Il rapporto con Livorno e la Sardegna, un filo che lega Renato Raccis, bomber del passato, e Leonardo Pavoletti, rimasto a Cagliari nonostante la retrocessione in Serie B dei rossoblù nell’ultima stagione. Un legame che ha portato il numero 30 rossoblù a essere presente alla presentazione del libro “Renato Raccis, il bomber fermato dal destino“, scritto da Mario Fadda e Umberto Oppus, presentato nella mattina del 10 agosto nella sala conferenze di Sa Duchessa a Cagliari. Nell’ambito della redazione del libro e del centenario dedicato a Renato Raccis le scuole di Mandas hanno partecipato al concorso letterario promosso da Ussi Italia con Sport & Salute sui temi cyber-bullismo, inclusione, razzismo e disparità di genere. Pavoletti ha parlato della figura di Raccis e non solo al termine della conferenza stampa.
Su Raccis
“Sono molto contento di essere a questa presentazione del libro su Renato Raccis, un grande campione che è stato dimenticato troppo in fretta per quello che ha fatto. Siamo qui a ricordarlo e a rendergli onore per quello che ha fatto in campo e fuori“.
Sul rapporto con Livorno
“Raccis è stato un giocatore molto amato, c’è anche un bar a Livorno che porta il suo nome per fare un esempio. Però si parla di tanti anni fa, da buon ragazzo che guarda maggiormente al presente e al futuro mi ero perso un grande campione. Quindi sono qui per chiedergli perdono e a riscoprirlo, a dargli il merito che gli è dovuto perché ha fatto grandi cose nella mia città e sono veramente felice di portargli i miei omaggi“.
Sul proprio presente
“Guardare Raccis come esempio per tornare a segnare tanto? Fare gol non è mai semplice e chi li fa deve avere il giusto merito. Io devo riprendere la media gol che avevo un tempo, stiamo lavorando per fare un bel campionato e riportare Pavoletti a fare tanti gol. Farlo con la fascia da capitano sarebbe ancora più bello? (risata, ndr)”.
dall’inviato Francesco Aresu