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Cagliari, mercato in entrata e in uscita: la chiave per il successo del Ranieri-bis

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Un portiere per sostituire l’infortunato Ciocci, un difensore centrale di esperienza, un “tuttocampista” e un attaccante duttile, in grado di fare la prima e la seconda punta in caso di bisogno. Sono questi, probabilmente, i punti fermi del mercato in entrata in casa Cagliari, in attesa del ritorno di Claudio Ranieri sulla panchina rossoblù. Il tecnico romano, come noto, prenderà servizio a partire dal prossimo 1º gennaio, al termine della settimana di vacanza concessa per le festività natalizie (tutti ad Asseminello dal 3 gennaio) in vista della ripresa del campionato con la prima fatica del girone di ritorno, prevista per il 14 gennaio 2023 all’UnipolDomus contro il Como degli ex Faragò e Cerri.

Uscite

È ancora prematuro, però, parlare di nomi in entrata in casa rossoblù. Il motivo è semplice: per comprare, occorre prima sfoltire la rosa, che al momento consta di 27 giocatori, compresi l’infortunato Ciocci e il lungodegente Delpupo, finora fuori dai radar dallo scorso settembre. In difesa, per esempio, al centro sono in cinque a disputarsi due maglie: se Adam Obert sembra aver definitivamente convinto tutti per il ruolo di centrale sinistro, scavalcando l’altro mancino Capradossi, per l’altro posto l’infortunio di Goldaniga negli scorsi mesi ha rimescolato le gerarchie. Dopo aver provato a impostarlo da leader di reparto per tutta la prima parte di stagione, Liverani ha bocciato Altare dopo lo svarione contro il Pisa, salvo riproporre l’ex Olbia nella sua ultima uscita rossoblù a Palermo. Pisacane, che nel Boxing Day ha fatto da ponte tra lo stesso Liverani e Ranieri sulla panchina del Cagliari, contro il Cosenza ha proposto l’inedita coppia Dossena-Obert, che ha risposto positivamente alla chiamata. Ora dunque, con l’apertura del mercato invernale che si approssima sempre più, a Ranieri spetterà fare le scelte. A questa difesa manca come il pane un centrale “brutto e cattivo”, capace di essere leader del reparto non solo dal punto di vista tecnico ma soprattutto caratteriale. Per poterlo prendere, però, bisognerà rinunciare a qualcuno di quelli già in rosa e non sarà semplice decidere chi. Stesso discorso vale per l’attacco: con Millico in predicato di salutare la Sardegna, praticamente senza aver lasciato traccia della sua presenza, tutto dipenderà dall’opinione di Sir Claudio riguardo Pippo Falco e Gaston Pereiro. Il primo, pretoriano di Liverani, sta finalmente uscendo fuori dal guscio dopo un girone d’andata vissuto ai box o quasi per una condizione fisica guastata dall’inattività dopo l’esperienza con la Stella Rossa. El Tonga, invece, rappresenta la solita incognita e, probabilmente, una delle sfide principali per Ranieri: riuscire a valorizzarlo come fatto in passato con giocatori di talento ma discontinui per natura (Ramirez, Ocampos, Menez) potrebbe essere uno dei “miracoli” finora mai riusciti a chi ha avuto a sua disposizione l’ex Psv e Nacional. Se il neo tecnico rossoblù riuscisse nell’impresa, il Cagliari troverebbe sulla trequarti un duo senza eguali in categoria, ma il girone di andata appena archiviato ha dimostrato quanto i “se” non siano utili dal punto di vista pratico.

Entrate

Per quanto riguarda il mercato in entrata, al di là dell’idea Radja Nainggolan (si attende solo la risoluzione del contratto con l’Anversa per capire quale sarà il futuro del Ninja), al momento tutto tace. Nei colloqui con il diesse rossoblù Nereo Bonato, Ranieri ha messo sul tavolo le sue richieste che la società ha avallato. Detto, però, che in questo momento la priorità per il tecnico di Testaccio sarà quella di conoscere di persona il materiale umano a disposizione, valutarlo in allenamento e, solo successivamente, si penserà al mercato. Questo per due motivi: innanzitutto Ranieri dovrà capire quale impianto di gioco sia il migliore per questa rosa, con il 4-3-1-2 che al momento sembra essere quello più adatto. Inoltre sono diversi i ruoli in cui il Cagliari ha balbettato fin qui: si pensi alle fasce di difesa, specialmente a sinistra dove Barreca e Carboni non hanno convinto a pieno, tanto che spesso e volentieri è stato schierato Obert nel ruolo. Così come il discorso del play, con Viola e Makoumbou ad alternarsi per tutto il girone d’andata senza però risultati davvero apprezzabili. Menzione particolare va fatta per il numero 10 ex Bologna, fortemente voluto da Fabio Liverani nel mercato estivo per poi essere accantonato in campionato. Inoltre il centrocampista classe ‘89 non pare avere le caratteristiche classiche del prototipo in mediana di Caludio Ranieri. Il suo futuro in rossoblù resta in bilico. Anche se vista l’esperienza e il carisma del giocatore, e considerata anche la forte amicizia che lo lega a Gianluca Lapadula, l’allenatore romano potrebbe valutarlo come uomo per rinforzare lo spogliatoio e come alternativa di qualità. Kourfalidis e Lella hanno dimostrato di valere la fiducia riposta in loro a inizio stagione e, soprattutto, la loro pazienza ha pagato. Con gli acciacchi fisici di Mancosu e Rog, più l’infortunio di Deiola, il loro spazio è aumentato e potrebbe restare tale fino a fine stagione. Il reparto che preoccupa meno, infine, è senza dubbio l’attacco: Lapadula e Pavoletti, più Luvumbo garantiscono gol e pericolosità, specialmente da quando Falco sembra essere tornato vicino ai livelli che ne avevano fatto un top per la cadetteria.

A Ranieri spetta ora il difficile compito di conoscere i suoi nuovi giocatori nel più breve tempo possibile. Con il suo curriculum che potrebbe anche aiutare i sardi in fase di trattativa. Ora con il mercato di riparazione alle porte, infatti, avere un profilo apprezzato e ammirato anche dai calciatori come il tecnico di Testaccio, renderà più appetibile la piazza. Specie ora che dopo mesi di contestazioni sembra tornato l’entusiasmo in salsa rossoblù. Fascino che permetterebbe alla società rossoblù di fare leva su formule contrattuali che prevedano un prestito di sei mesi da calciatori con qualche malumore in Serie A e pronti a rilanciarsi in cadetteria. Una voglia di rivalsa comune per una rosa che deve tentare l’insperata scalata ai playoff e alla possibilità di giocarsi almeno una carta per il ritorno in massima serie. Gennaio è dietro l’angolo, ma la finestra dura soltanto un mese: con un girone d’andata da tenere bene a mente per non ripetere gli errori commessi, la possibilità di sbagliare (se veramente l’obiettivo è la Serie A) è prossima allo zero.

Francesco Aresu

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