Riprendere a sognare. La fine della stagione regolare con la sconfitta per 1-0 in casa dell’Empoli non mina l’incredibile campionato fatto dalla Primavera del Cagliari. Rossoblù che chiudono senza particolari rimpianti, perché il pareggio dell’Inter in esterna con la Sampdoria avrebbe negato le possibilità di accesso al secondo posto ai sardi a prescindere dal risultato in Toscana di Desogus e compagni. Ora nel primo turno playoff ci sarà proprio la sfida contro i blucerchiati che vale l’accesso alle semifinali del torneo. Una partita che vede i giovani isolani favoriti, ma anche un match pieno di insidie. Come ha raccontato il campionato appena concluso.
Momento
La vittoria contro la Juventus, netta per 2-0, alla Unipol Domus in settimana prima della chiusura infelice a Empoli aveva illuso che questo gruppo potesse non risentire troppo del passaggio di Alessandro Agostini in prima squadra dopo l’esonero di Walter Mazzarri. Sul campo dei toscani invece a Palomba e soci è mancata la reazione, quel sano agonismo che non è mai parso un difetto al contrario durante la gestione firmata dall’ex terzino mancino in questa ultima annata. E d’altronde con Bernardo Mereu che per rispetto nei confronti dei colleghi mette esperienza e patentino, ma che non vuole prendere la scena, e con un Roberto Concas che conosce il gruppo, ma che dopo mesi da vice deve reinventarsi nel ruolo di primo attore, non è facile per questa Primavera riconoscere un leader preciso in panchina al quale affidarsi nei momenti di difficoltà in campo. Un aspetto fondamentale nei tornei giovanili dove il legame tra l’allenatore e il gruppo è sicuramente diverso rispetto alle realtà professionistiche o al calcio dei grandi. Anche per questo un eventuale ritorno di Agostini per i playoff potrebbe essere fondamentale per i ragazzi rossoblù per cercare una nuova impresa.
Indicazioni
Il campo a Empoli ha dato importanti messaggi da cui ripartire. Il Cagliari dopo il rush finale per la miglior posizione nei playoff è parso un pochino stanco e questa mini pausa prima della fase finale del Primavera 1 sarà fondamentale per resettare non solo lo spirito da battaglia, ma anche per recuperare energie e condizione. Inoltre l’ultima della stagione regolare ha fatto capire, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza di D’Aniello e soprattutto di Luvumbo per questo gruppo. In maniera particolare l’angolano, convocato così come il portiere dalla prima squadra per la gara all’Inter di Serie A, sembra essere un tassello fondamentale per i ragazzi di Mereu. Strappi, dribbling e attacco agli spazi. Senza l’ex Como la costruzione offensiva stenta, e Yanken sa fare bene le sportellate ma è sembrato un po’ troppo la classica boa facile da arginare per le difese avversarie. Decisive in avanti saranno anche le giocate di classe di Desogus, rimasto a secco nelle ultime due uscite ma vero jolly dei rossoblù. Il numero 10 considerando l’intera stagione non è solo il miglior marcatore ma è anche il giocatore che più di tutti può accendere le partite con una sola giocata. Mentre andrà ritrovato un Tramoni parso un filo in calo in questa ultima parte di campionato ma che per qualità resta un’arma di spessore.
Il Cagliari se la può giocare contro tutti anche ai playoff, ma resta il fatto che contro le dirette avversarie delle zone nobili della classifica in stagione i sardi, Juventus esclusa, abbiano portato pochi punti a casa. Contro la stessa Sampdoria è arrivato un solo punticino, frutto della sconfitta dell’andata e del pari del girone di ritorno. Il dato confortevole è che al di là del risultato negativo il Cagliari quasi mai in campionato ha subito una sconfitta netta e senza appello. Anzi, a volte contro alcune big come Roma, Atalanta e Inter sono arrivati dei punteggi non positivi dopo una prestazione all’altezza o addirittura superiore rispetto agli avversari. Ora bisognerà fare di più, Luvumbo e compagni hanno dalla loro l’imprevedibilità se la sapranno unire a carattere e attenzione difensiva questo Cagliari potrà divertire e divertirsi anche nei playoff. Con i rossoblù che saranno il classico outsider che nessuno vuole affrontare.
Roberto Pinna