Le parole di Nicolas Viola, numero 10 del Cagliari, ai microfoni de “La Nuova Sardegna”: vi proponiamo un estratto della lunga intervista concessa al quotidiano sassarese.
Salvezza
“I punti che abbiamo sono tutti meritati ma possiamo fare meglio. In alcune partite le prestazioni sono state ottime ma non abbiamo raccolto niente. Gli scontri diretti da qui alla fine saranno fondamentali, hai la possibilità di togliere punti alle dirette concorrenti. Ma una squadra che ambisce a salvarsi prima possibile deve fare punti anche contro le grandi. Pensiamo partita dopo partita con l’obiettivo di raggiungere la salvezza. Sappiamo non sarà facile ma ci crediamo e siamo convinti che ci riusciremo: nello sport così come nella vita, avere fiducia nei propri mezzi è un valore aggiunto. Nicola? Ho un bel rapporto con lui, è una persona che ha dimostrato di avere valori umani e tecnici, uno dei pochissimi che accetta il confronto sano e di crescita personale. Nel nostro spogliatoio si lascia da parte l’aspetto personale per l’obiettivo collettivo. Siamo una squadra ben equilibrata”.
Modelli
“La mia soddisfazione sportiva più grande? Una è stata collettiva, la promozione in Serie A con il Cagliari: la festa dopo la vittoria di Bari sarà un ricordo indelebile. È stato un risultato di enorme aspetto emotivo, ho scoperto cosa è Cagliari e la Sardegna. Quella personale, rimettermi in gioco in una posizione diversa in campo. Mettermi in discussione è l’emblema della mia vita. Il talento? Dovrebbe essere qualcosa con cui si nasce. Poi però va allenato, coltivato, da solo non basta per raggiungere certi obiettivi. Studio i giocatori che rappresentano il calcio che mi piace: da piccolo ero affascinato da Recoba, Baggio, Redondo, giocatori eleganti che sanno vedere il gioco prima degli altri. Lo sportivo del cuore? Sono due: Roberto Baggio e Gigi Riva”.
La Redazione














