Dal 2-0 al Cosenza nel 2022 all’1-2 di Torino nel 2025, fino ai successi da calciatore. Quando il Cagliari vince l’ultima gara dell’anno c’è sempre di mezzo Fabio Pisacane: è una curiosa costante durante la proprietà di Tommaso Giulini, dal 3-0 sulla Pro Vercelli del 30 dicembre 2015 al 4-3 contro il Sassuolo del 18 dicembre 2016, passando per l’1-2 con l’Atalanta del 30 dicembre 2017. In quelle circostanze l’attuale tecnico rossoblù vestiva ancora la maglia da calciatore, mentre contro Cosenza e Torino era seduto in panchina a dare indicazioni.
Maturità
I tre punti arrivati nel match dell’Olimpico Grande Torino sono il giusto premio per una prestazione solida e attenta di un Cagliari in emergenza, arrivato all’ombra della Mole senza tre titolari come Mina, Folorunsho e Rodriguez, più seconde linee come Luvumbo e Liteta oltre ai noti lungodegenti Ze Pedro (ormai però prossimo al rientro), Felici e Belotti. Assenze non proprio da trascurare per una squadra che lotta per la salvezza, reduce peraltro dal deludente 2-2 interno contro il Pisa, che più di una nuvola aveva addensato sopra Sa Ruina. Contro i granata di Baroni serviva una risposta forte, a livello di carattere prima ancora che di gioco, da parte di un gruppo che continua a fare passi avanti nel proprio percorso di crescita. Non era facile uscire dalla trasferta torinese con la posta piena, sia per le già citate assenze che per una tradizione non troppo favorevole, ma pure per il momento di forma recente di Vlasic e compagni, reduci da di vittorie di fila contro Cremonese e Sassuolo, entrambe di misura. Eppure il Cagliari è stato padrone del match, non tanto sul piano statistico quanto sulla capacità di lettura della gara stessa. La rinuncia a Esposito nella formazione titolare non ha pesato particolarmente sul primo tempo, che avrebbe potuto cambiare subito rotta se fosse stato concesso il sacrosanto calcio di rigore procurato da Idrissi a inizio match, negato invece da un clamoroso errore di valutazione del Var. A rompere il ghiaccio è stato il Torino con il gol del solito Vlasic, àncora di salvezza granata nell’ultimo periodo, ma l’azione dei padroni di casa nel primo tempo si è limitata a qualche sporadica fiammata e nulla più. A differenza di un Cagliari più attivo, con il duo offensivo Gaetano-Kılıçsoy intento a cercarsi spesso e volentieri, con il centravanti turco bravo a sacrificarsi per la squadra nel cercare di tenerla su nonostante la fisicità della difesa di casa. Il gol a fine primo tempo di un ritrovato Prati ha dato la giusta fiducia alla squadra di Pisacane, che nella ripresa ha atteso il momento giusto per colpire, trovando la seconda perla rossoblù di Semih, che ha ammutolito l’Olimpico. Da lì in poi Caprile ha preso il palcoscenico per sé, negando con le sue parate ogni possibilità di pareggio a un Torino arruffone, con il gol annullato allo scadere a Ngonge (palla ampiamente uscita sul cross di Aboukhlal) a rendere piccante il finale di match.
Singoli
La vittoria di Torino ha dato risposte importanti a Pisacane, che nel postpartita ha voluto sottolineare i meriti dei suoi ragazzi, con capitan Deiola – tra i migliori in campo – a ricordare a tutti di non “cullarsi” sui tre punti dell’Olimpico. Arrivati dopo una prestazione certamente convincente, come detto anche dal nostro Roberto Pinna nella sua analisi, soprattutto sul piano caratteriale. Lo stesso Deiola ha guidato da leader vero una difesa del tutto incerottata, riuscendo a fermare il grande ex Simeone e i suoi compagni di reparto, affiancato da un Luperto encomiabile per serietà e attaccamento alla maglia (ma è davvero necessario privarsene? Mah). La prima da titolare di Mazzitelli – ancora lontano dalla migliore condizione, ma subito con la testa giusta – ha portato grinta e leadership a centrocampo, dove Prati ha nuovamente potuto mostrare le sue qualità nelle due fasi. Il gol è il giusto premio a una prestazione di sostanza, come dimostrano i suoi dati a fine gara. In avanti Kılıçsoy ha confermato il suo magic moment, con un gol da antologia – incredibile la serie di dribbling quasi a velocità zero, elemento di ulteriore difficoltà che rende ancor più memorabile la rete – che ha premiato una partita di grande sacrificio, sponde e lotte contro la difesa fisica del Toro. L’apertura di prima di 40 metri per Gaetano sull’azione poi conclusa con affanno dallo stesso turco dimostra la classe (mai messa in discussione) del 2005 di Istanbul, che lentamente sta crescendo anche dal punto di vista fisico. E povere difese di Serie A, quando raggiungerà l’apice della forma: l’impressione è che, dopo i primi mesi di ambientamento nel calcio italiano, il “Rooney turco” abbia fatto vedere solo una briciola del suo enorme potenziale. Servirà ancora la giusta pazienza da parte di tutti, perché ora l’errore più grave sarebbe caricarlo di enormi aspettative: bisogna farlo crescere con serenità e fiducia, così come con gli altri giovani. A Torino Pisacane ha schierato tre 2005 dall’inizio (Palestra, Idrissi e Semih), che sarebbero stati verosimilmente quattro in caso di disponibilità di Rodriguez. Non un aspetto banale, che va sempre ricordato. Ora la testa va al Milan di Max Allegri, prossimo avversario all’Unipol Domus nella prima uscita del 2026. Pisacane dovrebbe recuperare qualche acciaccato, così da tamponare l’emergenza, ma la vittoria di Torino ha detto in modo chiaro che questo Cagliari è vivo ed è capace di tutto, nel bene e nel male. E quando riuscirà davvero a essere continuo, allora ci sarà da divertirsi.














