Le parole di Claudio Ranieri sulla scelta dell’addio alla carriera con i club da allenatore e sul saluto dalla panchina del Cagliari ai microfoni di Sky Sport a poche ore dalla gara della Unipol Domus contro la Fiorentina, valida per l’ultimo turno della Serie A 2023-24.
Complimenti all’Atalanta
“Sono rilassato finalmente, è stato tutto bellissimo in queste ore. Ma voglio partire celebrando l’Atalanta. Ho mandato un messaggio a Tullio Gritti (tecnico in seconda della Dea, ndr) e gli ho scritto solo meravigliosi. Faccio i complimenti a Gasperini, l’Atalanta è l’orgoglio di noi italiani. Bravissimi, dal presidente a tutto lo staff. Sono stati belli da vedere e ogni italiano si è riempito il cuore vedendo giocare l’Atalanta in finale di Europa League. Noi in Italia abbiamo un concetto sbagliato: giudicare gli allenatori per i trofei. Siamo un po’ troppo ossessionati dal trofeo ma un tecnico si giudica da tutto il lavoro. E Gasperini in tutta la sua carriera ha meritato la considerazione che ha ora dopo che ha vinto. E questo alcune volte mi dà fastidio”.
Reazioni del mondo dopo l’addio alla carriera con i club
“Sono solo contento. Mi ha fatto piacere il calore della gente. Vedere i nostri tifosi del Cagliari felici, so che c’è gente che ha fatto tanti sacrifici per seguirci. Stare su un’isola è un limite importante per gli spostamenti e io rispetto i sacrifici che fa ogni giorno il popolo sardo”.
Il perché della scelta
“Quando sono arrivato a Cagliari arrivavo da una serie di proposte non andate a buon fine con 3-4 squadre. Poi ho capito che era il mio destino chiudere il cerchio con Cagliari. Appena sono arrivato ho deciso di chiudere la mia carriera qua. Mi piacerebbe un domani allenare una nazionale, e non parlo di quella italiana dove c’è un bravissimo Spalletti. Se arrivasse una grande nazionale però mi piacerebbe lasciare aperta la porta. Ho chiuso invece la porta dei club. Se c’è la Nazionale Sarda disponibile vengo (ride,ndr). Mi sarebbe piaciuto inaugurare il nuovo stadio, ma poi ho capito che sarebbe stato difficile da fare in poco tempo. L’Italia è piena di intoppi burocratici. Sono esterrefatto che alcuni club siano riusciti a fare lo stadio, evidentemente in quelle regioni tutto funziona bene. Poi alla fine ho scelto di andare via quest’anno perché ho chiuso un cerchio perfetto. Sono un uomo fortunato, devo chiudere così”.
Sulla serata contro la Fiorentina
“Ho visto che anche Klopp ha pianto salutando il Liverpool, spero di riuscire a trattenere le lacrime. Mi auguro solo una cosa: che chiunque venga al posto mio a Cagliari abbia il mio stesso supporto. Fin dal primo giorno ho chiesto aiuto ai tifosi perché sapevo che da solo non ce l’avrei mai fatta, vista la classifica e il morale dei ragazzi. Il pubblico mi ha sempre ascoltato e ha riempito la Unipol Domus dal primo giorno, anche quando non vincevamo ci hanno supportato con forza. La nostra gente non ha mai perso la fiducia nella squadra e la squadra ha saputo ripagare. Anche quest’anno con tantissime rimonte. I ragazzi hanno fatto un lavoro meraviglioso grazie a tutti, dai tifosi a tutto lo staff e la dirigenza. Tutti abbiamo spinto in un’unica direzione”.
Futuro
“Ora un po’ di vacanze e un po’ di viaggi, sono nel mondo del calcio da oltre 50 anni e ho visto sempre e solo aerei, alberghi e stadi. Voglio godermi il resto della cultura dei posti che ho visitato e dedicarmi ai miei nipoti. Voglio fare anche un po’ il nonno. Ancora giocando con i nipoti però non li faccio vincere, devono imparare a vincere”
La Redazione