Una serata per incontrare sponsor e tifosi, ma anche parlare di come si lavora dietro le quinte di un club da direttori sportivi. Nella serata di oggi, il direttore sportivo del Cagliari Nereo Bonato e il diesse del settore giovanile del Cagliari Pierluigi Carta hanno parlato al talk organizzato dal concessionario Ottolini.
Serata
Una chiacchierata moderata dal direttore di Centotrentuno Francesco Aresu con al centro il lavoro delle aree scouting. Il lavoro è distinto tra due squadre che però hanno il comune obiettivo di scommettere sui profili che possono essere o diventate punti fermi per il club.
“Gli step nell’attività di scouting sono cinque – ha spiegato Bonato – Si parte sin da luglio e agosto quando si cerca di chiudere la squadra, poi si arriva a dicembre quali sono i profili attenzionati e tra marzo e maggio le fasi decisive: a marzo si crea un campo in cui si scrivono almeno otto nomi per ruolo, due mesi dopo si scremano fino a cinque e successivamente si sceglie quale trattativa è meglio imbastire“. Un lavoro in cui però entra anche la valutazione della persona: “Si cerca di capire il vissuto del giocatore come persona, non solo la tecnica o la tattica perché dietro a ogni scelta ci sono tante valutazioni. Il mercato non è semplice, c’è l’investimento di tanto tempo per fare la scelta migliore. Sbagliare si sbaglia sempre, perché quando si ha a che fare con l’umano il margine d’errore esiste“. Parole condivise dal ds Carta che ha aggiunto come il lavoro nel settore giovanile possa variare, complice la possibilità di lavorare in maniera ancora più marcata sul territorio isolano. Ma anche che le difficoltà nel comprendere quando le prestazioni di un giovane sono date da una precocità che può essere ingannevole: “L’area scouting è sempre protagonista. Il no ha la stessa valenza di un sì in certi casi. Vedere un giocatore bravo magari ci riescono più persone. Dire di no può essere più difficile, ma è ugualmente importante nel nostro lavoro“. Sul palco sono saliti diversi protagonisti, in primis Riyad Idrissi e Ismael Konate, arrivati nelle giovanili del Cagliari attraverso il lavoro di scout guidato da Carta. Il primo, terzino sinistro della Primavera, con il progetto delle Academy, il secondo con il lavoro nella Penisola. Entrambi hanno raccontato la propria esperienza, prima che a salire sul palco fosse Zito Luvumbo: “Quando sono arrivato qui non sapevo l’italiano e non mangiavo nulla, ora invece mi piace la vostra cucina e mi sento anche io un po’ sardo“. Bonato ha parlato dell’arrivo di Gaetano in Sardegna e si è detto sicuro che dopo l’ingenuità con il Lecce il trequartista saprà riscattarsi. I due protagonisti del talk si sono anche aperti però sui loro rimpianti in sede di mercato. “Barak poteva essere il giocatore che chiudeva il cerchio durante gennaio” ha affermato Bonato. “Prendemmo Joao Pedro e andò bene comunque, ma eravamo vicini a prendere Cornet allora al Metz” ha invece ammesso Carta parlando della sua esperienza da direttore sportivo della prima squadra.
Matteo Cardia














