Il centrocampista del Cagliari, Marco Mancosu, ha parlato dalle colonne del quotidiano La Gazzetta Dello Sport, ripercorrendo la sua stagione di ritorno in rossoblù e anche il momento attuale della sua squadra in questa fase finale di Serie B. Di seguito ecco alcuni passaggi fondamentali delle sue dichiarazioni.
Il Cagliari a inizio stagione non era sfavorito.
“Eh lo so, ma dopo una retrocessione è sempre dura. L’avevo vista anche a Lecce. L’ultima volta siamo risaliti subito, ma era un torneo meno competitivo”.
Con quali obiettivi è tornato a Cagliari ad agosto?
“Quando metti questa maglia devi vincere. Dobbiamo tornare in A, ci proveremo fino in fondo”.
Quanto pesa per un sardo vestire la maglia del Cagliari?
“Tanto. I sardi sono persone che pretendono molto dalla loro squadra, visto chi ci è passato. Ma prima fai pace con questa cosa e più vivi meglio”.
Cosa è cambiato con Ranieri?
“Premetto che voglio ringraziare Liverani, sono tornato qui grazie a lui. Ranieri è una persona che ha fatto la storia del calcio e bisogna solo ringraziarlo. Se dice di buttarsi dal terzo piano io mi butto. È un’opportunità di crescita incredibile quella che ci è capitata. Io voglio fare l’allenatore, è una fortuna poter lavorare con lui e capire come ragione. È come se stessi facendo un master a Coverciano”.
Vi state preparando per vincere i playoff: cosa vi manca ancora per essere al top?
“Non guardiamo troppo lontano. Un passo alla volta. Nelle ultime due gare l’identità si è vista e dobbiamo mantenerla, perché ci regala tante certezze”.
Il nuovo stadio di Cagliari sarà invece intitolato a Gigi Riva: lei riuscirà a giocarci?
“Quando ho letto la notizia ero al settimo cielo. Gigi Riva è nella storia. Lo stadio intitolato a uno del continente, per quanto mito, e non a un sardo, è il simbolo della nostra ospitalità e del cuore che ci mettiamo. E Riva è Riva: sarebbe un sogno giocarci”.
La Redazione