Salvare il soldato Matteo Prati non è una necessità del momento, ma piuttosto un obbligo per il futuro. Dopo la sconfitta per 4-0 in Coppa Italia contro la Juventus il centrocampista classe 2003 è tornato a essere tema ben presente sul tavolo Cagliari. Una prestazione sottotono e sotto le attese, perché dopo sei partite consecutive in panchina senza nemmeno un minuto giocato ci si aspettava uno scatto d’orgoglio che potesse mettere in difficoltà Davide Nicola nella scelte che verranno. Invece, non solo per propri demeriti, l’occasione di mettersi in mostra è stata persa tra la poca personalità mostrata e l’apice negativo del gol mancato nel finale che, per quanto inutile ai fini del risultato, avrebbe potuto almeno far sorridere a metà il quasi ventunenne ex Spal.
Parabola
Prati è finito in un limbo, giocatore a metà fermo tra l’inferno di una carriera che non ha ancora spiccato il volo e il paradiso di un futuro luminoso dato per certo. Non è da questi particolari che si giudica un giocatore cantava Francesco De Gregori, nel caso del ravennate non con la paura di tirare un calcio di rigore, ma con una gara di Coppa Italia che ne ha abbassato ancora di più l’hype con il quale era arrivato in Sardegna nell’estate del 2023. Perché la stagione in corso sarebbe dovuta essere quella della consacrazione o, per lo meno, di un deciso passo in avanti. Le premesse sembravano poter seguire la strada tracciata a parole, con la maglia da titolare nelle prime tre giornate e le chiavi del centrocampo saldamente in mano. Poi il fallo di Patrick Dorgu che lo ha messo fuori causa sul finire del primo tempo di Lecce e la discesa nelle gerarchie, interrotta soltanto da una maglia nei primi undici contro il Bologna a fine ottobre dopo un cameo nel finale della gara di Udine una settimana prima. Il quadro generale parla di appena cinque presenze in campionato più le due in Coppa Italia e di 237 minuti in Serie A che lo pongono nelle ultime posizioni in tutta la rosa a disposizione di Nicola. Peggio di lui per utilizzo soltanto i tre attaccanti di scorta – in ordine decrescente Gianluca Lapadula, Leonardo Pavoletti e Kingstone Mutandwa – oltre a Mattia Felici e Mateusz Wieteska, con l’ex Feralpisalò che potrebbe presto superarlo dopo l’infortunio di Zito Luvumbo. Senza contare Jakub Jankto, fuori dal progetto e nemmeno convocato per la trasferta di coppa contro la Juventus e ancora fermo a zero minuti in stagione. Una situazione agli antipodi rispetto ad attese e premesse e che ha messo i primi dubbi sull’investimento per strapparlo alla Spal nell’estate del 2023 e sulla sua permanenza in rossoblù nel prossimo mercato di gennaio.
Futuro
Ci sono però due dettagli oltre quello dei soldi messi sul piatto – 5 milioni più 2 di bonus – per acquistarlo dal club di Ferrara e battere la concorrenza del Palermo. Il primo risale proprio al tira e molla prima che il Cagliari vincesse la corsa sorpassando i rosanero e portandolo in Sardegna. Quando il presidente Tommaso Giulini non abbandonò la partita e alzò la posta per garantirsi le sue prestazioni, confermando nei fatti quanto Prati fosse un suo pallino tanto da far diventare il suo acquisto quasi una questione di principio. Il secondo è l’età del ravennate, ventuno anni da compiere il prossimo 28 dicembre, che lo rende ancora un prospetto per il futuro più che una certezza per il presente. Ma ancora più indicativo è che, a prescindere dal dato anagrafico, Prati è alla sua seconda stagione in Serie A dopo appena mezza in cadetteria, un aspetto che va al di là degli anni ed entra in un discorso più ampio sull’esperienza. C’è infine una bonus track nel disco con protagonista l’ex Spal: titolarissimo e recentemente anche capitano dell’Under 21, un paradosso viste le difficoltà a trovare spazio nel Cagliari. Anche se, va ricordato, spesso e volentieri chi è pedina fondamentale tra gli azzurrini non diventa automaticamente un giocatore che dice la propria anche in massima serie. Etá, dunque, e investimento, più ovviamente l’endorsement del presidente Giulini che lo ha voluto in prima persona: fattori che portano a rendere improbabile un suo addio senza prima aver provato la strada dell’affermazione in rossoblù. Nonostante dalle parti di Roma, sia sponda giallorossa che biancoceleste, non sono mancate le voci di un doppio interesse nei suoi confronti. La Lazio come vice Rovella, soprattutto a causa dei problemi di lista e la necessità di inserire un under non avendo posti per giocatori sopra i 23 anni. La Roma del suo ex allenatore Claudio Ranieri che ne aveva avallato con convinzione l’acquisto passando anche da dialoghi con il suo primo tecnico alla Spal, Daniele De Rossi. E, per giugno, anche il Torino, che da voci vicine all’ambiente granata vede in Prati il futuro sostituto di Ricci in caso di cessione di quest’ultimo. Una cosa appare certa: il Cagliari non vuole scendere sotto i 10 milioni di euro per la sua cessione, ammesso e non concesso che si apra uno spiraglio per la sua uscita. Una cifra al momento elevata rispetto a quanto visto in campo e che dovrebbe allontanare il possibile addio. Con il dovere per Nicola di farlo crescere e non metterlo da parte, nonostante la concorrenza e una prestazione contro la Juventus non esattamente convincente.
Matteo Zizola