Così il direttore sportivo del Cagliari intervenuto ai microfoni di TMW Radio durante il programma “Stadio Aperto”.
Aspettative per il finale di stagione: “Questo è un altro campionato, è una cosa nuova per tutti che ci mette alla pari. Abbiamo i ragazzi che son rimasti fermi novanta giorni a casa, per le squadre medio-piccole come noi sarà una cosa particolare. Ma sarà pure un’occasione per i ragazzi di mettersi in mostra, credo che ci saranno tantissime sorprese”.
Sul calo di prestazioni del Cagliari da dicembre in poi: “Mi son fatto tante domande, mi son dato anche delle risposte. Credo che 2 o 3 partite ci abbiano condizionato a livello emotivo, perché pensavamo di dover fare qualcosa di davvero straordinario. La sconfitta con la Lazio ci ha messo preoccupazione, questa è una colpa e non una giustificazione: anche per questo dobbiamo andare a giocare le 13 partite che ci aspettano per fare bene. Quello che doveva essere uno stimolo è diventato un peso”.
Sul rapporto con Maran e Zenga: “Rolando è stato e rimarrà un allenatore importantissimo che ci ha dato tanto a livello di lavoro e professionalità. È una persona di grandi qualità tecniche e morali, per me il cambio di allenatore è sempre una sconfitta, ma quando la squadra non riesce a reagire sei costretto a prendere scelte dolorosissime. Serviva dare una scossa e Walter ci è sembrato la persona giusta: per me ha avuto molto meno di quello che meritava, perché ha fatto bene anche da allenatore. Queste 13 partite sono una grande chance di rilancio anche per lui e per la sua carriera, ci aspettiamo grande gioia e determinazione nell’andare a giocarle”.
Sul recupero di Pavoletti: “Il suo è stato un grosso problema, perché lui per il Cagliari è stato sempre determinante, ma non tanto per l’attacco, dato che siamo andati bene a partire da Joao Pedro, che si è fatto trovare subito pronto. La legnata è stata più a livello psicologico, perché si è passati dall’essere pronti a rivederlo in gruppo al nuovo infortunio, arrivato in modo sciocco e sfortunato, dato che è arrivato in una serata di festa tra amici”.
Su Nainggolan: “Ho trovato un giocatore forte e un ragazzo di livello, a noi non ha creato un problema che sia uno. È un ragazzo di una generosità incredibile, spesso si dimentica di essere Radja Nainggolan e quando parla fa notizia, ma lui ha un grandissimo attaccamento per il Cagliari. Poi è un calciatore dell’Inter e non posso dire cosa sarà del suo futuro: sicuramente è concentrato sul giocare al meglio questo finale di stagione, anche se si dovrà vedere quante partite gli farà saltare questo problema al polpaccio, che lo terrà fermo 20 giorni. Poi se l’Inter, che detiene i diritti sportivi ancora per due anni, deciderà che non deve restare là, si vedrà se e quanto potremo esserci”.
Sulle scadenze di contratto e sui prestiti: “Non si può parlare di nuovo campionato se non si risolve prima questo problema: il Cagliari ha preso Nainggolan e Pellegrini facendo un investimento per 38 partite, non per 25. Non si può far finta di nulla su questo argomento, perché non è giusto e si rischia di falsare il campionato. Spero che domani in assemblea si risolva qualcosa. Noi non abbiamo situazioni particolarmente difficili, con Nainggolan il problema non si pone, Pellegrini ha solo vantaggi a stare qui. Ma non è questione di partite giocate, perché vale anche per calciatori che han giocato 3 partite: non puoi cambiare le rose delle squadre quando mancano 12-13 partite. Il mercato si farà a settembre, penso che ci sarà più o meno il solito mercato: ma per me è lontano, io penso a domattina”.
Sullo step di Joao Pedro da assistman a centravanti: “Capita agli attaccanti, perché quando arriva l’annata giusta nel pieno della maturità poi succede che segni in tutti i modi. Credo che Joao abbia preso consapevolezza di poter fare l’attaccante anche ad altissimo livello, così come per me lui è molto forte dentro l’area: forse quest’anno, che lo hanno fatto partire più vicino alla porta, abbia poi fatto bene”.
Sulla rosa della prossima stagione: “Io credo che ci siano dei ragazzi come Rog, Nandez, Simeone, Joao Pedro, che peraltro sono di proprietà del Cagliari, abbiano grandi margini di crescita. Nandez è arrivato senza pause dal Sudamerica e si è buttato dentro alla grande, come Rog e Simeone. Il Cagliari vuole fare le cose per bene, ma ancora non abbiamo fatto una riunione per programmare, ma sicuramente per portar via i giocatori al noi servano offerte importanti. Se si venderà qualcuno, come fatto un anno fa con Barella, sarà solo perché si vuole crescere e reinvestire in nuovi ragazzi”.