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Cagliari, Mancosu: “Onorato di essere qui, Venezia partita importante”

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Il centrocampista del Cagliari, Marco Mancosu, ha parlato nel corso della trasmissione “Il Cagliari In Diretta”, in onda in simulcast su Videolina, Radiolina e Unionesarda.it. Queste le sue parole.

La vita lontano dalla Sardegna
“A me è piaciuto tanto, ho visto un sacco di posti, mi è piaciuto molto. Emigrato da solo e poi con mia moglie affianco? Da solo è stato molto difficile ma poi quando mi ha seguito è andata meglio. Le prime cose fatte al rientro al Cagliari? La prima cosa è la casa, poi la scuola per la bambina, il tennis per la bambina e poi basta”.

Il cagliaritano ai compagni di squadra
È difficile, è più probabile che io impari qualcosa della lingua degli altri compagni di squadra. Il soprannome Pistacchio? Mi dicevano sempre da piccolo che avevo la testa grande. Da piccolo mi incazzavo molto, ora la prendo a ridere. Deiola ha la testa piccola e da lì “Pistacchio”

Deiola e il soprannome “Pistacchio”
Poco perché poi parliamo in sardo. Dov’ero il giorno di Venezia-Cagliari in A? Io ero a Ferrara in un ristorante, stavo mangiando e la stavo guardando con degli amici e qualcuno era pure sardo. Io la vedo distaccata perchè secondo me quelli che hanno rancore sono i miei compagni”.

La retrocessione del Cagliari e la “rivincita” col Venezia
Con tanta incredulità, non credevo che stesse succedendo, è una sensazione che hanno avuto in tanti. Se dentro lo spogliatoio si sente il fantasma del Venezia? Qualche compagno è stato segnato, la sentono come una partita molto importante. Venezia in difficoltà? In B sono tutte pericolose, non mi fido veramente nessuno quest’anno”.

La sconfitta col Bari
Il campionato di B penso di conoscerlo. Loro (il Bari n.d.r.) si difendevano e basta, era una partita che si poteva pareggiare e basta. Quello che fa rabbia è che è stata una sconfitta eccessiva. Stiamo raccogliendo meno di quanto seminiamo”.

Come sta il Cagliari
“Abbiamo lavorato su aspetti tattici, ovviamente mancavano i nazionali, ma abbiamo lavorato su dei concetti che il mister sta tentando di farci capire da quando è arrivato. Se avessimo vinto o pareggiato sarebbe stato un po’ più semplice”.

La Serie B oggi

“Se questa è la B più forte in cui abbia mai giocato? Se rimani attaccato con dei filotti, magari aggiungendo un punto col Bari, riesci ad inanellare dei risultati che ti possono portare in alto.

Mancosu centrocampista o attaccante?
“Se mi sento più centrocampista o attaccante? Centrocampista offensivo. Reputo di essere uno di quelli in qualunque modulo che ci sia bisogno di un centrocampista offensivo”.

La filosofia di Liverani
“Quali sono le cose particolari che Liverani chiede a me alla squadra? È più un modo di pensare, non è un qualcosa che si può spiegare. Lo devi vivere in allenamento. (Liverani n.d.r.) ti chiede di ragionare e non essere istintivo”.

Il ritorno a Cagliari vissuto dalla famiglia Mancosu
Il ritorno al Cagliari? Mia madre, siccome non arrivavano notizie, mi manda un messaggio e mi scrive arrabbiata: “Se dovessi venire qui, lo vorrei sapere da te e non dai giornali”. Io gli risposi: “Guarda mamma ancora non si sa…” Loro la stanno vivendo molto anche se allo stadio hanno ansia”.

Le abitudini da cagliaritano
“L’abitudine da cagliaritano che avevo perso da fuori? Era la cosa da mangiare, le pizzette al taglio. Una volta a settimana la devo mangiare, mi è mancata troppo e poi il fatto di fare una passeggiata al Poetto. Per me è una cosa fantastica”.

La maglia numero 5
“Come nasce l’idea della 5 e che peso ha? Nasce dal fatto che non c’era il mio numero disponibile – che è l’8 – e mi p stato consigliato da qualche persona vicina “Perchè non prendi la 5?”. So la storia che ha dietro questa maglia… Ho giocato con Lele, ho giocato alla sua partita d’addio, ho vissuto la sua partita più rappresentativa col Napoli (ero in panchina). Sentivo che questa responsabilità me la dovevo prendere io. Ho sentito il gruppo, la società e Lele. Se lui avesse avuto problemi su questo, non mi sarei azzardato”.

Futuro
“Mi piacerebbe disputare la A col Cagliari? Quello che mi sta piacendo tantissimo è che sto indossando la maglia del Cagliari, che ogni giorno sto andando ad Assemini, che sono dentro al mondo di Cagliari Calcio. Mi piacerebbe finire la carriera al Cagliari ma ora sto vivendo la cosa di giocare nel Cagliari e sono legatissimo alla maglia e alla terra”.

Nainggolan
“Nainggolan? Radja per me è il più forte con cui mi sia allenato. Non ho avuto il piacere di giocarci assieme però mi sono allenato. Nel suo “prime” è stato veramente assurdo e poi mi piace come persona. E’ una persona vera e onesta nonostante i suoi difetti. A me piacciono le persone così”.

Curiosità
“I calzettoni strappati sul polpaccio? Per non farmi richiamare i crampi durante la partita (sorride n.d.r.). Quali sono le squadere più forti della B? Di più forti ce ne sono parecchie, forse il Genoa e Parma a livello di nomi. Però a me piacciono tantissimo, per come interpretano la B, Reggina, Brescia e Frosinone”.

Il lutto di mister Liverani e la gara col Venezia
“È un tema molto delicato, è stata veramente una botta per lui, a noi non ci ha fatto captare niente. Noi siamo la sua valvola di sfogo quindi con noi è “tranquillo” e “sereno”. La partita l’abbiamo preparata con un po’ di amarezza. I punti portano entusiasmo e ti fanno lavorare meglio”.

La Redazione

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