Dopo la pesante vittoria ottenuta ieri, domenica 10 novembre per 1-0 da parte del Calangianus nel derby contro i rivali del Tempio di mister Giorico nella 9ª giornata di Eccellenza, i giallorossi hanno agganciato proprio i Galletti in quarta posizione in classifica, stabilendosi saldamente nella zona playoff. Un inizio di stagione importante da parte dei ragazzi di mister Simone Marini che oggi abbiamo intervistato per farci raccontare, oltre alle sensazioni all’indomani della conquista del derby al Signora Chiara, anche il suo punto di vista per questo avvio convincente della sua squadra. Di seguito le sue dichiarazioni
Mister, una stagione che vi vede protagonisti fin qui, con un grande inizio: cinque vittorie, tre sconfitte, un pareggio e una quarta posizione in classifica che vi rende una delle sorprese positive di questo avvio stagione. Quali sono le sue sensazioni?
“Sicuramente le sensazioni fin qui sono positive, abbiamo iniziato la stagione molto bene, cosa non scontata, considerando il rinnovamento per il 70% della squadra rispetto all’anno scorso, con un mercato estivo sostenibile da tutti i punti di vista. Alla vigilia c’erano delle incognite, ma in questo senso l’inizio per noi è stato molto positivo. Ancora è presto per parlare di sorprese o rivelazioni sia per le squadre che stanno facendo bene e per quelle che hanno fatto più fatica fin qui: c’è ancora molto da giocare, ma per il nostro obiettivo iniziale, aver raccolto 16 punti significa aver messo fieno in cascina, cosa, che ci permette di lavorare in maniera più serena”.
Nella giornata di ieri, 10 novembre, è la vostra vittoria nel derby contro il Tempio, una tra le favorite per il primato, a fare rumore: quanto è soddisfatto per questo risultato?
“Per Calangianus e per tutta la comunità questa è sempre stata una partita diversa dalle altre. È una gara sentita da entrambi i paesi e dalle due tifoserie. In settimana abbiamo lavorato bene, cercando di mantenere un ambiente tranquillo, allentando spesso la tensione perché sapevamo che gli stimoli gli avremmo trovati in campo. Abbiamo preparato bene la partita basandoci sulle caratteristiche dell’avversario oltre che sulle nostre prerogative come squadra, cercando di non calcare troppo la mano a livello emotivo, considerando che molto spesso arrivare alla partita con un eccesso di voglia si riveli controproducente. Tecnicamente abbiamo affrontato una squadra attrezzata per fare un campionato di vertice, pertanto aver vinto dà sicuramente morale. È stata una vittoria di gran valore per noi. Ho sottolineato ai ragazzi l’importanza della partita contro il Bari Sardo la settimana scorsa, quella contro il Tempio di domenica ma anche la prossima contro il Ghilarza, perché noi abbiamo bisogno di punti e siamo intenzionati a farli contro chiunque. È innegabile che quando siamo entrati in campo, l’atmosfera fosse quella delle grandi occasioni. La tribuna era piena di persone: questo derby è sempre qualcosa di particolare. Ieri per me e per i giocatori, soprattutto per coloro che avevano già giocato questo match in passato, è stata un’emozione forte e vincerlo in questo modo: con pazienza, cercando di fare le cose preparate in settimana senza farsi travolgere dall’ottima partenza che sapevamo si sarebbe verificata da parte del Tempio, è stato per noi motivo di orgoglio. Abbiamo meritato di vincere. Questa vittoria per noi rappresenta tanto ma è un risultato che non ci deve distogliere dall’obiettivo. Il post partita? I ragazzi hanno fatto festa, l’entusiasmo e la soddisfazione nello spogliatoio era tanta”.
Dati alla mano siete tra le squadre che segnano di più in questo campionato. Fare gol aiuta a vincere certo, ma a cosa attribuisce il merito di questa grande produttività in fase realizzativa?
“Già da quest’estate quando ci siamo conosciuti con il gruppo squadra sapevamo che rispetto al passato, anche per caratteristiche individuali diverse, sarebbe stato diverso in fase difensiva: sapevamo che avremo subito più gol rispetto allo scorso anno, dove il Calangianus è stata una delle migliori difese, aspetto peraltro determinante, che ha inciso positivamente sulla salvezza ottenuta. Quest’anno con giocatori diversi, abbiamo cambiato il modo di giocare e questo, se da una parte ci espone di più ai gol avversari, dall’altra permette una partecipazione maggiore da parte di tutti alla fase offensiva. Non è un caso infatti che ieri il primo cross da cui è nato il gol è arrivato da Dombrovoski, un nostro difensore, che ha messo la palla dall’altra parte dove c’era Ciganha, altro centrale di difesa che, a seguito di uno scambio con Demurtas ha propiziato il cross dove Kassama è stato bravo ad andare a segno. Questa è una cosa ricorrente quest’anno, al di là dei gol dei nostri difensori, ciò che colpisce è la partecipazione e la propensione ad attaccare da parte di tutti. Abbiamo doti tecniche importanti e questo ci permette di imbastire un gioco più offensivo che porta tanti giocatori alla conclusione. Il nostro atteggiamento è quello di attaccare e i ragazzi lo stanno facendo molto bene. Nessun segreto insomma, il merito è di tutti, della disponibilità e dell’ascolto che stanno mettendo ogni giorno nel tentativo di migliorare e crescere ulteriormente: se poi hai la qualità tecnica diventa tutto più facile”.
Una stagione diversa rispetto a quella dell’anno scorso. A questo punto dell’anno, il Calangianus si trovava in penultima posizione con cinque punti dopo ben sei sconfitte, due pareggi e una sola vittoria. Uno score ben diverso rispetto a quest’anno con lei seduto in panchina. Qual è la principale crescita che lei riconosce al gruppo?
“La squadra lo ripeto è cambiata per il 70-80% rispetto allo scorso anno. Reparto difensivo a parte, rimasto praticamente immutato, gli altri due sono stati cambiati profondamente. Oltre a Sambiagio e Tusacciu, il centrocampo è cambiato radicalmente. Allo stesso modo anche l’attacco è stato rinnovato a fondo. È difficile dire cosa sia cambiato nella testa di chi c’era l’anno scorso, perché io non ero presente, ma in questo momento, con gli arrivi che ci sono stati, abbiamo trovato il “vestito giusto”. Ripeto, stiamo parlando di appena un terzo della stagione quindi è davvero prematuro parlare del futuro. In estate con la società siamo andati a cercare giocatori prevalentemente locali con valori umani importanti: se riesci a formare un gruppo di bravi ragazzi e disponibili con tutte le caratteristiche personali di ciascuno e con delle buone doti calcistiche, sei già a buon punto. Da questo punto di vista posso dire di aver trovato un gruppo eccezionale sulla quale non ho niente da recriminare. Fin dalle amichevoli precampionato la sensazione è stata molto positiva, chiaro, poi devi avere il riscontro in campionato con le avversarie di categoria, ma il gruppo aveva dimostrato di essere in grado di far bene fin da subito. Successivamente i due successi in Coppa Italia, ci hanno dato ulteriore fiducia e con questa si sa, si possono fare tante cose. Sappiamo che arriveranno momenti di burrasca e anche lì valuteremo il nostro valore umano e la nostra tenuta mentale, perché per noi lo ribadisco è la salvezza il vero obiettivo. Io non guardo tanto il quarto posto attuale, quanto il numero delle squadre che ci teniamo dietro: poi con la qualità e l’entusiasmo e una società come la nostra alle spalle, costituita da persone serie e appassionate, si possono fare grandi cose. Quanto merito c’è da parte mia? Il merito è dei ragazzi e del loro atteggiamento nei confronti del lavoro, il resto è della società e dello staff che cerca di mettere in condizione i propri giocatori per esprimersi al meglio”.
Se invece le chiedessi quale aspetto deve migliorare la sua squadra in vista del futuro quale sarebbe?
“Sono sicuro ci siano dei margini di miglioramento importanti, di questo dobbiamo essere felici. Sicuramente dobbiamo lavorare per cercare di trovare sempre più soluzioni non avendo lo stesso spartito a livello di gioco ma bensì cercare di fare qualcosa di nuovo per evitare di essere facilmente codificabili dalle altre squadre. È importante uscire dagli schemi per essere più imprevedibili e in questo sicuramente dobbiamo lavorare, perché secondo me sarà la sfida principale per riuscire a fare risultati in futuro. Oltre questo poi, la cosa su cui dobbiamo essere bravi è la fase realizzativa. In tante partite precedenti come quella contro il Budoni ma anche contro lo stesso Bari Sardo, dove abbiamo vinto con due gol di scarto, avremmo potuto essere più cinici e concreti, perché poi rischi di trovare avversari bravi in grado di punirti alla prima disattenzione, facendoti pagare questo tipo di mancanze. In questa stagione lo abbiamo già pagato a Gavoi ad esempio, in futuro potrà sicuramente ripetersi di fronte a squadre con capacità offensive importanti, per questo diventa fondamentale migliorare velocemente. Questo è un aspetto su cui a differenza dell’imprevedibilità, è qualcosa su cui serve migliorare il prima possibile”.
Al di là della salvezza crede che il Calangianus possa ambire a obiettivi più nobili o considera altre squadre favorite per il salto di categoria?
“È difficile dirlo oggi. Con il mercato, il girone di ritorno spesso sembra essere un campionato a parte rispetto a quello di andata, tante cose cambiano in maniera repentina quindi non è facile prevedere questo genere di cose. Io, considerata la piazza e l’entusiasmo di Calangianus, credo che l’obiettivo che ci si potrebbe porre sarebbe quello di, a salvezza acquisita, divertirsi il più possibile. Questo arriva con i risultati e con la serenità a seguito di un percorso stagionale solido. Fare una previsione in termini di punti è impossibile, l’unica cosa che al momento appare chiara, considerato l’andamento delle prime, è che ci possa essere un vuoto tale da non permettere la disputa dei playoff. A me personalmente è capitato di vedere qualcosa di simile due anni fa con il San Teodoro con cui abbiamo ottenuto 57 punti, piena quota playoff, non abbiamo avuto la possibilità di giocarli. Al di là di questo comunque, se pensiamo partita per partita, con la convinzione e la qualità dimostrata finora nulla è impossibile. La prima condizione però, è un traguardo indispensabile per far si che la seconda si realizzi, pertanto pensiamo a una cosa per volta perché la salvezza non sarà facile per niente, nemmeno adesso, che i presupposti per noi sembrano positivi”.
Un’Eccellenza dall’alto tasso tecnico quella di quest’anno, qual è il suo giudizio sulla categoria e quali squadre secondo lei potranno essere una sorpresa?
“È un campionato molto competitivo, Monastir e Budoni sembrano essere le due favorite sulla carta. Non ho ancora avuto modo di vedere il Monastir giocare, ma ho l’impressione che la costruzione della rosa sia stata fatta per ambire a grandi obiettivi. L’Ossese è un cliente scomodo per tutti perché dirà senz’altro la sua. Tutte le altre poi: Tempio, Alghero, Villasimius, Iglesias e Nuorese sono squadre che tolti gli infortuni possono sicuramente ambire a un campionato importante”.
Marini, un’ultima battuta sulla Serie D di quest’anno. Lei in carriera ha giocato in questa categoria proprio con il Calangianus e non solo: come giudica l’avvio di stagione delle sarde?
“È un campionato difficile con un girone difficile. Ci sono avversari che rispetto alle sarde hanno un bacino di utenza diverso. Ogni trasferta è complicata, nessuna squadra fa sconti. Alcune formazioni stanno puntando sui giovani e questo rischi di pagarlo quantomeno nella prima parte di campionato. Penso al Latte Dolce su tutte ma anche Cos e l’ Atletico Uri che puntualmente punta tanto sui giovani. Questo è un gap che in Serie D capita di pagare. L’Ilvamaddalena probabilmente sta pagando il passaggio di categoria perché ci vuole tempo per costruire, vincere l’Eccellenza spendendo un po’ di più può agevolare, ma in Serie D ci sono realtà diverse e non è mai facile tenere botta. L’Olbia al contrario si sta portando dietro gli strascichi di un avvio di stagione un po’ nebuloso, ma dopo la vittoria di ieri spero che per loro possa essere un punto di ripartenza. Il girone, lo ripeto, è difficile ma c’è tempo per rimettersi in sesto, se ci dovevano essere delle difficoltà meglio averle adesso piuttosto che verso la fine. Le squadre sarde hanno tutte una base solida dal punto di vista societario, magari questo aspetto peserà al contrario nelle squadre del continente che invece possono patire qualche instabilità in più, però l’importante è tenere botta per cercare di risalire il prima possibile. Latte Dolce? Ad essere sincero pensavo fosse una delle squadre che potesse incontrare più difficoltà in una categoria così impegnativa, ma evidentemente l’ottimo lavoro fatto fin qui da mister Setti e dalla società si iniziano a vedere: questi ultimi risultati lo dimostrano. Se riuscissero ad ottenere risultati importanti con questi presupposti, sarebbe davvero qualcosa di grande: tanto di cappello al lavoro fatto da tutti loro”.
Giuseppe Meloni