Un ruolino da imbattuti, con la promozione in Prima Categoria grazie alla vittoria del Girone B con 72 punti, frutto di 23 vittorie, 3 pareggi e zero sconfitte. Sono i numeri che raccontano la cavalcata dell’Uta 2020, società nata per l’appunto soltanto tre anni fa, grazie alla voglia e passione di un gruppo di giovani e intraprendenti ragazzi. Una promozione cullata fino alla fine anche dal Perdaxius, che ha chiuso la stagione distaccata di appena un punto. Abbiamo scambiato due chiacchiere con alcune figure chiave dell’Uta 2020: il presidente Marco Baroncelli, il mister Carlo Saba e il capitano Raffaele Picciau.
Parola di presidente
“È stato un anno calcistico lunghissimo – esordisce Baroncelli – perché sembrava non arrivasse più la fine, ma allo stesso tempo è passato molto velocemente perché è stato intenso e quindi non c’era nulla di scontato sino all’ultima giornata, io sono del parere che se siamo riusciti ad arrivare a fare così tanti punti in classifica e tutti questi numeri da record, è merito oltre che al duro lavoro di un anno intero, anche del Perdaxius, cui vanno i miei complimenti, che con la sua tenacia è rimasta a un punto da noi, che abbiamo avuto sempre il loro fiato sul collo. È per questo che i ragazzi, grazie al lavoro di mister Saba e di tutto lo staff, avevano una motivazione in più per ottenere i 3 punti la domenica, quindi non ci ha permesso di rilassarci sino all’ultimo. Tutto è iniziato con mister Saba: grazie alla sua esperienza ha scelto i suoi collaboratori e giocatori, analizzando prima di tutto l’aspetto caratteriale e successivamente l’aspetto tecnico. Il nostro pubblico è sempre più numeroso: le persone sugli spalti trasmettono ai ragazzi una carica in più, sono il nostro 12º uomo in campo, e spero aumenti sempre di più il seguito della squadra. Un altro elemento fondamentale sono i nostri sponsor, che fanno un enorme sacrificio, e sostenendoci ci permettono di andare avanti”. Obiettivi futuri? “Non mi piace fare il passo più lungo della gamba, quindi piedi per terra e lavorare duro. Siamo consapevoli che nessuno ci regala nulla. Mattone dopo mattone cercheremo di sollevare su il muro; però essendo consapevoli che alla base ci devono essere sempre le fondamenta. Il sogno è quello di portare a Uta una categoria che non c’è mai stata, ovvero la Promozione. Speriamo di poter realizzare presto questo desiderio. Inoltre, il mio sogno personale è quello di avere una scuola calcio che insegni a bambini e ragazzi i principi della vita e allo stesso tempo insegni uno sport, perché escano dalla trafila del nostro settore giovanile come individui dai sani principi, aldilà del loro futuro calcistico”.Â
Gruppo consolidato
“Abbiamo avuto la fortuna di partire con gran parte del gruppo dalla Terza categoria – commenta Carlo Saba, tecnico dell’Uta 2020 – e avendo avuto la possibilità di conoscere tutti al meglio, grazie alla società , abbiamo ampliato la rosa. Sicuramente ci sono margini di miglioramento: più si sale di categoria, più i dettagli fanno la differenza. Partendo da delle basi importanti, possiamo crescere sotto alcuni aspetti. Abbiamo la fortuna di avere ragazzi giovani ma con diversi campionati alle spalle, ora questo gruppo dovrà essere bravo a far crescere i fuoriquota che dovremmo inserire nella rosa. Quest’anno non c’è stato un momento particolare di difficoltà , siamo partiti primi e abbiamo terminato primi: con la chiusura del mercato il gruppo ha fatto quadrato, vincendo tutte le partite al netto del pareggio a Perdaxius”. Una partita da ricordare? “La vittoria contro il Club San Paolo all’andata, vinta al 94′ in inferiorità numerica: abbiamo subito il 2-2 su autorete mentre eravamo già in dieci, se non sei squadra, in una partita così perdi la testa e perdi anche il campionato. Lì ho capito che non avremo mai perso”.Â
“Essere primi a fine stagione è sempre tanto bello quanto complicato, a prescindere dalla categoria”, ci dice Raffaele Picciau, capitano dell’Uta 2020. “Aver contribuito a riportare Uta in prima categoria ha sicuramente un sapore speciale, non tanto per averlo fatto da capitano, ma perché abito a Uta da quasi 5 anni e tutti mi hanno fatto sentire da subito come a casa contagiandomi con il senso di appartenenza al paese. Per questo ringrazio soprattutto il gruppo dei miei compagni e dirigenti utesi. Merita un applauso la programmazione della società , attenta anche ai minimi dettagli: avendo vissuto altre realtà posso affermare che non è scontato. Ha messo in condizione lo staff e tutti i componenti della rosa di concentrarsi per l’obiettivo comune. Ma un ringraziamento particolare lo meritano i nostri tifosi, che sia in casa che in trasferta ci hanno sempre fatto sentire il loro calore colorando le tribune e incitando la squadra anche nei momenti delicati, sono stati decisivi. All’interno dello spogliatoio, prima di ogni gara, sapevamo che gli utesi erano pronti a sostenerci e questo ci dava una spinta in più”.
La Redazione (ha collaborato Pietro Aretino)














