Marko Rog è tornato al gol, che gli mancava addirittura dal 10 novembre 2019. Il centrocampista croato, che ha deciso Cagliari-Modena, finita 1-0, ha parlato in conferenza stampa nella pancia della Unipol Domus.
Tutta la felicità di Rog per la rete: “Ritrovato il vero Rog? Speriamo di sì. La squadra ha fatto bene nel primo tempo, nel secondo è calata un po’ ma siamo contenti. Sto bene, spero con le partite di ritornare quello per cui mi avete conosciuto. Cosa ho provato al gol? Mi è passato tutto il lavoro che ho fatto per tornare bene, tutto quello che ho passato di brutto. Non era semplice, ho lavorato tanto e sono molto contento. Sono qui sempre per aiutare la squadra a fare il meglio possibile, poi la fascia da capitano è una bella responsabilità e una grande emozione. Soprattutto per uno straniero significa tanto, non c’erano Pavoletti e Deiola ed è toccato a me ma l’importante è aver vinto”.
Rog si sofferma sulla partita: “Qualche gol in più sarebbe stato meglio? Sì, anche perché se la chiudi prima ti puoi divertire e rilassare, giochi anche meglio togliendoti un peso. È questo dove dobbiamo migliorare, perché non sai mai cosa può succedere: un contrasto, un rimpallo, prendi gol e non vinci pur avendo meritato. Dobbiamo essere più cattivi, credo e spero che sarà così”.
Rog torna sul gol: “La sensazione era che non potessi essere in fuorigioco, ho visto Nandez laterale e mi sono tenuto dietro di lui. C’era sempre attesa e nervosismo, poi il gol è stato dato. In spogliatoio sono in tanti come gruppo, sono sempre a disposizione dei giovani che voglio che crescano assieme a noi. Liverani? Mi trovo molto bene, poi c’è tanto da migliorare. Ora siamo in Serie B e attacchiamo di più, però eravamo abituati a fare palle lunghe. Stiamo ritrovando le misure e tutto, ma penso che possiamo migliorare ancora tanto: già qualcosa però si vede. A che punto è il mio stato di forma? Penso che ormai sono recuperato. L’unica cosa è quell’infortunio all’inizio del ritiro, non sono stato sempre con la squadra però sto bene e sto lavorando tanto”.
Riccardo Spignesi
