Una stagione al top, con sedici reti in campionato con la maglia dell’Hellas Verona. Un futuro che dovrebbe vederlo ancora in gialloblù, con quel diritto di riscatto da 12 milioni stabilito nell’accordo con il Cagliari della scorsa estate. Giovanni Simeone è uno degli artefici della stagione da favola della squadra di Tudor e sulle colonne della Gazzetta dello Sport ha parlato del presente e dei suoi desideri per il futuro con un’intervista della quale vi riportiamo un estratto.
La stagione positiva
“Forse non mi aspettavo questi numeri, ma sapevo che sarebbe andata bene perché ho creduto molto nel lavoro che ho fatto. Sto andando bene e posso crescere ancora. Ho trovato un mio equilibrio, poi il gruppo Verona, fortissimo, che mi ha aiutato tanto. L’amicizia che ho avuto da loro è stata decisiva. Quasi una volta a settimana usciamo insieme a cena, siamo almeno 6-7 a volta. Così stiamo più tempo insieme, ci divertiamo e nel frattempo cementiamo l’unione. Infine la società, intesa come filosofia, modo di essere Hellas che mi rispecchia molto“.
Sui migliori giovani della Serie A
“Hickey, Zalewski, i nostri Ilic e Coppola, poi Scamacca. Infine Altare: gli manca un po’ d’esperienza, ma nel giro di un anno, da quando stavo in ritiro con lui, è migliorato tantissimo e può ancora crescere. Sì, è già del ’98, ma per l’Italia è giovanissimo“.
Sul futuro
“Non so ancora cosa succederà, spero tanto che mi riscattino dal Cagliari. Sto così bene con il gruppo che voglio godermi ogni minuto di allenamento. È come quando giocavo da bambino con gli amici, è la prima volta che ho tanti amici nel calcio. Dunque sinceramente non ho idea di cosa mi aspetti, ma sono felice qui e se dovessi restare sarei molto, molto contento”.
Chance estera
“Liga o Premier? Non so, a me tutti dicono di vedermi in Inghilterra. Ma io sinceramente non so dove mi vedo. Se dovessero riscattarmi e poi rivendermi mi piacerebbe anche andare a giocare contro mio papà, in Spagna. Vedremo, forse non ci crederete ma ora sono concentrato solo sulla sfida con la Lazio, per me è molto importante finire con 17 o 18 gol invece che con 16. Sono fatto così“.
La Redazione