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Canzi: “Torres buona squadra, sarà una partita molto complicata”

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L’allenatore del Pontedera, Max Canzi, già alla guida della Primavera del Cagliari (con una parentesi da vice allenatore della prima squadra rossoblù) e dell’Olbia, è intervenuto ai nostri microfoni durante la rubrica settimanale Serie C…entotrentuno. Queste le sue parole.

L’impatto alla guida del Pontedera

“Sinceramente non era una situazione facile. È stata una scelta abbastanza particolare della società, ho trovato una squadra giustamente legata all’allenatore precedente. E’ stato un subentro non semplice però ho trovato una squadra con ottimi valori tecnici e umani, è stato sicuramente un buon impatto. Poi i buoni risultati ti aiutano”.

Il ritorno come allenatore in una squadra toscana

“Io ho fatto tre anni in Toscana come vice di Mario Beretta al Siena. Il mio imprinting dei professionisti gli ho fatti qua. È stato una sorta di ritorno alle origini, un ritorno a casa.”

Il girone B della Serie C

“È un campionato molto equilbrato, è un campionato nel quale puoi perdere con chiunque vincere con chiunque,. noi abbiamo giocato con squadre di bassa classifica e sono tutte partite complicate. Ci sono squadre che sono partite come corazzate in questo campionato, il Gubbio ha un allenatore abituato ad essere in quelle posizioni di classifica. È un campionato molto interessante e livellato”.

Cosa teme di più della Torres vista la rabbia per aver preso gol nel derby con l’Olbia nel finale?

“Le situazioni contingenti sono abbastanza estemporanee. Sicuramente è una squadra di buon livello. Non è partita bene, ma una squadra che arriva da tre gare gare senza prendere gol e lo subisce al 94′ della quarta la dice tutta sull’organizzazione di gioco. Questo vuol dire che sei squadra e avrà il nostro massimo rispetto. Sarà una partita molto complicata”.

Chi teme di più tra Scappini e Ruocco

“Mi chiedi se vorrei morire di spada o di pistola (ironizza n.d.r.). Mi preoccupano entrambi, sono ottimi giocatori, ognuno con le proprie caratteristiche. La Torres è una squadra in toto pericolosa con una piazza che ha fame di grande calcio e che vola sulle ali dell’entusiasmo”.

Sul momento Olbia

“Io credo che sia tutto molto normale. Anche il mio inizio è stato molto stentato se non peggio. Io la mia prima vittoria l’ho fatta dopo 8 partite se non sbaglio. La squadra è cambiata tanto. Occhiuzzi non lo conosco personalmente ma lavora con tanti miei collaboratori e so che sta lavorando bene, ma non sta a me dirlo. È stata fatta una squadra com’è nelle corde dell’Olbia, una squadra di giovani, recuperando alcuni profili molto interessanti. Credo sia stato fatto un buon lavoro e che con il tempo i risultati arriveranno”.

Il fattore pubblico a Olbia

“Il pubblico è un’arma a doppio taglio, soprattutto quando la squadra è giovane come l’Olbia. La presenza del pubblico ti mette pressione, perché può essere stimolo per fare prestazioni migliori o può causare ansia quando è negativa e questo si ripercuote poi in campo. Non si può prescindere dalla pressione del pubblico purché sia a livelli civili”.

Com’è stato ritrovare Ladinetti in questa avventura?

“Ritrovare Riccardo è stato un piacere, è uno dei giocatori che ho allenato per un periodo più lungo e il bello è che non l’ho chiesto io. Riccardo l’ho trovato molto maturato come giocatore e come persona. È uscito anche lui dalla sua zona di comfort per diverse ragioni”.

Su Izzillo

“Per quanto riguarda Izzillo non lo conoscevo. Era uno dei pochi ragazzi che fanno i professionisti che è fuggito dalle grinfie del Cagliari degli ultimi anni, è un ottimo ragazzo, un ottimo giocatore, purtroppo è uno di quelli che ho utilizzato di meno ma sarà un giocatore importante per noi”.

Quale giocatore avrebbe portato con se al Pontedera?

“Direi Ragatzu (sorride n.d.r.). Chi non prenderebbe Daniele. Allenarlo è molto piacevole e divertente. È un grandissimo professionista oltre che essere un ottimo professionista, lo stesso Biancu, ma ci sono tanti giocatori, Travaglini è un giocatore interessante. Brignani, un po’ tutti quelli che ho avuto di giovani nella scorsa stagione. La Rosa è un giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero avere nella loro squadra”.

Sui giovani sardi fuori dalla Sardegna

“Secondo me uscire dalla Sardegna è importante ma non è detto che debba essere fatto subito, Contini l’ha fatto. Il fatto di trovare Ladinetti così maturato è perché mentre a Olbia rimaneva ragazzo del Cagliari, qui è arrivato non conoscendo nessuno e non da under, questo l’ha obbligato a responsabilizzarsi”.

Biancu pronto al salto?

“Probabilmente sì, l’Olbia in lui ha fatto un grande investimento, lo ha preso a titolo definitivo dopo tanti anni. Ha fatto questa scelta, una scelta rispettabile, può essere diversa e non è detto che quello che ho detto prima valga sempre”.

Cosa cambierebbe nel format della Lega Pro

“Non lo so. Credo che già la riduzione che è stata fatta 5-6 anni fa sia stata importante. A mio avviso l’attuale formula è vincente perché ti permette di mantenere il campionato fino alle ultime giornate. Con questa forbice strettissima tra playoff e playout rende la competizione aperta fino alla fine”.

Che giovane di questo girone B segnalerebbe per una big?

“È difficile. Io per esempio ho 2-3 giocatori interessanti che abbiamo in prestito. Ogni anno dalla Serie C giocatori ne vengono fuori. Mi viene in mente Bianchi (ora al Brescia n.d.r.)”.

Sull’esperienza al Cagliari Primavera

“Il ricordo più bello che ho dell’esperienza al Cagliari alla guida della Primavera è stato quando abbiamo vinto i playoff di Primavera 2. Ci siamo trovati in Primavera 2 per un cambio di format e dovevamo salire. L’abbiamo gestita come una prima squadra ed è stato molto bello. La cosa più brutta è stato non poter giocare al mio ultimo anno quando hanno sospeso il campionato per la pandemia, eravamo 3 punti dietro all’Atalanta. A bocce ferme credo che sia il miglior risultato nella storia della Primavera del Cagliari e soprattutto è stato assegnato lo Scudetto all’Atalanta con ancora lo scontro diretto da giocare. E’ stata una delusione. I ragazzi meritavano la finale”.

Sulla crisi del Cagliari

“Mi aspettavo che l’impatto sarebbe stato complicato, la Serie B è un campionato difficilissimo e raramente come quest’anno in B ci sono così tante squadre competitive. L’emozione è relativa perché ci si emoziona quando si vince. Io sono convinto che questa sia una squadra di ottimo livello e sono convinto che ne verrà fuori. Probabilmente bisognerà sistemare qualcosa come normale che sia però non sarei disfattista. Credo ci sia ancora tempo per raddrizzare la baracca”.

Filippi

“Quanto è complicato per un tecnico come Filippi tornare in Primavera dopo le esperienze tra i professionisti? È molto diverso. Credo che allenare nel settore giovanile sia border line Michele l’ha fatto per tanti anni, prima ha allenato nei Dilettanti, ha fatto sia il collaboratore che l’allenatore a Olbia. È un tecnico dal bagaglio importante, è una persona di grande spessore”.

Sulla differenza tra il livello della Serie B e della Serie C

“Sicuramente la Serie B come nomi e come giocatori, come club si avvicina alla Serie A”.

La Redazione

 
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