Daniele Conti è stato intervistato da Sky Sport nel giorno del suo quarantesimo compleanno.
Per lui il riconoscimento da parte del Comune di Cagliari in nome dell’attaccamento dimostrato alla maglia rossoblù. “Ringrazio le istituzioni, il presidente del Consiglio, la società, sono molto emozionato”.
“Ho tanta esperienza da fare – dice – Sto imparando un nuovo mestiere, un po’ la vita da spogliatoio mi manca, però con il gruppo della Primavera rivivo l’adrenalina delle partite e di tutto quello che c’è intorno alla settimana del calciatore. E’ molto più difficile da dirigente, è tutto nuovo, preferivo giocare a calcio sicuramente… Adesso chiedo molti consigli, imparo e spero di dare il massimo per questi colori che sento addosso”.
“Quando smisi, nel 2015, non ne avevo più, faticavo a dare il mio contributo al Cagliari, la squadra che amo e che ho sposato, assieme alla città. Il rammarico è quello di non aver evitato la retrocessione“.
Sul peso del cognome Conti: “Sicuramente è stato difficile, però queste cose ti formano dal punto di vista caratteriale, e se hai delle qualità alla fine emergi. Questo è quello che dico ai miei figli”.
Inevitabile parlare di Nicolò Barella, l’uomo del momento in casa Cagliari a livello tecnico e di calciomercato. “Ha grande intensità, fame, non molla mai, e poi ha delle enormi qualità sul campo. Il ruolo dove rende meglio? L’ho visto sin da piccolo perché da giovanissimo giocava con noi, può fare tutti i ruoli del centrocampo, sono contento per quello che sta facendo col Cagliari e in Nazionale”.
Tra i ricordi ci sono le partite contro la Roma e contro il Napoli. “Ai giallorossi ho spesso fatto gol, ma non avevo uno spirito di rivalsa particolare… Col Napoli segnai quel gol allo scadere nel gennaio 2008 che cambiò la nostra stagione verso una salvezza miracolosa. Fu una soddisfazione e un’enorme emozione”.
Proprio il Napoli venne rifiutato da Conti, lo farà anche Barella? “Su di me posso rispondere, e rifiutai perché amavo solo una maglia. Non so come vada la trattativa per Nicolò”, taglia corto con la solita signorilità la bandiera del Cagliari. Nato a Nettuno ma sardo a tutti gli effetti.