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Cagliari, Pisacane: “Mi fido dei giovani, vogliamo crescere. Mina? Non è un violento”

Fabio Pisacane, allenatore del Cagliari | Foto Valerio Spano
Fabio Pisacane, allenatore del Cagliari | Foto Valerio Spano
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Lunga intervista per il tecnico del Cagliari, Fabio Pisacane, sulle pagine odierne del Corriere dello Sport. Di seguito un piccolo estratto delle sue dichiarazioni.

Sulla prossima sfida contro il Genoa
Un tasto sentimentale, una partita particolare: all’ospedale San Paolo di Savona devo tutto, è dal Genoa che sono partito ed è a Marassi che ho giocato la mia centesima in A. È contro la Samp, a Genova, che ho guidato per la prima volta la Primavera del Cagliari da allenatore di ruolo. In quella città ho imparato tanto: i primi sogni, la forza del leone quando arrivai da una scuola calcio di Napoli, il dolore. C’è tanto dentro. Oggi la vivo con più equilibrio“.

L’esperienza a Cagliari da allenatore
Una responsabilità doppia. In undici giornate ho già sfidato tre allenatori scudettati: Conte, Sarri, Pioli. Mi mancano Allegri e Spalletti. Ogni volta non è un confronto con il loro nome, ma con il loro valore: sento di vivere qualcosa che ho meritato, non è fortuna o casualità anche con soli due anni di Primavera alle spalle. Con i giovani è più complesso, credetemi: bisogna studiare le generazioni, il calcio è cambiato come la vita. È in evoluzione. Ma restano i valori, innanzitutto il rispetto“.

Sull’avvio di campionato
“Il Cagliari è la terza più giovane per media d’età dei giocatori utilizzati, eppure abbiamo sbagliato solo la partita con il Sassuolo. Fiducia nei giovani, senza protezione eccessiva, e la guida di qualche “vecchio” giusto come Mina, Luperto, Deiola, Pavoletti. Non abbiamo ancora tirato fuori tutto il nostro potenziale tra infortuni e condizione, ma mica si può fare in tre mesi. Oltre la vittoria, bisogna crescere ogni volta: l’obiettivo è questo”. 

Su Palestra
“Ha prospettive importanti, ma il calcio è una fabbrica di illusi: ora è sulla bocca di tanti ma deve rimanere se stesso e lavorare più di quanto non stia facendo. La base fa ben sperare, ma deve farne di strada. Il Cagliari ha altri giovani importanti che devono ragionare come deve fare Marco: Obert viene dal settore, Idrissi dall’Academy, Prati ha talento. Davanti hanno un grande futuro”.

Caprile in Nazionale
Elia è un leader, ha talento e personalità. La meritava. È un grande lavoratore, molto attento ai dettagli, arriva per primo e va via per ultimo. Deve continuare così. È un enorme piacere essere parte di questo suo percorso di crescita“.

Su Mina
È un giocatore simbolo per carisma e voglia di combattere. È brutto che sia stato messo alla gogna mediatica: in passato c’erano giocatori violenti sul serio, tra morsi, testate e interventi durissimi, e allora perché non dire che il nervosismo di Morata nasce dall’incrocio con un campione? Yerry vive una partita nella partita con mestiere ma senza violenza. Quello che sta accadendo con lui, oggi, è un’offesa al Var. Non vorrei che gli fosse impedito di giocare le sue partite come ha sempre fatto“.

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