Un pareggio che fa riflettere e che lascia spazio al rammarico. Ma allo stesso tempo un risultato che, se non fosse stato per il rigore parato da Iliev nella ripresa, sarebbe potuto essere addirittura peggiore. Il pari per 1-1 contro la Sampdoria è di quelli difficili da digerire per il Cagliari Primavera di Fabio Pisacane specie dopo l’importante prestazione fornita in occasione della vittoria sul campo del Bologna nel turno precedente.
Mentalità e identità
Da un lato la capacità di andare in casa di un Bologna in cerca di riscatto dopo due sconfitte consecutive e giocare con coraggio e identità portando a casa l’intera posta in palio. Dall’altro la prestazione timida fornita di fronte al proprio pubblico contro la Sampdoria. E dire che i ragazzi di Pisacane avevano approcciato bene al match, capendo che la gara contro i blucerchiati era da giocare senza fronzoli, in particolare considerata la foga con cui i liguri sono arrivati in Sardegna. Poi di rientro dagli spogliatoi cinque minuti di blackout e di assestamento, con la sostituzione di Marini fatta da Pisacane – Arba subentrato al posto di Marini e schierato sulla corsia destra, con spostamento di Cogoni sull’out mancino – che il Cagliari ha pagato a caro prezzo. Le misure ancora da trovare hanno permesso a Bacic di imbucare la retroguardia proprio sulla sinistra, con il numero 30 ligure abile nel trovare lo spazio per servire l’assist per l’1-1 di Forte. Ed è da quel momento che da Vinciguerra e compagni ci si sarebbe aspettato una capacità di reazione differente. Non tanto guardando al risultato finale, quanto per far segnare un passo in avanti alla voce mentalità rispetto alle gare precedenti. Sebbene il pari contro l’ultima in classifica di sicuro non rende felice Pisacane, dà comunque continuità e allunga a 4 la striscia di risultati utili consecutiva registrata dal suo Cagliari. Però, per come poi si è evoluta la gara e la prestazione dei rossoblù, la capacità di reazione alle difficoltà è sicuramente un aspetto su cui si dovrà lavorare. In particolare nel non subire in maniera passiva gli eventi, come la rete del pari blucerchiato, resettando la mente e continuando a proporre il proprio credo con personalità. Così come fatto dopo il rigore parato da Iliev, episodio che ha dato nuova linfa e carica ai giovani rossoblù che addirittura sono andati vicinissimi al vantaggio con Bolzan.
Segnali e percorso
Se da un lato, come è giusto che sia, alcuni aspetti sono da migliorare e registrare in ottica futura, dall’altro ci sono diversi segnali positivi e incoraggianti per il futuro. A partire dalla prestazione fornite da Iliev, con l’estremo difensore rossoblù che dopo l’ottima prova di Bologna si è confermato anche nella sfida contro la Sampdoria uno degli uomini più in forma e sul pezzo del Cagliari. Passando per la prova di Cogoni, che sebbene abbia causato il rigore in maniera fortuita, ha dato solidità e dettato i tempi di impostazione della squadra in maniera più che positiva. Continuano inoltre i segnali incoraggianti in ottica futura di Bolzan, che sebbene sia in credito con la sorte in fase realizzativa, ha dimostrato di essere un elemento estremamente utile nel fare da collante tra i reparti, liberare gli spazi per le imbucate dei giocatori a supporto e pulire la manovra offensiva. Dulcis in fundo il messaggio più importante arriva da Sulev, chiamato nel difficile compito di sostituire Simonetta – lasciato inizialmente in panchina da Pisacane – e che ha ben dimostrato non solo per la splendida rete segnata ma anche nel prendersi i compiti di regia dopo il forfait dell’ultimo minuto di Marcolini (costretto ai box per un infortunio rimediato durante il riscaldamento). Tra segnali incoraggianti e aspetti su cui lavorare sodo per continuare a migliorare il 2024 si chiuderà con due sfide affascinanti ma allo stesso tempo dall’alto tasso di difficoltà: ovvero il match di Torino contro la Juventus (19 dicembre) e in casa contro la Fiorentina (23 dicembre). Gare e sfide probanti per dare continuità al buon lavoro fatto finora, ma in particolare capire per quale obiettivo correre in questa stagione. Perché l’impressione è che il potenziale di questo Cagliari sia più alto di ciò che realmente recita la classifica.
Andrea Olmeo