Le parole di Davide Nicola nella sala stampa di Chatillon dopo la sconfitta del Cagliari contro il Como per 1-3 (QUI la cronaca del match).
Cosa salva di questi primi 90 minuti? “Parecchie cose, me le sono segnate. Abbiamo incontrato una squadra con una identità da un anno, per un’ora la condizione fisica è già notevole. A parte i primi 20′ in cui eravamo lenti e compassati nella gestione dei principi, già nel primo tempo e nei 25′ finali la squadra abbia avuto un baricentro aggressivo. Ancora sbagliamo molto i tempi, però è normale. Ho visto un’ottima condizione fisica, questo è un tipo di gioco che ha bisogno di una grande base fisica. Siamo riusciti a far partecipare alla partita anche Zortea, Piccoli e Adopo: questa è la seconda partita e diciamo che sta proseguendo bene. L’atteggiamento mi è piaciuto, poi alcuni errori sono fondamentali ma non colpevolizzo nessuno. Abbiamo letto male le tre situazioni in cui hanno segnato, ma abbiamo fatto buone letture. Abbiamo creato e prodotto gioco, non mi interessa il risultato: questo è quello che mi interessa. Integreremo anche gli altri tre che mancano, ma sono molto soddisfatto dell’intensità e della voglia che hanno messo i ragazzi”.
L’aggressione nella metà campo avversaria è riuscita: “Sulla linea difensiva dobbiamo ancora lavorare. Io chiedo sempre loro un feedback continuo, in partita succede qualcosa di diverso rispetto all’allenamento. In partita tra fatica e nuove richieste è normale avere qualche piccolo rallentamento o dubbio, ma fa parte dell’apprendimento richiesto. C’è molto lavoro da fare, siamo in via di definizione della rosa ma chi c’è ci sta dando delle risposte importanti. Questo gruppo ha grandi qualità morali, sono ragazzi davvero in gamba. Abbiamo bisogno di crescere con avversari che ci mettano in difficoltà, ma questo è l’input. Ci stiamo focalizzando sull’imparare a pressare in un certo modo, mai remissivi: una volta che verrà appreso questo modo di pensare penso che si divertiranno molto di più. Oggi credo che il Como non sia stato mai libero di impostare dal basso, ma è chiaro che ci sia qualche piccolo ritardo in questa fase. Vedremo, noi continuiamo a lavorare e sono soddisfatto”.
A livello di identità tattica preferisce un solo attaccante o due? “L’identità prevede la possibilità di cambiare fisionomia senza identità, noi avevamo preso un po’ di informazioni sul Como e abbiamo lavorato su quello che potevamo trovare. Sono modi di stare in campo che variano anche in base all’avversario. Per dinamica di gioco stiamo scoprendo i nuovi arrivati, come per esempio Felici che sta imparando a fare un ruolo che prima non ha fatto. Luvumbo ha qualità ma deve saper finalizzare meglio, stiamo addestrando a giocare in linea con il centravanti o con un altro trequartista”.
L’abito del Cagliari è comunque definito nella fase difensiva a 3, con difensori rapidi: “Dobbiamo imparare a diventarlo un po’ di più, poi sono costantemente in contatto con Bonato che sa perfettamente cosa serva per affrontare un tipo di gioco. Non ho una sola strada: Zappa è un terzino, ma sta imparando a fare il braccetto interno per controllare l’ampiezza, per esempio. Noi ci alleniamo in entrambi i modi, sia in fase di costruzione che in fase di non possesso. Dobbiamo difendere con un abito che ci consenta di farlo a prescindere dal sistema di gioco degli avversari”.
Più preoccupato dagli errori in fase difensiva o in finalizzazione? Quanto incide il non avere ancora la squadra al completo? “Io mi concentro sempre sui giocatori a disposizione, il contatto è continuo e la società sa come la penso. Ovvio che oggi magari ci son stati alcuni giocatori che non abbiamo potuto impegnare, qualcuno andrà a maturare altrove. Però dobbiamo lavorare sia sulla fase di possesso che su quella di non possesso, perché sono tutte situazioni che vanno conosciute e comportamenti che vanno addestrati e imparati. Io guardo che questa squadra ha già capito che identità avere, pur avendo lavorato solo da poche settimane insieme. La cosa importante è stato vedere Hatzidiakos e Wieteska cosa possono dare, specie Pantelis vediamo e lavoriamo, per un’ora i ragazzi mi sono piaciuti perché non ho visto una squadra che ha pensato solo a limitare gli avversari. Sicuramente ci sono cose da migliorare, come ha detto lei, ma ci arriveremo”.
Su Viola e Felici: “Mattia aveva compiti chiarissimi in attacco, abbiamo optato per mettere due giocatori capaci soprattutto di attaccare la profondità. È un giocatore che deve capire la categoria e avere consapevolezza dei propri mezzi. Può solo migliorare”.
dall’inviato a Chatillon Francesco Aresu