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Cagliari, Liverani si aggrappa al Lapadula ritrovato

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Due gol consecutivi che non hanno portato le vittorie sperate. Tre quelli totali in Serie B con la maglia del Cagliari, quattro con quello realizzato nell’esordio ufficiale in rossoblù in Coppa Italia. Gianluca Lapadula si è finalmente preso sulle spalle l’attacco, facendo quello per cui è stato chiamato in Sardegna: segnare.

Finalmente

Un avvio complicato, figlio di un precampionato da separato in casa a Benevento e della positività al Covid che ne ha ritardato l’inizio di stagione. L’arrivo a Cagliari su forte richiesta del suo ex allenatore ai tempi di Lecce Fabio Liverani, l’unico obiettivo quello di aiutare la squadra a ritornare in Serie A. Tra il dire e il fare, però, nelle prime dieci giornate c’è stato di mezzo il mare. Quello metaforico che ha separato Lapadula dai gol attesi, uno solo proprio contro il Benevento e alcuni errori sottoporta che ne hanno messo in dubbio la reale efficacia. Poi, al secondo minuto della sfida con la Reggina, ecco arrivare la prima rete alla Unipol Domus. Stacco di testa, la furbizia del centravanti navigato nell’usare l’avversario diretto per arrivare più in alto, la frustata a battere il portiere. Un solo acuto, poi il pareggio subito e la solita partita lontano dai sedici metri, a lottare per un pallone da solo contro i difensori, a provare a portare su la squadra, a sentire soltanto a distanza l’odore della porta e del gol. Una settimana dopo ecco la trasferta di Bolzano contro il Sudtirol, il Cagliari soffre, va in svantaggio, il numero nove rossoblù continua a cercare fortuna lontano dai sedici metri, infine il pallone sporco su calcio piazzato e la zampata da centravanti d’area di rigore. Finita qui? No, perché nella ripresa finalmente Lapadula non è più cavaliere solitario e, soprattutto, vive i secondi 45 minuti nel territorio che più gli compete. E così arrivano le occasioni, una su tutte con un colpo di testa sventato dal portiere, e poi il rigore da lui stesso guadagnato con un anticipo furtivo su Masiello. Viola ringrazia, ma anche questa volta la vittoria non arriva.

Dentro l’area

Quello contro la Reggina il gol numero 148, quello contro il Sudtirol il 149. Questo il totale di reti realizzate da Gianluca Lapadula in carriera da professionista nei club, ai quali vanno aggiunti i nove con la maglia della nazionale peruviana. Serie A, B, C, coppe, perfino il campionato sloveno con la maglia del Gorica: una carriera che lo ha visto giocare in tante realtà con un’unica costante, il gol. Quello che a Cagliari sembrava mancare e che ora, dopo le ultime due realizzazioni consecutive, spera di poter trovare con maggior continuità. Il Bambino delle Ande, Sir Willian, Zorro, o più semplicemente Lapagol, tanti soprannomi per quello che è diventato un vero e proprio idolo della nazionale sudamericana e che ora cercherà la conferma in rossoblù nella sfida contro il Pisa. Conferma che però passerà anche dalla crescita del Cagliari di Liverani, perché se il pareggio di Bolzano ha avuto nel ritrovato Lapadula uno degli aspetti positivi, ha anche dimostrato che solo avvicinando il numero nove alla porta avversaria possono arrivare i suoi gol. Il centravanti italo-peruviano non può vagare lontano dall’area avversaria, nonostante abnegazione, sacrificio e grinta non gli manchino. Al Cagliari servono come il panele sue reti e per averle è doveroso un cambio di atteggiamento che ne esalti le qualità. Quelle da vero numero nove, quelle di chi vive dentro i sedici metri avversari. Come accaduto a Bolzano nel secondo tempo, prima che il passato di paure e fantasmi tornasse a farsi sentire.

Matteo Zizola

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