Gianni Chessa, neoassessore al Turismo della giunta Solinas, parla da Porto Torres delle sue idee su come rilanciare l’economia dell’isola.
Secondo Chessa, uomo di punta della coalizione di centrodestra che guida la Regione ma si trova in piena impasse sulla formazione della Giunta a causa delle frizioni tra i molti ed eterogenei alleati, la chiave è quella di abbattere molti dei vincoli ambientali per favorire la realizzazione di insediamenti in grado di rilanciare il turismo.
“Ci son troppi vincoli – ha detto durante l’incontro al Museo del Porto, come riporta L’Unione Sarda – impediscono la realizzazione di campi da golf che potrebbero creare dai 3 ai 5 milioni di posti di lavoro. Bisogna vivere di turismo perché – ha aggiunto Chessa – il modello industriale non ci appartiene più”, ha ribadito con considerazioni fatte a più riprese anche in altre sedi.
Porto Torres vuol dire un complesso industriale ormai a livelli archeologici con tutto ciò che questo comporta. “Porto Torres si è venduta alla chimica – ha detto Chessa – che ha fallito lasciando una cattedrale nel deserto, inquinamento e disoccupazione. La chimica ci ha fatto vivere per trent’anni facendo crescere una generazione e ammazzandone tre. Dobbiamo riprenderci quello che ci è stato tolto. Interverremmo sulle fiere e invece di farne 18 ne faremo la metà ma di qualità – dichiara l’assessore Chessa – in modo da vendere il marchio Sardegna per identificare i nostri prodotti e i servizi”.
Per Chessa (Psd’Az) è stato un weekend intenso nel nord Sardegna. Sabato, accanto al presidente del Consiglio regionale Michele Pais (Lega), aveva presenziato ad Alghero lanciando l’idea di fare del Palacongressi di Alghero l’ambasciata del turismo sardo, perché “dispiace molto vedere un grande patrimonio della Regione in stato di abbandono”.