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Cagliari, lo continuavano a chiamare Pavoletti: il vecchio-nuovo uomo salvezza

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L'esultanza sul gol di Pavoletti in Cagliari-Roma | Foto Alessandro Sanna
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Spalle larghe e colpi precisi e pesanti. Fossimo in uno spaghetti western Leonardo Pavoletti sarebbe il personaggio dalle battute sempre pronte, dal sorriso da schiaffi piantato sul volto ma anche quello dalle scelte giuste al momento giusto. Co-protagonista o primo attore, gli riescono tutti i ruoli. Da quel maledetto doppio infortunio al crociato della stagione 2019-20 il Pavo ha cambiato look: via il capello corto e sbarazzino e dentro una lunga barba e la coda che fa tanto “uomo di mille battaglie”. Ha dovuto modificare movimenti e posizioni in campo il centravanti livornese e soprattutto abituarsi a un corpo che non gli permette lo strapotere fisico di qualche stagione fa. Un esempio? Dei cinque gol del campionato in corso nessuno è arrivato di testa, in quella che è la vera specialità della casa.

Uomo salvezza

Su alcune cose però Leonardo Pavoletti non è cambiato: carisma nello spogliatoio, figura di peso che fa gruppo con battute e scherzi ma soprattutto la costante dei tanti gol salvezza. Contro l’Empoli nel momento di massima necessità Walter Mazzarri ha pescato dalla panchina il jolly giusto e l’ex Napoli si è fatto trovare ancora una volta pronto. Non solo con la zampata dell’1-1 finale ma sfiorando anche il raddoppio. L’ariete classe ‘88 ha realizzato tre reti nelle ultime quattro partite di Serie A giocate, tante quante quelle realizzate nelle precedenti 23 gare nel torneo. In questo campionato, se escludiamo la prima rete alla Roma nella sconfitta per 2-1 alla decima giornata, ha segnato a Salernitana, Sampdoria, Bologna ed Empoli. Tutti gol in degli scontri diretti per la permanenza in massima serie. Se togliessimo al Cagliari le sue marcature contro le avversarie salvezza la squadra di Mazzarri in classifica avrebbe 6 punti in meno. Un vero e proprio Fattore Pavoletti. L’anno scorso, senza tornare indietro alle stagioni pre-infortunio quando permise al Cagliari di portare la barca in porto sempre con la doppia cifra di reti tra il 2017 e il 2019, realizzò soltanto quattro gol in 33 presenze. Ma c’è un ma. Quattro marcature contro Spezia, Crotone, Parma e Benevento. In poche parole quando una partita può essere decisiva per il futuro del Cagliari lui c’è.

Ruolo

Al momento, inutile girarci troppo intorno, insieme al discontinuo ma talentuoso Gaston Pereiro Pavoletti sembra essere per distacco l’attaccante più in palla tra gli uomini di Mazzarri. Joao Pedro dopo una fase sprint, condita dalla chiamata con la Nazionale di Roberto Mancini, sta tirando il fiato con un solo gol realizzato nelle ultime 8 partite giocate. Mentre Keita, dopo una Coppa d’Africa vinta giocando pochissimo con il Senegal, è tutto da valutare a livello di condizione e centralità nel progetto offensivo. Con Mazzarri Pavoletti, per stessa ammissione dell’allenatore, ha faticato un po’ prima di capire alla perfezione movimenti e schemi richiesti dal tecnico ex Torino. Al contrario del passato però ora Pavoletti deve fare meno, o meglio non esclusivamente, da boa offensiva e da smistatore di palloni con la squadra in ripartenza. Il Cagliari di Mazzarri infatti fa delle transizioni rapide con gli esterni di centrocampo o con le imbucate di una mezzala la sua arma più pericolosa. E in una formazione che va spesso sul fondo per cercare la densità in area di rigore lui è l’uomo giusto per attaccare gli spazi, specie negli ultimissimi metri. Non solo con i colpi di testa ma anche con tap-in, respinte da conquistare e tiri negli ultimi 10 metri. Un nuovo ruolo da finalizzatore che bene si sposa con le sue attuali possibilità come centravanti fisico ma che non può forzare sempre la mano. Un esempio pratico? Contro l’Empoli (dati Opta) Pavoletti ha toccato 4 palloni in maniera positiva, 3 sono stati dei tiri, di cui uno il gol. Joao Pedro con 17 tocchi positivi è riuscito solo a tirare due volte in porta (in entrambi i casi respinto da un difensore), mentre Keita che ha giocato gli stessi minuti del Pavo ha gestito 6 palloni in maniera positiva ma non ha mai tirato in porta. Solo Pereiro, che però ha giocato 80 minuti in più, ha tirato più di Pavoletti contro l’Empoli (4 tentativi). Un dato che riflette bene l’importanza di un giocatore che a Cagliari ha intrapreso un nuovo capitolo della propria vita calcistica ma sempre con i gradi dell’attore protagonista e dell’uomo più atteso nel momento più difficile. Pavoletti c’è e continuavano a chiamarlo Trinità…

Roberto Pinna

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