Ospite di Radio Rai, nel consueto appuntamento mattutino con Radio Anch’io Sport, Massimo Cellino non ha nascosto il suo istrionismo.
Il Brescia, in settimana, ha conquistato la promozione in Serie A, tornando nella massima serie dopo otto anni. Cellino ha centrato l’obiettivo alla seconda stagione in Lombardia. “Chi è che può dire quanto riusciremo a rimanere in Serie A? – esordisce il presidente delle Rondinelle stuzzicato sulle ambizioni del club – Non sarà facile tenere i giocatori migliori e più giovani. L’ultima cosa che farò è vendere i miei gioielli (Tonelli in primis), è già molto difficile trovare calciatori bravi. Con il Cagliari ci salvavamo ogni anno pur non sapendo ad inizio stagione che fine avremmo fatto. La Serie A è sempre fondamentale per la sopravvivenza, cercheremo di attrezzarci. Ho ritrovato un calcio italiano di livello molto basso, in Francia, Spagna e Inghilterra girano molti più soldi, qui siamo bloccati da burocrazia, politica e problemi davvero eccessivi”.
In studio i giornalisti gli chiedono di come abbia fatto a ottenere risultati nel nord Italia nonostante sia meridionale. Ma Cellino precisa: “Io non sono meridionale, sono sardo, ci tengo a precisarlo”. Poi continua. “Grazie al sangue piemontese di mio padre forse mi sono ambientato facilmente nel nord Italia. Ho imparato a fare calcio in oltre trent’anni di esperienza, non tutti hanno il vissuto che ho io. Corini? Abbiamo già l’accordo per continuare, a meno che non voglia andare via lui… A chi paragonerebbe Tonali? A Tonali… Ha qualità sia offensive sia difensive, mi ricorda Falcao, è freddissimo nonostante la faccia da bambino, per me una bella sorpresa, ho visto tanti giocatori bravi ma per me è un mezzo marziano. Il caso Palermo? E’ una vergogna, le partite si vincono in campo e non alzando tanti polveroni, mi piange il cuore nel vedere questa realtà che amo da sempre in queste condizioni”.
Con quale spirito tornerà a Cagliari con il suo Brescia? “Io sono un emigrato nel nord Italia. Ho cercato di dimenticare Cagliari in Inghilterra e non ci sono riuscito, allora sono venuto qui a Brescia. Ci torno poco, la Sardegna la frequento poco e non da oggi, torno solo per questioni di lavoro e perché ho ancora casa”.