Nella notte del 19 marzo scorso, Mike Maignan e Fiyako Tomori, dopo il finale di Cagliari-Milan, hanno riportato il tema del razzismo negli stadi al centro dell’attenzione. Gli insulti razzisti denunciati dai due calciatori hanno portato entrambi i club e l’Associazione Italiana Calciatori a schierarsi, ma anche all’apertura di un’indagine da parte della Procura Federale. Tomori ha parlato dell’accaduto ma anche delle pressioni che tanti calciatori ricevono nei propri social tra le colonne del Guardian, storico quotidiano britannico. Queste le sue parole:
“Ovviamente non è stato un bel momento. Tutti i giocatori però mi hanno aiutato a venire fuori da quella situazione, sapevano cosa stava succedendo. Ho parlato con l’arbitro, tutti hanno provato a darmi il massimo supporto e questo è stato molto importante. Ora però abbiamo il prossimo passo da fare è provare a fermare questi episodi. È stato un momento triste per me e Mike Maignan ma i club ci hanno sostenuto e hanno dato una risposta rapida a quanto accaduto“.
Su quanto accade nei social media
“Puoi fare un fallo, concedere un rigore, poi torni nello spogliatoio e trovi centinaia di messaggi da signor nessuno. Persone con account falsi che sanno di poter dire tutto senza avere alcuna conseguenza, che si sentono intoccabili qualunque cosa accada. Le aziende che controllano i social media dovrebbero essere in grado di fare di più per limitare ciò che accade“.
La Redazione