Il portiere del Cagliari, Simone Scuffet, è intervenuto durante la trasmissione “Il Cagliari In Diretta”, in onda in simulcast su Videolina e Radiolina. Queste le sue dichiarazioni.
La parata decisiva contro il Genoa
“La parata su Puscas? È stata una parata in cui ho provato ad andare a chiudere lo specchio più che potevo. Era una situazione disperata in cui mi sono trovato da solo e alla fine ci sono riuscito. Sono situazioni difficili in cui a volte va bene e a volte va male e questa volta è andata bene”.
Obiettivi
“Come avevo detto, il mio obiettivo e di tutti è quello di farsi trovare pronti quando c’è un’occasione. Il mister me l’ha data e me le sta dando quindi cerco di sfruttarle al massimo poi ripeto il concetto di prima: a volte va bene, a volte va meno bene. Però sto raccogliendo quello per cui avevo provato a venire qui che era appunto quello di mettere in difficoltà il mister e crearmi le mie chance”.
Ruolo
“Il portiere è un ruolo in cui difficilmente si cambia in corso di partita a meno di infortuni, quindi generalmente o giochi o non giochi la partita. È un ruolo diverso però l’importante è lavorare in settimana, cercare di essere veramente pronti e di vivere anche gli allenamenti come fossero delle partite perché prima o poi le occasioni arrivano per tutti”.
L’esperienza
“Sono successe tante cose e sono passati tanti anni. Tutto fa esperienza e ti lascia qualcosa. Dopo l’anno in cui ho giocato di meno a Udine, ho cercato di girare per fare esperienza: prima a Como, in Turchia, allo Spezia dove abbiamo vinto i playoff, poi ancora all’estero. Ho cercato di fare delle esperienze che poi mi potessero tornare utili perché per un portiere è importantissimo giocare e confrontarsi con il campo. Se mi sono stancato di parlare sempre del mio passato o se invece lo custodisco gelosamente? Come ho detto prima, tutto il passato è esperienza e le esperienze sono positive. In un momento magari può sembrare una cosa negativa. Bisogna essere bravi a trasformarla in qualcosa di positivo per il futuro ed è così che la vedo. Ovviamente le domande, nel corso della carriera, sono sempre quelle, sul passato. Si cerca appunto di creare delle nuove cose e parlarne. Poi la cosa più importante è il futuro”.
Barella e Vicario
“Barella mio compagno di squadra al Como? Era venuto da noi a gennaio. È un giocatore di grandissimo talento. Se ho parlato con Barella prima di venire a Cagliari? Ho parlato più che altro con Vicario, che conosco da tantissimo tempo e poi siamo entrambi di Udine. Mi ha parlato benissimo di Cagliari anche perché non si possono trovare difetti a questa città”.
Vicario in Premier League
“Se mi aspettavo un Vicario così decisivo da subito al Tottenham? Sì, io sono un suo grandissimo fan. Ho sempre creduto nel suo talento anche negli anni che ha fatto in Serie B dove alla fine ha avuto sfortuna nei risultati di squadra. Ha fatto i playout per due anni di fila in B pur essendo per me uno dei portieri dal rendimento più alto della categoria. E poi ha continuato a dimostrarlo anche nelle categorie superiori. Se c’è ancora un abisso tra Donnarumma e Vicario oppure ci sono portieri che se la possono giocare per la Nazionale? Penso che in questo momento in Italia ci siano tanti ottimi portieri e la differenza sia sottile. La gestione della Nazionale penso sia più difficile di quella di un club e ti ritrovi con molto meno tempo e con molti meno allenamenti”.
Sogno Nazionale
“Se uno dei miei obiettivi è riconquistare la Nazionale? Quando fai il calciatore, la Nazionale è il sogno di tutti. Il pensiero in quell’ottica penso ce l’abbiano dentro tutti però è una cosa che viene solo con il tempo, con il lavoro. L’obiettivo principale è migliorarsi, crescere e prendere anche spunto da altri giocatori che, come ho detto prima, stanno facendo bene”.
Portieri “made in Friuli”
“Che scuola è quella dei portieri friulani? Abbiamo avuto la fortuna per un periodo di allenarci insieme sin da giovani, in un gruppo in cui c’era lo stimolo reciproco di imparare insieme e di mantenere il livello più alto possibile”.
La rimonta contro il Frosinone
“Cos’è cambiato dalla gara vinta contro il Frosinone? Penso che non sia cambiato molto dal punto di vista del lavoro. Sicuramente i risultati danno più convinzione però io sono convinto che anche in altre partite avevamo fatto delle buone prestazioni e poi i risultati ci hanno un po’ penalizzati. Tuttavia penso che il lavoro che stiamo facendo da inizio anno sia quello giusto e questi risultati lo stanno testimoniando. Ci stanno dando anche un motivo in più per continuare su questa strada, ovviamente cercando di migliorarci”.
La Serie A e i portieri del Cagliari
“Cosa ho provato nel ritrovare la Serie A da titolare con il Cagliari e il rapporto tra me, Radunovic, Aresti e il preparatore Bressan? Quando il gruppo è fatto, come in questo caso, da professionisti intelligenti e onesti, penso che non ci sia bisogno di dire niente. Sappiamo tutti com’è il calcio, che cos’è, cosa dà sia in positivo che in negativo. Io cerco sempre di farmi trovare pronto ed è lo stesso pensiero che ha in testa adesso Radunovic e che ha sempre avuto Aresti”.
Tra gol subiti e la parata a Puscas
“Se mi ha dato fastidio prendere tutti questi gol nelle ultime gare e cosa mi ha dato invece la parata decisiva contro il Genoa? È un discorso simile a quello fatto prima sui risultati. Per un portiere il risultato è la parata, per la squadra è la vittoria. Fare una parata ti dà ancora più fiducia nel lavoro che stai facendo. Ci sono situazioni in Serie A in cui si sono attaccanti forti che, non appena hanno mezza occasione, mettono la palla all’angolino. Bisogna cercare di limitare ciò sotto tutti i punti di vista”.
Verso la Juventus
“Se si può battere la Juve con la mentalità che ha il Cagliari ultimamente? Tutte le squadre in Serie A, in questo momento, si possono battere perché le partite iniziano tutte 0-0 e sono da giocare. La Juventus è una squadra fortissima, ha dei giocatori di grandissimo talento che hanno qualità ed esperienza. Noi stiamo lavorando da gruppo e i risultati ci stanno dando una fiducia in più che magari dopo una serie di risultati negativi rischia di vacillare un po’. Siamo a inizio campionato, siamo fuori dalla zona rossa ma di pochissimo. Bisogna affrontare la partita con l’umiltà che ci abbiamo messo quando eravamo sotto 3-0 contro il Frosinone e che ci ha permesso di ribaltarla”.
Dall’Inferno al Paradiso
“C’era una squadra in campo, che eravamo noi, che aveva deciso che la partita non era finita e che andava giocata sino alla fine. Siamo stati bravi a crederci e la fortuna e la bravura ci hanno dato una mano nel farci arrivare al risultato finale. Da lì è nata questa serie di risultati. Quanto conta il martellamento da parte di Ranieri? È una cosa in cui il mister crede molto, ha un’esperienza immensa e quello che dice lui tendenzialmente succede”.
Viola
“Quanto è importante una figura dentro e fuori dal campo come il neo laureato Viola? Prima di tutto gli faccio i miei complimenti per questo bel traguardo, siamo tutti molto felici per lui. Sicuramente ci sta dando, ultimamente, una grossa mano anche in campo. Sta segnando o facendo assist di continuo e quello è l’aiuto più importante. È un ragazzo che dà sempre l’esempio. Anche quando gioca di meno sa dare l’anima come tutto il gruppo, in cui i senatori danno per primi l’esempio e quindi anche i ragazzi giovani vengono attratti da questo”.
Le scelte di Ranieri
“Quanto aiuta il fatto di essere tutti protagonisti nelle scelte di Ranieri? Il mister sta dando a tutti il messaggio di essere tutti importanti e in questo momento tutti lo stanno diventando. Questo lo si evince anche dagli allenamenti e poi il mister fa le scelte che fa rendendo tutti partecipi. E chi entra, grazie anche alla convinzione che si ha di poter essere determinanti, poi lo diventa davvero”.
I portieri in A
“Se ho avuto paura di non riconquistare la A e se ho mai pensato che qualcuno non la meritasse mentre ero via? Penso che questo sia un pensiero che non si possa avere. Il calcio è veramente particolare e il livello è altissimo. Poi la differenza la fanno gli allenamenti e la cura dei dettagli, soprattutto in un ruolo come quello del portiere, che è particolare e che in pochi capiscono fino in fondo. La Serie A è un campionato di grandissimo livello e il mio obiettivo è sempre stato quello di crescere, di fare un balzo in avanti e tra gli obiettivi c’era anche quello di tornare a giocare in A”.
Buffon
“Se il mio idolo è sempre Buffon o se invece ho cambiato? No assolutamente. È un portiere incredibile che ha fatto la storia. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e umanamente è una persona strepitosa”.
Cragno
“Come si supera una fase come quella vissuta da Cragno tra Monza e Sassuolo? Penso che la differenza sia minima. Cragno, Consigli e Di Gregorio sono tre portieri fortissimi, di grandissima qualità e di talento. Poi purtroppo nel nostro ruolo quello che va in campo è uno. Meriterebbero tutti e tre di giocare. Chi ha più bravura o fortuna alla fine gioca. Nel calcio è un attimo passare dalla Nazionale a non giocare o anche il contrario”.
La Redazione














