Dall’esperienza a Euro 2024 con la Slovacchia alle quarta stagione con il Cagliari, stavolta sotto la guida tecnica di Davide Nicola. Sono alcuni dei temi trattati dal difensore slovacco Adam Obert, che è intervenuto ai nostri microfoni durante il ritiro di Chatillon, quartier generale dei rossoblù in preparazione alla nuova stagione di Serie A.
Adam Obert, per te questa è la quarta stagione con la maglia del Cagliari.
“Esattamente, iniziamo la quarta stagione e sono molto contento. Questa maglia mi ha fatto crescere molto e sono felice di poterla indossare, di essere ancora parte di questa società e di questo ambiente”.
Sei un ragazzo giovane ma in tanti si aspettano una tua esplosione con il Cagliari. Che stagione ti aspetti quest’anno e ti senti pronto ad esplodere definitivamente?
“Sì, è vero sono ancora giovane, l’anno passato però ho imparato tanto perché comunque la Serie B è un’altra cosa rispetto al giocare in Serie A. Quest’anno devo aggiungere quelle cose che l’anno scorso mi sono mancate per poter fare uno step in più in avanti. Ho capito su cosa dovevo lavorare per essere prontissimo quest’anno e magari per non fare gli errori che ho fatto nella scorsa stagione”.
Prima di analizzare la nuova stagione, facciamo un piccolo passo indietro. Sei arrivato in ritiro in Valle d’Aosta dopo aver giocato l’Europeo con la Slovacchia. Qual è il tuo bilancio di questa esperienza?
“L’Europeo è una esperienza bellissima che non avevo mai fatto nemmeno nelle nazionali giovanili. Con l’Under 19 avevamo fatto solo le qualificazioni, ci siamo andati vicini ma non abbiamo fatto quel passo per poterci arrivare. Quando sono uscite le convocazioni per l’Europeo è stata una sensazione bellissima. Ho trascorso un mese con tutti i miei compagni per preparare questo Europeo che alla fine è andato anche abbastanza bene, anche se agli ottavi contro l’Inghilterra siamo stati abbastanza sfortunati. Rimane però l’emozione unica di aver giocato per la prima volta un Europeo. Un aneddoto particolare di Euro 2024? Direi l’esordio contro il Belgio. Stavamo vincendo, c’era lo stadio pieno, c’erano tantissimi nostri tifosi anche se quelli del Belgio erano in maggioranza. Quando c’è stato poi il fischio finale abbiamo festeggiato tutti insieme. Nel complesso però è stato bellissimo vivere ogni momento dell’esperienza”.
Una tua caratteristica nei tuoi trascorsi, sia in Primavera che tra i grandi, è sicuramente la duttilità tattica. Ti abbiamo visto quinto di centrocampo, centrale di difesa e braccetto in una retroguardia a tre. Qual è la posizione che Adam Obert predilige di più?
“Ho fatto tanti ruoli sulla fascia sinistra o comunque nella parte sinistra del campo. Il ruolo che mi piace di più è quello di braccetto di sinistra. Prima di venire a Cagliari, con il tecnico di allora della Sampdoria Primavera (Felice Tufano n.d.r.), abbiamo sempre adottato questo modulo e io giocavo come terzo di sinistra. Possiamo dire che anche lì ho imparato qualcosa. Giocando in questo ruolo mi diverto molto. L’importante comunque è giocare”.
Quando sei tornato dall’Europeo, hai trovato un nuovo allenatore al Cagliari come Davide Nicola che hai conosciuto in ritiro qui in Valle d’Aosta. È cambiato tanto rispetto allo scorso anno con mister Ranieri?
“Nel calcio succede che le persone se ne vanno e che arrivino persone nuove. Con Nicola qualcosa è cambiato, appena sono arrivato però mi sono sentito molto bene perché i compagni dello scorso anno e anche i nuovi mi hanno accolto subito molto bene e quindi non vedevo l’ora di ricominciare. Poi ho avuto l’occasione di conoscere un po’ di più anche i nuovi arrivati”.
In conferenza stampa mister Nicola ha avuto parole d’elogio nei tuoi confronti. Qual è stato il tuo impatto con lui?
“È stato molto buono così come con gli altri membri dello staff. Ha iniziato subito a parlarci, personalmente mi ha subito dato le sue indicazioni: cosa magari vuole da me, cosa potrei fare in più. L’impatto è stato molto buono, mi ha detto tante cose e sono molto contento di poter lavorare con lui. Stiamo lavorando tanto e bene, ci stiamo mettendo in forma per arrivare nel miglior modo possibile all’inizio della Coppa Italia e del campionato”.
In difesa è arrivato un giocatore come Luperto che in queste settimane ha ricoperto proprio il ruolo di braccetto sinistro. Come si vive la concorrenza con uno più esperto?
“La concorrenza fa bene. Luperto è un giocatore che ha tanta esperienza e che anche a me può dare tanto. Andiamo già d’accordo, mi fa piacere poter imparare tante cose anche da lui”.
Claudio Ranieri qualche tempo fa in conferenza stampa disse di te: “Obert è un giocatore fortissimo. Gli mangerei la testa come con i polpi”. Come hai vissuto quel momento e quelle parole dette da un allenatore leggendario?
“Mi ricordo anche il giorno in cui ho letto le parole di quella conferenza stampa. Sono le cose che ci siamo detti con il mister. Lui mi diceva, molto sinceramente, quello che mi mancava: a partire dall’aggressività, mi diceva di essere più cattivo e anche di essere più sul pezzo. Magari c’è stata qualche disattenzione nelle partite in cui stavo facendo bene. Quando ti capita e prendi gol, è un po’ più dura riprendersi”.
Anche Nicola ti ha detto una cosa simile. “Devi essere più ignorante e meno elegante”.
“Quello che mi ha detto mister Ranieri me l’ha detto anche mister Nicola. È questo che mi manca, me lo devo mettere in testa ogni giorno e sono convinto che arriverà il momento in cui faremo esattamente quello che ci dice il mister”.
Il Ct della Slovacchia, Francesco Calzona, ha detto una volta: “Adam è il domani del calcio slovacco. Lo sto seguendo con attenzione. Sto monitorando il suo rendimento, ha un futuro luminoso davanti”. E infatti non ha avuto problemi nello schierarti contro giocatori come Haaland o comunque più esperti.
“Mister Calzona l’avevo conosciuto due anni fa quando giocavo in Serie B ed ero stato convocato per la prima volta con la prima squadra del Cagliari. Per me è stato più facile, per gli altri c’erano uno dello staff che traduceva. Mi ha subito parlato, mi ha spiegato come voleva giocare. E poi quando c’è stata l’occasione mi ha buttato dentro, non ha avuto problemi nel farmi giocare. Anche nelle amichevoli, quando i difensori titolari si sono fatti male, mi sono sempre fatto trovare pronto. Anche all’Europeo ho lavorato bene con lui e sono stato ripagato entrando in quelle due partite contro Belgio e Ucraina. Posso dire che anche con il mister Calzona ho un bel rapporto”.
Il prossimo 23 agosto compirai 22 anni. Quest’anno nel Cagliari siete in tanti ad essere sotto ai 25 anni e questo significa anche avere responsabilità maggiori. Come state vivendo questo passaggio generazionale nello spogliatoio?
“Mi ricordo che quando sono arrivato nella rosa del Cagliari c’erano pochi giovani. Eravamo 4-5 ragazzi, ora invece il numero sta aumentando e mi fa piacere. Anche noi giovani abbiamo imparato in questi anni a prenderci più responsabilità, a parlare e a fare le cose senza paura. Sono contento che anche i più grandi ci abbiano fatto sentire uguali a loro, è così che si è creato un gruppo più forte”.
Tanti acquisti in questo mercato estivo da parte del Cagliari, un po’ in tutti i reparti. E poi c’è stato il ritorno di Marin, che è arrivato in ritiro insieme a te dopo l’Europeo? Come li hai visti in questi giorni?
“Come succede spesso, in ogni stagione arrivano nuovi acquisti e qualcuno se ne va, è una cosa normale. I ragazzi si sono fatti trovare subito pronti e mi fa piacere che siano sul pezzo, anche Razvan che ho conosciuto quando sono arrivato. Ho fatto un anno con lui quando ero prima in Primavera e poi con la prima squadra e l’ho visto molto bene. Anche dopo l’ultima partita del girone all’Europeo abbiamo parlato della situazione e se ci saremo rivisti al Cagliari. Ha fatto anche un bell’Europeo e sicuramente sta benissimo”.
Claudio Ranieri, come te, ha avuto un passato anche alla Sampdoria. Che cosa ti ha lasciato il mister?
“Purtroppo alla Sampdoria non ci siamo conosciuti tanto perché io giocavo ancora con la Primavera e lui era alla guida della prima squadra. Avevo fatto solo qualche allenamento insieme al mister e mi faceva piacere quando veniva a vedere le partite dell’U19. L’ultimo anno e mezzo mi ha fatto imparare davvero molte cose. La mentalità del non mollare mai, l’atteggiamento da mettere ogni giorno in allenamento e in partita, che secondo me è fondamentale. La stima di Ranieri mi ha sempre fatto piacere e mi ha sempre dato la forza di andare avanti”.
Qual è il tuo rapporto con i social network? Ti capita magari di leggere i commenti?
“Instagram e Whatsapp li uso ma di certo non per leggere i commenti. Sui social ci sono persone che sono molto negative quando magari perdi le partite, invece quando vinci va tutto bene. Da quello che ho capito da qualche mio compagno di squadra, non ha molto senso leggere i commenti. Magari a volte si leggono per capire cosa dicono i tifosi ma per il resto li uso per altro, ad esempio per il calciomercato, per curiosità o cose fuori dal calcio”.
Qual è il compagno più pazzo che hai avuto e perché proprio Zito Luvumbo?
“Posso dire che uno di loro è Zito. Altri non me ne vengono in mente”.
Qual è il giocatore a cui si ispira Adam Obert?
“Posso dire, anche per il ruolo che mi piace e in cui gioco, Alessandro Bastoni dell’Inter”.
Ti manca ancora il primo gol con il Cagliari.
“Le ambizioni si alzano sempre e una di queste è trovare il primo gol in Serie A. Sarebbe una bellissima cosa farlo con questi colori”.
dall’inviato a Chatillon Francesco Aresu