Primo weekend di riflessioni in casa Cagliari per la scelta del nuovo allenatore. Dopo i saluti di Claudio Ranieri, sono diversi i profili nella lista del presidente Tommaso Giulini e del direttore sportivo Nereo Bonato per raccoglierne l’eredità. Ognuno con pro e contro dal punto di vista della difficoltà o meno della trattativa. Vediamo quindi la situazione dei papabili per la panchina rossoblù, con la metà della prossime settimana da cerchiare in rosso nel calendario come possibile momento della verità. In una situazione generale in Serie A che segue il mal comune mezzo gaudio: tante le squadre ancora senza allenatore, tanti i tasselli che potrebbero incastrarsi non appena il primo pezzo del puzzle finirà sul tavolo delle panchine.
Marco Baroni
Rinnovo automatico fino al 2025 nel cassetto grazie alla salvezza con il Verona, ma la decisione di lasciare comunque la panchina gialloblù per una nuova esperienza. Un profilo d’esperienza, l’ultima annata con l’Hellas una garanzia. Dopo la permanenza in Serie A sulla panchina del Lecce nel 2022-23, già di per sé tutt’altro che scontata, l’ultimo campionato a Verona ha certificato la sua abilità nel muoversi in acque agitate, la sua duttilità tattica e, soprattutto, la capacità di affrontare un mercato di gennaio di totale rivoluzione senza perdere strada, anzi, addirittura facendo meglio dopo aver perso diversi uomini chiave. Già portato Bonato a Cremona nell’ottobre 2019 al posto dell’esonerato Massimo Rastelli, le strade tra l’attuale ds rossoblù e il classe ’63 di Firenze si separarono dopo tre mesi esatti , con il ritorno del tecnico campano a riprendere posto sulla panchina grigiorossa. Su Baroni però la concorrenza appare forte, partendo dal Monza che è in procinto di perdere Raffaele Palladino, con Lazio e soprattutto Fiorentina sulle sue tracce. I viola, peraltro, sono il sogno dell’ormai ex allenatore del Verona, sogno che però dovrebbe restare tale. Per questo la corte dei brianzoli sarebbe l’ostacolo per un eventuale matrimonio con il Cagliari, mentre l’altra pretendente – l’Udinese che valuta l’addio con Fabio Cannavaro – appare più defilata.
Paolo Vanoli
Impegnato domenica 2 giugno nel ritorno dei playoff di Serie B, con il suo Venezia che ha due risultati su tre per raggiungere la promozione dopo lo 0-0 dell’andata a Cremona, Vanoli è al momento in pole position nella lista dei desideri del Cagliari. Non in quella delle probabilità, perché sull’allenatore ex Spartak Mosca ed ex collaboratore di Antonio Conte all’Inter c’è da tempo il Torino. Pronto ad attivare la clausola per Vanoli con il Venezia – un milione di euro in caso di Serie A dopo i playoff, cinqucentomila in caso di sconfitta contro la Cremonese – cancellando così il contratto fino al 2026 del tecnico dei lagunari. Con un dubbio, quello relativo a Vincenzo Italiano, da tempo pallino del presidente Urbano Cairo, ma con il Bologna in vantaggio rispetto al Toro sull’attuale allenatore della Fiorentina. Il Cagliari aspetta, con la finale per la promozione in A come passaggio da attendere obbligatoriamente, e guarda con occhio interessato alle evoluzioni in casa granata. I rapporti tra Venezia e rossoblù sono ottimi, la cessione di Giorgio Altare in prestito con obbligo di riscatto in caso di Serie A e quella a titolo definitivo di Nunzio Lella ai neroverdi da parte del Cagliari una conferma. Così la clausola, esattamente come da intenzioni anche del Torino, potrebbe essere ridotta grazie al mercato e ad accordi collaterali.
Răzvan Lucescu
Ultimo nome in ordine cronologico, ma non ultimo nella lista dei desideri del presidente Tommaso Giulini. Il Cagliari pensa effettivamente al figlio di Mircea – ex di Pisa, Brescia, Reggiana e Inter nella sola Serie A – pur consapevole che per un matrimonio sportivo bisogna dire sì in tre. Non solo il club rossoblù che vorrebbe strappare Lucescu al PAOK, ma anche i vincitori dell’ultimo campionato greco dovrebbero scendere a patti e il principale protagonista accettare la corte rossoblù. Due aspetti, questi ultimi, decisivi più che in altre occasioni. Perché la sinergia tra il club di Salonicco e Lucescu è assoluta, perché il rinnovo del contratto per tre anni fino al 2027 è stato messo nero su bianco lo scorso dicembre, perché se da un lato l’allenatore rumeno non disdegnerebbe un’esperienza in Italia seguendo le orme del padre, dall’altra ha recentemente sottolineato come un club che lotti per la salvezza – unica possibilità realistica da sue stesse parole – non sarebbe un’opzione gradita. Ci sono poi altri due dettagli da non trascurare, in un senso e nell’altro: la clausola da due milioni di euro che il Cagliari dovrebbe versare nelle casse del PAOK per sciogliere il legame tra Lucescu e i bianconeri (4 invece i milioni previsti per squadre greche, turche e mediorientali), e la presenza di un filo rosso che lega il classe ’69 di Bucarest a Eusebio Di Francesco e Claudio Ranieri, rappresentato – e rappresentati – dallo stesso agente, Pietro Chiodi. Da non trascurare, a conferma del legame forte tra PAOK e Lucescu, il recente rifiuto di quest’ultimo di accettare l’offerta dei turchi del Beşiktaş, altro club del passato di Mircea e che era disposto a pagare la clausola da 4 milioni pur di affidargli il rilancio contro il dominio di Galatasaray e Fenerbahce.
Luca Gotti
Terzo incomodo finché non si è inserito nella corsa Lucescu. Gotti piace e non poco alla società rossoblù, ma la palla è in mano al Lecce. Dopo la salvezza conquistata prima di scendere in campo per la terzultima giornata, l’allenatore veneto e il club salentini dovrebbero continuare assieme. Con un solo dubbio, quello dei programmi futuri: l’aspetto tecnico, ossia quali e quante saranno le partenze in sede di mercato – Falcone, Baschirotto, Gendrey, Dorgu e non solo potrebbe lasciare i giallorossi – e quali le idee per la costruzione di una rosa che non debba patire eccessivamente. Questi i nodi che tengono in bilico Gotti e il suo desiderio di restare a Lecce. In caso dovessero separarsi le strade, ecco che il Cagliari potrebbe puntare sull’ex Udinese e Spezia. Dalla parte di Gotti anche l’aspetto di conoscenza dell’ambiente, già vissuto da secondo di Roberto Donadoni seppur per soli otto mesi e ben 14 anni fa, e caratteristiche sia tattiche che umane che lo rendono simile a Sir Claudio. Come per Vanoli e Lucescu – e in parte per Baroni – anche per il cinquantasettene di Adria la palla non è nelle mani del Cagliari, che può solo attendere le decisioni dei diretti protagonisti.
Ci sono poi alcuni outsider, da Ivan Jurić a Paulo Sousa, fino ad arrivare a Michele Mignani e Massimo Donati. I due stranieri, ma legati a doppio filo alla Serie A, restano defilati per motivi differenti. L’ormai ex Torino per una mera questione di ingaggio, due i milioni di euro percepiti in granata e poca intenzione di abbassare le pretese, il portoghese lascia qualche perplessità dopo l’ultimo campionato con la Salernitana con tanto di esonero oltre a una rosa rossoblù che sembra adattarsi poco alla sua idea di calcio. Nessun contatto al momento con Mignani e Donati, ad oggi opzioni di “backup”, mentre come accaduto nel caso di Lucescu, spuntato all’improvviso, non sono da escludere altri profili rimasti dietro le quinte e pronti a finire sul palco dei papabili.
Matteo Zizola