscatto e commissioni. Un propensione all’attivitĆ fuori dal campo misurata attraverso un bilancio tra spese e guadagni netti delle societĆ . Il campo di ricerca del Centre International d’Etudes du Sport ha nel 2014 il suo limite temporale iniziale: anno particolare per il Cagliari, che coincide con l’inizio della presidenza dell’attuale numero uno Tommaso Giulini. Da allora, secondo gli studi del Cies, il volume finanziario del club isolano ha fatto registrare spese più pesanti rispetto ai guadagni di 14 milioni di euro. L’analisi poi si sofferma su tempistiche più ristrette. Dal 2019 il valore riportato dal Cies ĆØ pari a 0, con un bilancio in pareggio tra entrate e uscite. Le casse rossoblù, sin dal superamento della pandemia, avrebbero invece fatto registrare il segno più, con un valore pari a 9 milioni di euro. Ultimo anno esaminato ĆØ il 2023, con il Cagliari che in questo caso torna al segno meno, con il braccio della bilancia che pesa più sul lato delle uscite con un -13 milioni. Nella classifica del Cies, il club isolano si trova in compagnia di altre societĆ italiane: Milan, Inter, Juventus, Bologna e Lazio (con situazioni economiche meno efficienti) ma anche Roma, Torino, Fiorentina, Sassuolo, Udinese, Genoa, Sampdoria e Atalanta. La societĆ bergamasca recita il ruolo di squadra con il valore netto positivo più alto tra le italiane, con un +227 milioni fatto registrare dal 2014.
La Redazione














