agenzia-garau-centotrentuno

Cagliari, Viola: “Futuro da allenatore? Ora continuo a giocare, ma Ranieri…”

Nicolas Viola durante Napoli-Cagliari | Foto Valerio Spano
sardares
sardares

Nicolas Viola è stato ospite al podcast ufficiale del Cagliari “Podcasteddu”. Queste alcune delle dichiarazioni del numero 10 rossoblù con Alessandro Spedicati.

Sardegna e Calabria
“Ci sono tante cose in comune tra Calabria e Sardegna. Quando sono arrivato qua ho visto tantissime cose che mi ricordavano il posto in cui ero nato. Cagliari mi ricorda tanto Reggio Calabria. Mi sono trovato subito a mio agio, mi sentivo già a casa, era come se fossi stato qui già da anni”.

Sul rigore di Benevento-Cagliari
“In quell’occasione ho parlato pochissimo, mai rilasciato un’intervista. È stata una cosa che poteva succedere con qualsiasi squadra e arbitro. Ci vuole sempre rispetto in quello che uno fa e dice. In quell’episodio ho avuto un po’ di rabbia, ma ho avuto sempre rispetto per le decisioni dell’arbitro. L’equilibrio di una persona si vede in tanti frangenti. Ho cercato di concentrarmi sul campo”.

Sul suo arrivo a Cagliari
“Ero in vacanza, avevo appena terminato a Bologna. Il mio procuratore mi aveva parlato della possibilità di andare a Cagliari. Avevo visto la retrocessione della squadra, avevo guardato Salernitana-Udinese e poi la partita del Cagliari. Rimasi colpito da questa retrocessione, stimavo Cagliari come piazza, ha sempre avuto giocatori che stimavo tantissimo come O’Neill. Quando c’è stata la possibilità di andare e viverla ho detto ‘va bene, mi rimetto in gioco’. Ero sicuro di vincere il campionato”

Su un episodio con i tifosi
“Con Lapadula eravamo usciti dopo due mesi di ritiro. Si avvicinarono due persone che ci dissero quanto fosse stata traumatica la retrocessione dell’anno prima. Il messaggio era ‘ragazzi, bisogna andare in Serie A’. Il messaggio era stato chiaro”.

Tatuaggi
“I tatuaggi in faccia mi piacevano. Il tatuaggio per me è arte. Ricordo un aneddoto di mio padre, che mi diceva che ero bello senza tatuaggi. Forse inconsciamente ce l’avevo con mio padre, ero ancora ancorato a un qualcosa che non riuscivo a manifestare e avevo identificato mio padre come un aspetto negativo. Lui era un silenzioso, non riuscivo mai a inquadrarlo. Mi ribellavo a una figura paterna che in realtà era una figura di me stesso che doveva uscire ancora. Molto di quello che ho tatuato sono pensieri che non riuscivo a manifestare. Tornassi indietro, parlerei più con mio padre e avrei meno tatuaggi”.

Sul rapporto con Ranieri
“Ranieri disse che ero il leader dello spogliatoio? Non mi aspettavo quelle dichiarazioni, in quel periodo stavo recuperando da un infortunio. Quando è arrivato si vedeva che mi stimava dal punto di vista umano. Come giocatore non mi conosceva tantissimo, sono stati mesi particolari. Ma da subito c’è stato un rapporto da uomo a uomo. Con lui sono riuscito a parlare molto di più rispetto ad altri allenatori, e la stessa cosa capita ora con Nicola. A Cagliari le cose non andavano bene, facevamo fatica. Quando è arrivato lui ho capito che potevo crescere ancora. Mi sono messo a disposizione per tutto, volevo rubare il più possibile da una persona simile. Ero curioso, lui ha visto la mia disponibilità ed è nato questo feeling”

Il secondo tempo contro il Parma
“Avevo giocato poco, contro il Parma ero entrato sul 2-0 e avevamo rimontato. Lì il mister mi aveva spiazzato, non giocavo da tempo ma ero convinto che quella partita sarebbe cambiata. Anch’io lì ho sentito che potevo dare qualcosa e potevo farlo in campo. Avevo dato talmente tanto fuori dal campo che mi stava tornando tutto dentro al campo. Il secondo tempo contro il Parma? È stata una mia nuova fase a Cagliari. Nella mia testa gioco sempre 90’, poi se l’allenatore vuole farmi giocare meno tempo cerco di essere determinato in quei pochi minuti. Dentro di me sono un titolare. Ogni giocatore deve sentirsi titolare”.

Su Gigi Riva
“Ho visto il film di Gigi quando lui era ancora in vita. Già si percepiva la grandezza. Con quel film tutti abbiamo capito quando fosse importante per l’Isola. Dopo il film volevo buttare giù qualche riga, avevo sentimenti importanti che volevo tirare fuori. A me piace molto scrivere. Lì ho scritto una lettera dove gli dicevo, anch’io da amante di De André, cosa pensavo di lui. Gli avevo detto che avevo come sogno quello di stringergli la mano, e che sapevo che un uomo come lui non me l’avrebbe negato. Rispose che voleva incontrarmi e mi firmò una maglia. È un mio rammarico quello di non averlo conosciuto”.

Futuro da allenatore
“Non lo so, due anni fa avrei detto sì. Poi con Ranieri ho iniziato a riflettere. Io vedevo il calcio in un modo e lui me lo ha fatto vedere in maniera diversa. Ero convinto di una cosa e lui ha stravolto le mie vedute. Con il mister non sono mai riuscito a mettermi nei suoi panni. Mi ha tolto un’altra zona di confort e ho capito che bisognerà fare dei passaggi differenti. Ora, però, so che continuerò a giocare. Il mio sarà sempre un percorso di crescita, con voglia e passione”.

La Redazione

 

 

Condividere su

Commenti

guest
4 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti

CENTOTRENTUNO TV

Continua a leggere...

4
0
...e tu che ne pensi? Lascia un commentox